Corriere della Sera, 13 aprile 2022
Un caso la partita di calcio finita 40-0 a Nuoro
Ce l’hanno messa tutta. Hanno dato l’anima. Dieci contro undici. Con in campo anche una ragazzina. Alla fine il risultato è stato eclatante. Forse sarebbe meglio dire umiliante per un partita di calcio. Finita quaranta a zero. «Non si può accettare una cosa del genere. Si aprono le scuole di calcio, si organizzano i tornei giovanili per educare i giovani al rispetto. Non per umiliarli».
Luigi Secci, fino ad un mese fa presidente della Federazione italiana gioco calcio di Nuoro, commenta con amarezza quello che è successo nella sua provincia nei giorni scorsi. La partita choc, come è stata definita da più parti. Che ha tracciato un segno. Come una ferita, piena di polemiche.
Perché le due squadre che si sono affrontate, il Fanum Orosei e La Caletta (finita 40-0 per i primi), sono composte da ragazzini che fanno la scuola media. E che giocano o dovrebbero giocare per conoscere lo sport e viverlo come divertimento.
Se la Figc regionale è pronta ad aprire un’indagine, la vicenda, resa nota da La Nuova Sardegna, è semplice da raccontare. Due squadre del Campionato provinciale giovanissimi di Nuoro, Fanum e Lupi del Goceano, sono arrivate alla fine del torneo a pari punti. La regola prevede che la vittoria vada alla squadra con la miglior differenza reti. La settimana prima erano stati i Lupi a vincere di goleada contro La Caletta (22-0).
Così i ragazzi del Fanum ci hanno dato dentro, segnando in media una rete ogni due minuti. A fine gara hanno chiesto scusa. Durante il match non hanno esultato dopo ogni gol. Erano consapevoli di affrontare la squadra più debole.
Come spiega Nicolò Selis, responsabile giovanile della società La Caletta. «Abbiamo deciso di metter su una squadra di giovanissimi per non perdere quei pochi ragazzini che abbiamo nella nostra piccola frazione, per evitare la loro migrazione altrove. Ma anche per aiutarli a maturare. Lo sport serve a questo». L’allenatore aveva parlato con i genitori. Aveva spiegato loro quale era l’intento della squadra: giocare, divertirsi. Senza l’ossessione della vittoria. «Qualche ragazzino non ce l’ha fatta a reggere la frustrazione di subire tanti gol. Le prese in giro in paese, a scuola. E ha abbandonato. Molti però sono rimasti».
L’ex Figc Luigi Secci non se la prende con i ragazzi che hanno segnato 40 gol. «Chi è più forte non deve vergognarsi. Ma la regola va cambiata. Diversamente si perde lo spirito del calcio giovanile a tutti i livelli. Non è solo vincere un torneo che farà di questi ragazzi un campione nella vita». Ricorda un episodio. «Anni fa dirigevo una squadra di giovanissimi in cui giocava mio figlio. Perdevamo spesso anche otto-nove a zero. Venivano presi in giro a scuola. Mio figlio era molto abbattuto».
Salvatore Farris è il presidente del Fanum e assolve i suoi ragazzi. Serviva la differenza gol e loro hanno segnato quanto serviva. Ma ritiene che la regola vada cambiata. «Uno spareggio sarebbe stata la cosa più giusta, ma non si poteva fare – commenta —. La Federazione non avrebbe potuto cambiare le regole a campionato in corso. Però mi aspetto che adesso intervenga e cambi le regole». Il presidente regionale della Figc, Gianni Cadoni, ha accettato l’invito. Ma non ha gradito. «Cercherò di cambiare le regole, ma il 40 a zero mi ha colpito come cittadino e presidente di Federazione. Sono perplesso sul modo in cui è stata guidata la squadra che ha segnato i 40 gol. Trovo legittima la voglia di vincere ma c’è un limite a tutto a prescindere dalle regole in vigore. Forse era il caso di fermarsi. Siamo educatori, prima di tutto».