il Fatto Quotidiano, 13 aprile 2022
Antonio Massari si scopre putiniano
Mi autodenuncio: sono putiniano. Non sapevo di esserlo, fino al 24 febbraio scorso. L’ho scoperto giorno dopo giorno e ogni giorno che passa lo sono sempre di più. Sono putiniano perché sulle scelte legate a questa guerra ho molti dubbi. E l’essere dubbioso, ho scoperto, è il tratto più saliente del putiniano. Sono putiniano perché sono convinto che sia giusto aiutare gli ucraini a difendersi dall’invasione russa eppure, nello stesso tempo, non posso negare l’evidenza: più armi inviamo e più vittime dovremo contare – civili e non – e più in là dovremo spostare la data della pace.
Questo dubbio ancora non riesco a scioglierlo ma devo fare in fretta perché se no qualcuno mi dice: “Ma secondo te si ferma la guerra con le parole? Soluzione: quale sarebbe la tua soluzione?”. Sono putiniano proprio perché non ho una soluzione immediata. Sono putiniano perché, se sei in Ucraina, devi combattere con un’arma in mano, se invece sei qui, devi combattere con la tua personale soluzione immediata. Sono putiniano perché la Nato dice: “gli ucraini possono vincere. Ma la guerra potrebbe durare anni”. Anni. Però quello senza la risposta immediata sarei io.
Sono putiniano perché non farò mai la lista dei giornalisti anti-putiniani né in lingua italiana né in lingua inglese. Figurarsi in lingua tedesca. Sono putiniano perché sì, lo ammetto, una volta mi sono chiesto se l’Occidente può aver avuto qualche responsabilità in questa tragedia. Una volta mi sono addirittura chiesto a cosa serva la diplomazia europea se, dal 2014 a oggi, non siamo stati in grado di imbastire una soluzione che evitasse questa guerra.
Sono putiniano perché non capisco: come mai, per tutte le altre guerre in corso nel mondo, non inviamo armi e non muoviamo un dito? Sono putiniano perché “quella all’Ucraina è una guerra ai valori dell’Occidente” ma i curdi, dopo che hanno combattuto l’Isis alle porte dell’Europa, li abbiamo lasciati soli con la Turchia (Nato) e il loro destino.
Sono putiniano perché abbiamo sanzionato la Russia, sì, ma con l’Egitto, che ha ucciso e torturato Giulio Regeni e sbattuto in cella Patrick Zaki, continuiamo a fare soldi vendendo le nostre armi. E acquisteremo il suo gas.
Sono putiniano perché nel 2021 abbiamo contato 1.872 migranti morti nel Mediterraneo: fuggono da guerre e miseria e se non muoiono in mare, pur di non vederli, li lasciamo marcire e torturare nei lager libici. Sono putiniano perché per me ogni profugo va accolto. Da ovunque fugga. Perché una donna ucraina violentata da un russo non mi fa più pena di una migrante stuprata da un libico. E un bambino annegato in mare non mi addolora meno di un bambino ucciso da una bomba a Mariupol. Sono putiniano perché dal 24 febbraio, prima di esprimere qualsivoglia pensiero, ti senti sempre in dovere di premettere l’ovvio: “i russi sono gli aggressori e gli ucraini gli aggrediti”. Ed è talmente ovvio che, se lo premetto, oltre a essere putiniano mi sento pure idiota.
Sono putiniano perché penso che la propaganda possa annidarsi ovunque, non solo nella Russia di Putin, quindi prendo con le pinze non solo le dichiarazioni di Zelensky ma pure quelle del Papa e del Dalai Lama.
Sono putiniano perché penso che per ogni “crimine di guerra” sia necessaria un’inchiesta indipendente che individui il “criminale di guerra” e poi lo condanni. E per quanto sia (sinceramente) convinto dalle immagini, dalla logica e dalle emozioni, di sapere già adesso chi sia il colpevole, devo ribadire a me stesso: immagini, logica ed emozioni non devono bastare. Sono putiniano perché anche un’inchiesta giornalistica deve essere indipendente e quindi: prima di dare risposte un giornalista ha sempre il dovere di dubitare.
Sono putiniano perché quando gli Usa evocano la Corte penale internazionale sui crimini di guerra (alla quale non aderiscono) per condannare il presidente della Russia (che non aderisce) sui crimini commessi in Ucraina (che non aderisce) mi sento leggermente preso per il culo. Sono putiniano perché sono certo che, senza un terzo super partes, non vi potrà essere né giustizia né pace. Sono putiniano perché in questo momento (a parte il Papa) non vedo alcun terzo super partes che si muova per la pace.
Sono putiniano perché se scrivo tutto questo è chiaro che sono putiniano. Eppure credevo fosse Putin – come ogni autocrate – quello allergico ai dubbi e alle domande di chi sottolinea le ipocrisie del “pensiero unico”. Ma non avevo ancora visto gli autorevoli antiputiniani. Ora che li ho visti mi hanno convinto: il filoputiniano sono io. Immagino che Putin ricambierà il mio prezioso aiuto con rubli, condizionatori a batteria o magari un lettone dei suoi (nel senso del giaciglio, non del cittadino della Lettonia, sperando non invada pure quella). Nel caso, vi farò sapere.