Il Messaggero, 14 aprile 2022
Biografia di Santa Chiara d’Assisi
«Vergine bella, che dal Re del Cielo/ Dell’alma i doni sì graditi avesti;/ Che l gentil sangue, e i bei sembianti onesti/ Sprezzasti, e ciò, ch’offende il caldo e l gelo: / Tu con sì casto amor, sì vero zelo / Voto del nobil core a lui facesti;/ Ch’ei sen fè puro tempio, onde prendesti/ Le benedette bende, e l sacro velo». Così, nella Poesia a Santa Chiara, Torquato Tasso rende omaggio alla grande religiosa.
Chiara nasce nel 1193 – secondo alcuni, invece, il 16 luglio 1194 – ad Assisi, in Umbria. Proviene da una famiglia nobile e ricca: il biografo Tommaso da Celano riporta che è figlia del conte Favarone di Offredduccio degli Scifi e di Ortolana Fiumi. Il suo nome – dal latino clarus – evoca la luce, la luminosità, la chiarezza, la trasparenza.
LA SVOLTA
Della sua infanzia e adolescenza non si sa molto, se non che è dedita alla preghiera e alle opere di carità. Pare che la madre Ortolana sia stata in Terra Santa e abbia preso parte a molti pellegrinaggi. La stessa Chiara, crescendo, vi partecipa. Un giorno, a dodici anni, si toglie gli abiti lussuosi e li restituisce al padre. Un gesto che riecheggia quello di san Francesco, di cui le ha parlato il cugino Rufino.
È proprio il Poverello di Assisi a cambiare la sua vita, indicandole il cammino da seguire. Una Domenica delle Palme del 1211 o 1212, Chiara va a Messa e prende la palma dalle mani del vescovo di Assisi. Poi, nella notte, fugge di nascosto da casa e si reca nella chiesa di Santa Maria della Porziuncola, dove ad attenderla ci sono i francescani. È lì che ha luogo la cerimonia. Le vengono tagliati i capelli, per sottolineare la condizione di penitente. Secondo alcune fonti è Francesco a farlo, mentre altre ritengono che siano stati i frati. La giovane indossa il saio, poi viene portata nel monastero benedettino di San Paolo delle Badesse, a Bastia Umbra.
I parenti, che non sapevano nulla della sua scelta, tentano inutilmente di dissuaderla. Addirittura, cercano di rapirla. Lei allora si sposta in un altro monastero benedettino, nei pressi del monte Subasio, quindi definitivamente accanto alla chiesa di san Damiano. Lì fonda l’Ordine femminile delle povere recluse o povere Dame – che in seguito saranno denominate Clarisse – di cui è la badessa. A lei si è riunita la sorella Agnese. Arriveranno, in breve, una cinquantina di donne, fra cui la madre.
LA BOLLA
Sarebbe stato Francesco a redigere la prima Regola, mentre quella definitiva sarà opera di Chiara (è la prima «scritta da una donna per altre donne»). Papa Gregorio IX le concede «il privilegio della povertà», da lei sollecitato. Rifiuta, inoltre, che venga in qualche modo alleviato. Sarà Innocenzo IV, con una Bolla, a confermarlo definitivamente. Trascorre tutta la vita a San Damiano, immersa nella preghiera e nella contemplazione. Attua una versione al femminile, originale e convinta, del modello di Francesco. Pur tuttavia, la sua salute è molto malferma. Mantiene una corrispondenza con Agnese, figlia del re di Boemia, che vuole realizzare un convento simile al suo. A quanto si racconta, nel 1240 Chiara salva il convento dai soldati saraceni di Federico II, portando l’Eucarestia sull’ostensorio. Nel 1241 riesce a bloccare Vitale d’Aversa, che assedia Assisi con l’esercito.
Secondo alcuni, parte del meraviglioso Cantico delle Creature – «Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole per sora luna e le stelle per frate vento per sor’aqua per sora nostra madre terra» – viene scritto dal Poverello proprio nel convento delle Clarisse. Che sia vero o meno, resta il fatto che quella lode al Signore ( «il testo più antico della letteratura italiana» di cui sia noto l’autore) evoca mirabilmente l’operato e il sentire di Francesco e Chiara.
LA VISIONE
Chiara muore l’11 agosto – giorno in cui si celebrerà la sua festa – 1253, due anni dopo viene canonizzata da papa Alessandro IV. Fra i suoi simboli ci sono il giglio, l’ostensorio, il ramo di palma, la lanterna pastorale. Il 17 febbraio 1958 diverrà, per volontà di papa Pio XII, Santa patrona della televisione e delle telecomunicazioni. La ragione sembra da ricercare in un altro episodio miracoloso. Secondo le cronache, infatti, non aveva potuto prender parte a una Messa servita da Francesco, il giorno di Natale, perché malata. Aveva però avuto una visione della Messa, sulla parete della sua celletta. Ad Assisi – di cui è patrona, come di Iglesias – c’è la cattedrale a lei intitolata, dove è esposto il suo corpo. Fra i dipinti che la raffigurano, celebri sono quelli di Giotto e Piero della Francesca. La sua figura ha ispirato molti libri e biografie, fra cui quella di Dacia Maraini, intitolata non a caso Elogio della disobbedienza. La storica medievalista Chiara Frugoni, da poco scomparsa, che ha scritto molto di Francesco, le ha dedicato il libro Una solitudine abitata. Ancora, è stata protagonista di fiction televisive. Il film del 72 di Franco Zeffirelli, Fratello sole, sorella luna, rievoca con suggestive immagini la vita semplice, spirituale e luminosa di Francesco e di Chiara, sottolineata dalla canzone omonima, interpretata da Claudio Baglioni.