12 aprile 2022
IL PASSATO OSCURO DI PIER FRANCESCO PINGITORE - DA CAPOREDATTORE DEL SETTIMANALE DI DESTRA “LO SPECCHIO”, FIRMÒ A NOVEMBRE DEL 1966 UN INQUIETANTE ARTICOLO “SPIONISTICO” SU ALDO MORO, RICOSTRUENDO CON DOVIZIA DI PARTICOLARI TUTTI GLI SPOSTAMENTI DELL’EX PRESIDENTE DEL CONSIGLIO (CHE SARA' RAPITO 12 ANNI DOPO) E DELLA SUA SCORTA - CINQUE ANNI PRIMA DELL'ARTICOLO, PINGITORE ERA STATO ATTENZIONATO DAL SIFAR, SU DISPOSIZIONE DEL COLONNELLO GIOVANNI ALLAVENA COMANDANTE DEL CENTRO DI CONTROSPIONAGGIO DI ROMA, COME SOSPETTO SEGUACE DELL'ORGANIZZAZIONE PARAMILITARE TERRORISTICA FRANCESE OAS-ORGANISATION ARMÉE SECRÈTE… -
Estratto del libro “Delitto Moro - Carte nascoste” in uscita per Kaos Edizioni pubblicato da il "Fatto quotidiano" La destra reazionaria indirizzò ad Aldo Moro un minaccioso avvertimento pubblico nel novembre del 1966 (...). Un periodico della compagnia di varietà "Il Bagaglino", fondata l'anno prima da ambienti vicini alla destra neofascista romana, pubblicò l'articolo intitolato "Dio salvi il Presidente", sottotitolo: "Quindici uomini vegliano sulla vita dell'onorevole Moro. Ma sarebbero sufficienti a difenderlo contro un Oswald italiano?".
Lee Oswald era il killer di John Kennedy. (...) Lo scritto era ricco di sibilline evocazioni di morte per attentato e comprendeva la menzione di via Mario Fani: È al sicuro la vita del Presidente Moro? (...) Questo servizio giornalistico si prefigge appunto lo scopo di cooperare alla vigilanza.
La casa - Gli uomini di Moro sono quindici (...) si muovono alle dirette dipendenze di un questore, il dottor Giulio Saetta (...). Sono reclutati tra il fior fiore della Pubblica sicurezza e dei Carabinieri. La loro base è l'abitazione stessa del Presidente del Consiglio (...) Almeno quattro volte per settimana l'ispettore generale Saetta partecipa direttamente al servizio del Presidente. (...) Il servizio consiste soprattutto nella vigilanza della casa del Presidente e nella scorta durante gli spostamenti.
La casa dell'on. le Moro si trova in via del Forte Trionfale, al numero 79. (...) La scelta dell'abitazione appare appropriata. Precedentemente, infatti , la famiglia del Presidente abitava in una strada affollata a ridosso del frequentatissimo viale Libia. Un luogo zeppo di palazzoni, che sembrava fatto apposta per gli attentati alla Oswald. Bene ha fatto il Presidente a cambiare. (...) Le dolenti note cominciano, invece, quando dalla casa si passa alla strada. (...) Il Presidente Moro, da quell'uomo ordinato e metodico che è, ha una giornata rigorosamente organizzata. (...)
Si configura così uno "schema-tipo" di movimenti che sembra fatto apposta per essere sfruttato da eventuali attentatori. (...) L'on. Moro lascia la sua abitazione alle 8.30 in punto. Prende posto insieme alla consorte su una "Flaminia" blu ministeriale o su un'"Alfa 2600" dello stesso colore. Questa delle 8.30 è l'ipotesi che configureremo nello "schema A". Tracceremo poi uno "schema B" per i giorni in cui, come spesso avviene, il Presidente Moro si muove di casa mezz' ora più tardi , alle 9.
Schema A - Il Presidente e sua moglie salgono sull'automobile ministeriale. La macchina viene preceduta da una "Giulia" bianca e seguita da un'altra "Giulia" blu. Sulla prima, che funge da staffetta-battistrada, prendono posto quattro carabinieri. Sull'altra, che chiude la marcia, salgono tre agenti di Pubblica sicurezza, di cui uno autista, e il funzionario di servizio (il questore Saetta o il commissario comandato). L'on. Moro con la consorte siede nel sedile posteriore della macchina centrale dalla parte sinistra.
Alle 8.31 la piccola autocolonna si mette in moto, percorre tutta la via del Forte Trionfale, a quell'ora quasi sgombra, e arriva all'incrocio con via Trionfale (...). All'incrocio il corteo deve necessariamente fermarsi (...) Una volta imboccata la via Trionfale, le tre automobili, sempre nell'ordine anzidetto, la percorrono per circa 600 metri fino alla piazza di Monte Gaudio. Qui girano a sinistra e si portano sullo spiazzo in cui sorge la parrocchia di San Francesco a Monte Mario (...) In chiesa l'on. Moro prende posto al terz' ultimo banco della fila di destra.
Un agente si pone alle sue spalle, un altro resta sulla porta, un terzo occupa l'ultimo banco della fila di sinistra. Gli altri si fermano all'esterno e vigilano l'ingresso al tempio e le adiacenze. (...) La chiesa, benché piccola, è abbastanza frequentata, perciò alle 8.52, al momento della Comunione, si verifica un piccolo assembramento fra i fedeli, che in fila affollano il corridoio per accostarsi all'altare e ricevere il sacramento.
L'on. Moro, come un qualsiasi comunicando, è tra gli altri, gomito a gomito fra gente sconosciuta, abbandonato dalla scorta, alla mercé di chi gli sta attorno. (...) (Dopo la Chiesa) l'autocolonna, sempre con la "Giulia" bianca in testa, riprende la marcia. (...) Il Presidente fa ritorno a casa.
Alle 9.05 le tre automobili sono di nuovo davanti al numero 79 di via del Forte Trionfale. Come mai? Semplice: i coniugi Moro sono digiuni, per via della Comunione; tornano a casa per fare colazione. Il "breakfast" dura esattamente quindici minuti. Alle 9.20 il Presidente è di nuovo fuori, questa volta senza la moglie, che resta a casa mentre lui si dirige velocemente a Palazzo Chigi. (...)
Schema B - Lo "schema B" differisce dal precedente solo perché entra in funzione nei giorni in cui invece di uscire alle 8.30 l'on. Moro esce di casa alle 9. In questi casi il corteo si dirige sempre per la via Trionfale, arriva alla chiesa di San Francesco, ma non si ferma, prosegue ancora un po', quindi svolta a sinistra per via Mario Fani e poi per via della Camilluccia, fino ad arrivare alla Chiesa di Santa Chiara ai Due Pini, la chiesa-bene dei "vigna clarini".
Questo velenoso cocktail di "notizie riservate" (...) era firmato dal giornalista Pier Francesco Pingitore, caporedattore del settimanale di destra Lo Specchio, nonché autore di teatro e cabaret. Cinque anni prima di firmare l'articolo spionistico su Aldo Moro, il Pingitore era stato attenzionato dal Sifar, su disposizione del colonnello Giovanni Allavena comandante del Centro di controspionaggio di Roma, come sospetto seguace dell'organizzazione paramilitare terroristica francese Oas-Organisation armée secrète. (...)