Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  aprile 13 Mercoledì calendario

DAGOREPORT - CHE FARE CON PUTIN? ALLA CASA BIANCA CI SONO DUE APPROCCI - BIDEN E IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE USA, JAKE SULLIVAN, VOGLIONO ARMARE GLI UCRAINI E TENERE LA LINEA DURA CONTRO PUTIN - MA IL SEGRETARIO DI STATO BLINKEN E IL CAPO DELLA CIA BURNS SPINGONO PER TROVARE UN ACCORDO PER CERTIFICARE NERO SU BIANCO CHE IL DONBASS È “CONTESO” (E NON NECESSARIAMENTE UCRAINO) - A QUEL PUNTO, IL CONFLITTO SAREBBE CONGELATO E SI APRIREBBE LA VIA PER IL CESSATE IL FUOCO... -

Come Dagoanticipato, alla Casa bianca non tutti sono allineati e coperti all’idea di sconquassare l’Ucraina per arrivare, nel lungo periodo, a detronizzare Putin. Il cipiglio intransigente di Joe Biden verso Mosca, insufflato dal Consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e ora appoggiato anche dal segretario alla Difesa Lloyd Austin, incontra una resistenza nella linea più dialogante del Segretario di Stato, Anthony Blinken, e del capo della Cia William Burns. I “falchi” hanno le idee chiare: Washington, in ragione della supremazia tecnologica e militare, deve continuare ad armare gli ucraini aiutandoli a contenere l’avanzata russa. Il tempo, sono convinti, lavora a favore di Kiev. Bloccare l’esercito di Mosca in una lunga guerra a bassa intensità nel Donbass, insieme all’inasprimento delle sanzioni, porterà l’economia russa al crac, logorando la leadership di Putin e la pazienza della popolazione.

La linea Blinken-Burns non ritiene possibile un regime change innescato da una sollevazione di popolo immiserito e affamato. I russi non sono abituati a ribellarsi e Putin, grazie alla macchina della propaganda, esercita un controllo massivo sui suoi cittadini-sudditi. Anche alla fame, non oseranno assaltare il Cremlino.

Meglio allora esplorare la via diplomatica magari attraverso un accordo con cui certificare il…disaccordo sul destino del Donbass. Un espediente diplomatico che, pur non definendo nulla, introduce un concetto finora rigettato sia da Kiev che da Washington, ovvero che le regioni di Donetsk e Luhansk non sono indissolubilmente ucraine ma “contese”. E’ un primo passo per aprire alle richieste russe, congelare il conflitto e arrivare in tempi rapidi a un cessate il fuoco, su cui costruire una road map diplomatica per chiudere la guerra.

Anche perché la resistenza a Mariupol, nonostante la saldatura tra Battaglione Azov e alcune unità della 36ma brigata dei marines ucraini, è sfibrata. I russi controllano quasi il 90% della città, che ormai è totalmente distrutta. Quanto ancora può reggere la linea di difesa ucraina?

DAGONEWS! - A WASHINGTON NON TUTTI SONO D’ACCORDO PER LA LINEA DURA VERSO LA RUSSIA - SE BIDEN E IL CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA NAZIONALE JAKE SULLIVAN SPINGONO PER INASPRIRE LO SCONTRO, IL SEGRETARIO DI STATO, ANTHONY BLINKEN, E SOPRATTUTTO IL CAPO DELLA CIA WILLIAM BURNS NON SONO COSÌ CONTRARI ALLA SOLUZIONE DIPLOMATICA - LA CINA NON DA’ ARMI ALLA RUSSIA NE’ SOSTIENE IL RUBLO: SPERA CHE PUTIN PERDA FORZA AL PUNTO DA SCENDERE A UN COMPROMESSO - LE TELEFONATE TRA IL MINISTRO DEGLI ESTERI CINESE, WANG YI, E IL SUO OMOLOGO UCRAINO KULEBA… https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/dagonews-washington-non-tutti-sono-rsquo-accordo-linea-dura-305856.htm