la Repubblica, 14 aprile 2022
Putin cerca missili nel mercato nero
La Russia sotto embargo deve ripristinare i mezzi militari distrutti dalla resistenza ucraina e colmare i punti deboli del suo esercito, ma è obbligata a muoversi lontano dai canali ufficiali. Per questo starebbe cominciando a rivolgersi a un maestro nel traffico di armi: l’Iran, che da decenni ha creato una rete di approvvigionamento mondiale in grado di sfidare le sanzioni.
I primi segnali sono stati riportati dal quotidiano britannico Guardian : il trasferimento in Russia di lanciarazzi sottratti all’arsenale iracheno dalle milizie sciite. La formazione Hashd al-Shaabi avrebbe trafugato razzi portatili Rpg e semoventi di concezione brasiliana Astros II affidandoli ai “corrieri” della Repubblica islamica attraverso il valico di Salamja. Teheran avrebbe poi fatto avere ai russi un sistema missilistico terra-aria Bavar 373, il più moderno prodotto in Iran, e riconsegnato una batteria di S-300, missili terra-aria comprati dalla Russia in passato.
L’inchiesta ha acceso un faro sulla possibilità di fare arrivare materiali bellici attraverso il Mar Caspio, che permette la navigazione fino al porto russo di Astrakhan. I Guardiani della Rivoluzione hanno sviluppato una galassia di società fittizie per acquistare componenti elettroniche destinate ai programmi militari degli ayatollah. Adesso il Cremlino potrebbe sfruttare questa rete clandestina per reperire gli equipaggiamenti più urgenti: apparati di comunicazione radio criptata e sistemi per contrastare i droni. Strumenti che potrebbero venire forniti soprattutto dalla Cina.
Gli analisti sono scettici sulla possibilità che Pechino li consegni direttamente ai russi: eventuali forniture avverrebbero attraverso triangolazioni, ossia la vendita a società di copertura o a Paesi terzi, che poi li girerebbero alla Russia. Un’attività in cui gli iraniani si sono dimostrati abilissimi. «Bisogna tenere d’occhio Teheran, ci sono molti motivi per cui potrebbero essere interessati ad aiutare Mosca a violare le sanzioni», spiega a Repubblica Alexander Kupatadze, docente del King’s College di Londra, autore di un saggio sugli effetti dell’embargo e il peso delle organizzazioni criminali nel garantire l’afflusso dei beni proibiti. E sottolinea come l’Iran «abbia l’esperienza nel gestire queste operazioni». Un anno fa, l’intelligence israeliana segnalava come russi e iraniani collaborassero per trasferire armi verso la Siria: un’alleanza che ora potrebbe riconvertirsi per sostenere il conflitto ucraino.