La Stampa, 12 aprile 2022
La fiammata dei Btp
Italia, Germania e Francia sono finite nel mirino della volatilità dei mercati finanziari. I rendimenti dei titoli di Stato di Roma, Berlino e Parigi hanno subìto una corsa al rialzo. Il Bund decennale tedesco ha superato quota 0,75%, il massimo dal 2018; il Btp italiano è andato oltre il 2,4%, valore che non vedeva dal marzo 2020. L’Oat francese ha toccato il massimo dal 2015, oltre l’1,3%, mentre il Bonos spagnolo è schizzato sopra l’1,75%, livello che non si toccava dal novembre 2018. Preoccupa il conflitto in Ucraina, ma anche l’attuale incertezza della Banca centrale europea (Bce), che questo giovedì è chiamata a fornire risposte su come intenderà rispondere all’inflazione, che negli Usa potrebbe superare l’8% su base annua.
Il fronte del Nord
A Francoforte sale l’incertezza su quale sarà il livello della discussione fra il versante di Christine Lagarde e del suo capo economista Philip Lane e il fronte dei banchieri centrali più aggressivi, come Austria, Germania e Paesi Bassi, che darà battaglia. Il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel, ha già detto che è giunto il momento di aprire la discussione su se sia corretto o no ritirare la liquidità straordinaria utilizzata per fronteggiare la pandemia già a giugno-luglio, per poter partire all’inizio del terzo trimestre con il rialzo dei tassi. Inoltre, rivolgendosi ai risparmiatori tedeschi, ha detto loro che a breve i tassi di interesse torneranno in positivo. Detto, fatto. Almeno in questa fase.
Le fibrillazioni
Ieri i rialzi dei rendimenti si sono osservati su tutte le scadenze delle curve, a eccezione di quelle più elevate. Elemento, quest’ultimo, «è fisiologico», secondo gli analisti di Société Générale. Nello specifico, il Btp a cinque anni ha toccato un rendimento dell’1,637%, in rialzo su base giornaliera di 8 punti base, mentre il corrispettivo tedesco ha registrato un aumento di 10 punti base allo 0,62% e il francese ha terminato a 0,86% la seduta (+6 punti base). Ma è ancora più significativo, e sintomatico della situazione di stress sui mercati, è la variazione percentuale rispetto a un anno fa. Più 1,729% per il Btp a dieci anni, più 1,352% per l’Oat transalpino, più 1,110% per il Bund tedesco. Valori che non si osservavano dalle fasi più severe della prima parte della pandemia.
I tassi
Quello che è certo è che la stragrande maggioranza dei trader è passato a prezzare oltre 65 punti base di rialzi dei tassi della Bce entro la fine dell’anno, rispetto a circa 60 punti base prima di venerdì. Uno degli ultimi esempi è dato da Goldman Sachs, che si attende che la Bce aumenti i tassi di 25 punti base sia a settembre che a dicembre, per l’anno in corso e tre inasprimenti della politica monetaria nel corso del 2023, a marzo, giugno e dicembre. Al netto di ulteriori deterioramenti del conflitto. «Manteniamo la nostra opinione che il Consiglio direttivo continuerà con due rialzi all’anno fino a quando il tasso di equilibrio dell’1,25% non sarà raggiunto», hanno spiegato Sven Jari Stehn e Sören Radde, analisti di Goldman Sachs. I quali però vedono «rischi verso un ritmo più veloce e un tasso finale più alto, in particolare se dovessero emergere significativi effetti secondari nelle aspettative di inflazione e nella fissazione dei salari».
L’allarme della Casa Bianca
L’impatto è avvenuto anche sul fronte dello spread. Il differenziale di rendimento tra Btp decennali e omologhi bund ha chiuso a 164,5 punti, in linea con l’apertura a 164,7. Contrastate, con venti al ribasso, le piazze finanziarie europee. Milano ha chiuso al -0,28%, Londra ha ceduto lo 0,65%, Francoforte lo 0,61 per cento. Solo Parigi ha tenuto, salendo dello 0,12 per cento. Il tutto in attesa della nuova volatilità che gli operatori si attendono già oggi. Ora occhi puntati sui prezzi statunitensi, che potrebbero toccare nuovi record. «Prevediamo che l’inflazione principale di marzo sarà straordinariamente elevata», ha detto il segretario stampa della Casa Bianca, Jen Psaki, alla vigilia del rilascio dei dati sull’indice dei prezzi.