Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  aprile 13 Mercoledì calendario

Dopo la Z una fascia bianca

Altro che “Z” e “V”. È una fascia bianca ostentata sull’avambraccio il nuovo simbolo del sostegno a Vladimir Putin e alla sua “operazione militare speciale” in Ucraina. Autorità locali e dipendenti statali stanno inondando VKtonkte, il Facebook russo, di foto in posa col nuovo vessillo dell’orgoglio patriottico accomunate dall’hashtag #BelajaPoVjaZka (“Benda bianca”) dove spesso le lettere “V” e “Z” dell’alfabeto latino sostituiscono le corrispettive in cirillico. Un modo semplice, scrivono, per dichiarare il proprio sostegno «ai nostri ragazzi» in Ucraina e per «mostrare solidarietà a quei pacifici ucraini che hanno sofferto o sono morti a causa del fuoco indiscriminato delle forze armate ucraine e dei battaglioni nazionalisti». Il riferimento sarebbe alle vittime di Bucha, la cittadina a Est di Kiev, rinvenute con le mani legate dietro la schiena da bende bianche. Secondo l’inviato diKomsomolskaja Pravda Aleksandr Kots, «i nastri bianchi sono i segni di riconoscimento russi», ma «li indossavano anche i civili nei centri controllati dall’esercito russo» che per questo sarebbero «stati fucilati dai battaglioni ucraini di difesa territoriale». Una versione contestata da Kiev.
Le pose e le didascalie del nuovo flashmob sono sospettosamente simili tanto che molti utenti del social network hanno sottolineato come la partecipazione non sia affatto volontaria, in particolare visti i tanti studenti minorenni coinvolti. «Sono solo bambini, vengono semplicemente usati. È un incubo», ha commentato ad esempio un tale Ernst. Altri hanno accostato le foto degli impiegati statali a quelle dei kapò dei lager nazisti. «Bende bianche furono introdotte per i cittadini sovietici che entrarono in servizio nella Wehrmacht», ha notato invece l’oppositrice Marina Litvinovich. Un altro cortocircuito nella Russia che rivendica di lottare i neo-nazisti in Ucraina e intanto adotta simboli come i bracciali bianchi dei capicamerata dei deportati o la lettera “Z” che il commentatore politico Vitalij Portnikov ha definito una «semi-svastica stilizzata» e altri hanno soprannominato «Zvastica».
«Un fazzoletto bianco generalmente significa: “Mi arrendo”. E ora, quasi a comando, i dipendenti statali, insegnanti, bibliotecari, funzionari, indossano una benda bianca e scattano foto. Sembrano tutti feriti e, appunto, arresi». Ma ancora peggio, prosegue Litvinovich, è il coinvolgimento degli studenti minorenni. «Ancora una volta, i bambini vengono coinvolti in questo velato confronto civile. Si insegna loro che nella nostra società ci sono “i nostri” e ci sono “i nemici”. È un percorso verso la guerra civile e coinvolgere i bambini è un crimine. È positivo finora che lo facciano sotto la costrizione e direzione dei più grandi. Sarà peggio quando diventerà una loro iniziativa. E purtroppo ci sono già le avvisaglie ».