Avvenire, 12 aprile 2022
La ripresa del turismo
Oltre la metà degli italiani (51%) avrebbe deciso di andare in vacanza nei prossimi mesi, con il 16% che ha già prenotato. Al netto di chi ci sta pensando, ma manifesta ancora un livello di indecisione (18%), gli italiani pronti sarebbero circa 30 milioni. Il 2022 segnerebbe un incremento dei flussi turistici nel Belpaese: quasi 343milioni di presenze e poco più di 92milioni di arrivi, con una crescita rispettivamente pari al 35% e al 43% rispetto all’anno precedente. Sono le stime per il 2022 dell’indagine di Demoskopika in occasione della Bit, Borsa internazionale del turismo. Una tendenza in crescita ma lontana dai numeri 2019, perché i pernottamenti dovrebbero segnare ancora un calo del 21,4% e gli arrivi un -29,6%. Effetto positivo comunque sulla spesa turistica: 26 miliardi previsti, in crescita dell’11,8% sul 2021.
Segnali di ripresa per un settore dove, però, la guerra in Ucraina non risparmia pesanti contraccolpi: poco meno di 6 milioni di nostri connazionali hanno già rinunciato alla vacanza per timore degli effetti del conflitto. Infatti per il 2022 viene stimata l’assenza dall’Italia di oltre 300mila turisti ucraini e russi con una riduzione di 2,4 milioni di presenze e una contrazione della spesa turistica per quasi 180milioni di euro. Per il Molise – precisa la nota dell’Istituto di ricerca – non essendo presente l’imposta di soggiorno, si è preferito non stimare il dato. Viene sottolineato inoltre che la previsione dei movimenti turistici potrebbe essere condizionata da un eventuale blocco temporaneo di tale imposta deciso da qualche Comune. Inoltre, la pandemia ha moltiplicato la presenza sul mercato del ’turista sostenibile’. In questo mutato quadro, spiega Raffaele Rio presidente di Demoskopika, «è necessario sfruttare consapevolmente le risorse del Pnrr per sostenere la ripresa del turismo dirigendo risorse anche verso aree individuate sulla base della concentrazione di un’offerta di servizi integrati e della capacità di attrarre le nuove tendenze. Il turismo come lo abbiamo conosciuto fino a qualche tempo fa – aggiunge Rio – è probabilmente, se non definitivamente, in letargo. Il sistema ha necessità di subire una profonda trasformazione in chiave di sostenibilità per rispondere adeguatamente ai nuovi comportamenti di acquisto. Gli individui, al momento della scelta della vacanza prestano sempre maggiore attenzione al rispetto delle comunità locali, all’interesse di vivere esperienze uniche immersi nella cultura e nella specificità dei territori».
Come certifica l’Istat è ancora forte l’impatto della pandemia sulla ripresa della domanda turistica, infatti nel 2021 i viaggi dei residenti in Italia sono stati 41 milioni e 648mila (281 milioni e 491mila i pernottamenti), prossimi ai livelli del 2020 ma lontani da quelli precedenti alla pandemia del 2019. Timidi segnali di ripresa si registrano per le vacanze di 4 o più notti (+25%) e per le vacanze estive. Le persone che hanno fatto almeno una vacanza tra luglio e settembre sono il 33,9%, contro il 30,9% del 2020. In ripresa rispetto al primo anno di pandemia (+29%), i viaggi all’estero sono solo il 26% di quelli registrati nel 2019 mentre è stabile la scelta di località italiane (89,3% dei viaggi).