Luca Monticelli per “La Stampa”, 14 aprile 2022
O SIAMO MOLTO POVERI O SIAMO PIENI DI FURBI - NELL’ANNO DELLO SCOPPIO DELLA PANDEMIA IN ITALIA, DOVE ABBIAMO UN'EVASIONE STIMATA DI 80 MILIARDI, SOLO IL 4% DEI CONTRIBUENTI DICHIARA PIÙ DI 70 MILA EURO, VERSANDO COSÌ IL 29% DELL'IRPEF TOTALE - LA MAGGIOR PARTE DELLE PERSONE (IL 70%) SI COLLOCA NELLA CLASSE DI REDDITO TRA 15 MILA E 70 MILA EURO L'ANNO (OSSIA IL 67% DELL'IPERF TOTALE), IL 27% RIMANE SOTTO I 15 MILA EURO - TREDICI MILIONI DI PERSONE GUADAGNANO MENO DELLA SOGLIA E SONO ESENTATE DALL’IRPEF - GLI IMPRENDITORI DICHIARANO MENO DEGLI IMPIEGATI... -
L'anno tremendo della pandemia, il 2020, che ha portato lutti e sofferenze, il lockdown totale e un pil crollato del 9%, ha avuto un impatto fortemente negativo sul reddito degli italiani, sul giro d'affari delle imprese e sul gettito fiscale dovuto allo Stato.
Ma c'è una certezza che non è stata scalfita nemmeno dalla crisi economica più grave dal secondo dopoguerra: l'Italia resta divisa tra nord e sud, tra ricchi e poveri e soprattutto tra chi paga le tasse e chi no.
Nel Paese con un'evasione stimata di 80 miliardi (ultima rilevazione del 2019), solo il 4% dei contribuenti dichiara più di 70 mila euro, versando così il 29% dell'Irpef totale. La maggior parte delle persone - il 70% - si colloca nella classe di reddito tra 15 mila e 70 mila euro l'anno (ovvero il 67% dell'Iperf totale), il 27% rimane sotto i 15 mila euro.
Scorrendo il rapporto del Dipartimento delle Finanze del Mef sulle dichiarazioni presentate nel 2021 e riferite all'anno di imposta 2020, l'altro dato che spicca è il reddito medio più elevato, ovvero quello da lavoro autonomo pari a 52.980 euro, più del doppio di quello dei dipendenti che si attesta a 20.720 euro.
Gli imprenditori dichiarano meno degli impiegati: 19.900 euro. Su questo dato, però, il ministero dell'Economia tiene a precisare che «per imprenditori nelle dichiarazioni Irpef si intendono i titolari di ditte individuali, escludendo pertanto chi esercita attività economica in forma societaria». I pensionati arrivano a 18. 650 euro, mentre il reddito di partecipazione in società di persone ed assimilate risulta di 16. 450.
La frattura nord-sud L'analisi territoriale conferma che la regione con reddito medio complessivo più elevato è la Lombardia (25.330 euro), seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano (24.770). Fanalino di coda la Calabria (15.630 euro).
Quanto al trend generale, il reddito complessivo totale dichiarato nel 2020 ammonta a oltre 865, 1 miliardi di euro (-19, 4 miliardi rispetto all'anno precedente) per un valore medio di 21.570 euro, in calo dell'1,1%. Sono 22,6 milioni le persone fisiche che hanno utilizzato il modello 730, nove milioni di soggetti hanno presentato invece il modello "Redditi persone fisiche", mentre i dati dei restanti 9,6 milioni di contribuenti, non tenuti a presentare direttamente la dichiarazione, sono stati acquisiti tramite il modello CU compilato dal sostituto d'imposta.
Niente Irpef per 13 milioni L'imposta netta Irpef totale dichiarata nel 2020 è di 159,3 miliardi di euro, (-3,5%). Al netto degli effetti del bonus Irpef, l'imposta netta risulta pari in media a 5.250 euro e viene dichiarata da circa 30,3 milioni di soggetti, il 74% dei contribuenti. Circa 10,4 milioni di soggetti, invece, non pagano le tasse perché hanno un'imposta netta pari a zero.
Si tratta prevalentemente di contribuenti con livelli reddituali compresi nelle soglie di esenzione, di coloro la cui imposta lorda si azzera per effetto delle detrazioni riconosciute dall'ordinamento. Inoltre, se si considera chi ha un'imposta netta interamente compensata dall'ex bonus Renzi, i soggetti che di fatto non versano l'Irpef salgono a 12, 8 milioni. Inoltre, secondo il rapporto, il bonus da 100 euro vale 11, 9 miliardi di euro +19, 7%).
L'Iva arretra La crisi economica innescata dalla pandemia pesa su tutte le fasce di reddito. L'imposta sul valore aggiunto mostra la contrazione del giro d'affari delle aziende. Sono circa 4, 2 milioni i contribuenti che hanno presentato la dichiarazione Iva per il 2020, in aumento dello 0, 3%.
Come ricorda il Tesoro, si tratta di un anno «molto particolare, in cui si riscontra una marcata contrazione delle principali grandezze Iva, quali il volume d'affari, il totale acquisti, la base imponibile e l'Iva di competenza, a causa dell'impatto del Covid sull'economia». Il volume d'affari dichiarato è stato pari a 3. 195 miliardi di euro, in calo del 10, 2%. Circa il 60% è costituito dalle operazioni imponibili, pari a 1. 896 miliardi di euro (-10,2%).
Il settore di attività che comprende le agenzie di viaggio, le gite turistiche, i tour operator e le guide ha subito una riduzione di oltre il 73% del volume d'affari. Per il trasporto aereo la contrazione è stata del 61%, mentre gli alberghi evidenziano un calo di oltre il 50%.
Addizionale al top nel Lazio L'addizionale regionale ammonta a 12 miliardi, il valore medio è di 420 euro e il più alto si registra nel Lazio (630 euro), quello più basso in Sardegna (270 euro). Anche l'addizionale comunale più elevata è nel Lazio (260 euro a fronte dei 200 di media) mentre la più bassa è in Valle d'Aosta (90 euro).
I settori in crescita Complici le restrizioni per fermare l'epidemia, il giro d'affari di servizi postali e corrieri è aumentato del 40%. Grazie agli incentivi sulle ristrutturazioni edilizie, invece, studi di architettura e ingegneria segnano un + 45%. Al di là di alcuni singoli casi, il quadro del 2020 risulta difficile, la speranza è che nei prossimi anni agli effetti del Covid non si sommino anche quelli della guerra in Ucraina.