Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  aprile 14 Giovedì calendario

Troppi tank russi e meno container

a direttrice generale della Wto (l’Organizzazione Mondiale del Commercio), Ngozi Okonjo-Iweala, ha lanciato un messaggio di allarme. Non è frequente che chi guida l’istituzione multilaterale di Ginevra (164 membri), la quale regola e cerca di aprire gli scambi mondiali, veda nero e lo dica in pubblico. La politica nigeriana al vertice della Wto da poco più di un anno ha invece voluto essere chiara: l’invasione russa dell’Ucraina ha creato nella Wto una situazione per la quale molti Paesi non si parlano più tra loro. In un luogo nel quale si decide per consenso, è una situazione disastrosa che Okonjo-Iweala sta cercando di risolvere stimolando rapporti bilaterali e di gruppo. È una soluzione d’emergenza ma è anche una contraddizione palese per una organizzazione che per definizione è multilaterale. Ci sono numerose questioni da affrontare che non vengono discusse. Soprattutto, c’è il fatto che la Wto va riformata: dalla sua fondazione, nel 1995, non è riuscita a condurre in porto nessun round di liberalizzazioni, una delle ragioni per la quale fu istituita. E l’altro suo pilastro, il ruolo di giudice nei contenziosi commerciali, è bloccato perché il panel di giudici d’appello è incompleto a causa dell’opposizione di Washington a procedere a nomine. Il guaio è che il commercio internazionale è uno dei motori principali della crescita economica del mondo e della creazione di benessere, Paesi poveri inclusi. Il pessimismo di Okonjo-Iweala è anche riflesso nelle prospettive degli scambi comunicate dalla stessa Wto. I suoi economisti prevedevano una crescita del volume degli scambi di merci del 4,7% nel 2022, ora la stimano invece al 3% a causa dell’invasione di Putin e del 3,4% nel 2023. Crescite modeste rispetto al passato: nel 2021, gli scambi di beni erano cresciuti del 9,8% in volume e del 26% in valore, a 1.400 miliardi di dollari. Gli scambi di servizi erano aumentati, sempre nel 2021, del 15% in valore, a 5.700 miliardi, ma anch’essi quest’anno «saranno colpiti dal conflitto in Ucraina». Su queste basi, la Wto prevede che il Prodotto lordo del mondo crescerà quest’anno del 2,8%, meno della metà del 5,7% del 2021. Previsioni da prendere con prudenza, dicono da Ginevra, data la situazione più che fluida tra Russia e Ucraina. In questi giorni, i tank del Cremlino affondano anche i container.