Corriere della Sera, 14 aprile 2022
Storia della Finlandia
La Finlandia di oggi nasce all’inizio dell’800, quando il Granducato diviene parte dell’impero zarista, con una sostanziale autonomia, che ne preservò lingua, costumi e istituzioni. Nicola II ruppe questo equilibrio, con una russificazione forzata che portò a rivolte culminate nella dichiarazione di indipendenza del 1917 e, dopo tormentate vicende, alla repubblica, sancita dalla Conferenza di Parigi nel 1919. Nel dicembre del 1939, in base al protocollo segreto del Patto Molotov-Ribbentrop, l’Urss si annesse i Baltici e lanciò un’offensiva pure contro la Finlandia, che però oppose una strenua resistenza, al punto da costringere Stalin, pur vittorioso, ad «accontentarsi» della Carelia e di alcuni territori a nord. La ripresa delle ostilità durante la Seconda guerra mondiale non portò a mutamenti importanti e con i trattati del 1947 e 1948 la Finlandia venne riconosciuta come indipendente, ma neutrale, al punto da rifiutare gli aiuti del piano Marshall. I territori ceduti all’Urss subirono una vera pulizia etnica e 400mila finlandesi abbandonarono la Carelia, oggi abitata quasi esclusivamente da russi immigrati. La neutralità ha consentito alla Finlandia di giocare un ruolo attivo nelle relazioni internazionali ed è in ogni caso garantita da un assetto difensivo di tutto rispetto: con una popolazione di 5,5 milioni, le Forze armate finlandesi dispongono di 21.500 effettivi cui si sommano ogni anno 27mila militari di leva, che vengono poi inquadrati nella riserva, costantemente addestrata. Con la mobilitazione il Paese conta su una forza disponibile di oltre 200mila militari, con equipaggiamenti di prim’ordine, come 239 carri Leopard (l’Italia ha 200 Ariete) e 69 caccia F18, che verranno sostituiti da 64 F35 (l’Italia ne ha ordinati 90). Le vicende ucraine hanno scosso dalle fondamenta le convinzioni neutraliste della Finlandia, facendo raddoppiare in poco tempo a oltre il 60% i favorevoli all’adesione alla Nato. Una proposta di legge popolare in tal senso è già approdata al Parlamento di Helsinki, che tratterà l’argomento nei prossimi giorni. Si ipotizza addirittura che la domanda di adesione venga presentata a giugno al vertice dell’Alleanza a Madrid. Tecnicamente l’integrazione dello strumento militare finlandese nel dispositivo Nato non presenta alcuna difficoltà, atteso il livello di coopera-zione raggiunto nel corso del tempo. L’attac-co russo all’Ucraina, giustificato da Mosca con l’esigenza di non volere la Nato ai propri confini sta dunque inducendo un Paese convintamente neutrale ad aderire all’Allean-za, con un confine di oltre 1.300 km.: un altro meraviglioso esempio di eterogenesi dei fini.