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 2022  aprile 11 Lunedì calendario

Carlos Alcaraz, nuovo fenomeno del tennis, si racconta

Carlito va veloce. Un anno fa era numero 130 del mondo, oggi bussa alla porta dei primi dieci, potrebbe entrarci già qui a Monte-Carlo. Con la vittoria a Miami ha superato Sinner, in agenda inevitabilmente c’è il numero 1. Adelante, ma con giudizio, altrimenti coach Ferrero, che n.1 lo è stato, si arrabbia. Intanto eccolo qui, Carlos Alcaraz, il futuro del tennis. Volto alla Belmondo, ma sorriso da buono, maniere da gentleman e un repertorio che sembra la sintesi di Federer (aggressività), Nadal (tenuta mentale) e Djokovic (elasticità).
Carlos, dopo il successo nel Masters 1000 di Miami a neanche 19 anni, che cosa ci dobbiamo aspettare da lei?
«Ovviamente ho cambiato i miei obiettivi. Sono vicino a entrare nei top 10, voglio giocare le Atp Finals. Poi mi piacerebbe vincere uno Slam. Alla fine della scorsa stagione puntavo a un 500, e ce l’ho fatta; poi a Miami è arrivato anche un 1000. Almeno una finale o una finale Slam vorrei portarla a casa».
Le Finals quanto sono importanti?
«Molto. Lì si incontrano i migliori al mondo. È una grande sfida per me, ma voglio far parte di quel gruppo a Torino».
Quando ha capito che il tennis sarebbe stato il suo mestiere?
«Attorno ai 14-15 anni quando ho iniziato a vincere qualche torneo. Non c’è stato un momento o una partita in particolare, diciamo che ho guadagnato i primi punti Atp e mi sono accorto che battevo chi stava fra i primi 300 mi sono detto: ok, Carlos, puoi fare il tennista».
Mai pensato a fare altro?
«Mai».
Challenger di Alicante 2019, Alcaraz batte Sinner 6-2 3-6 6-3. Lei aveva 14 anni, Jannik 16. La vostra è la rivalità del futuro?
«Be’, lo spero. Jannik è un gran giocatore, ha già vinto dei tornei e battuto gente forte. Spero che ci incontreremo molte volte nei prossimi anni».
Anche Berrettini
«Matteo è già là. È un top ten da tempo, uno che si batte per gli Slam. E serve fortissimo».
Il suo coach Juan Carlos Ferrero che dice?
«Sempre la stessa cosa: di stare calmo. Non vuole che pensi che a Monte-Carlo posso entrare fra i primi 10, figuriamoci fra i primi 5».
L’hanno già paragonata a Nadal, Federer, Sampras, Agassi…
«Scelgo Rafa. È spagnolo come me, è sempre stato il mio idolo, fin da piccolo guardavo i suoi match in tv. Allenarmi con lui è stata una grande emozione».
Sulla terra e sul cemento è già competitivo. Come se la cava con l’erba? Scusi l’ingombrante paragone, ma Rafa a Wimbledon ha vinto due volte…
«Sul verde ho giocato solo due volte, ma penso che il mio tennis ci si adatti bene. Con un po’ di esperienza credo di poter diventare forte sull’erba».
In tanti, a partire da Carlos Boluda, hanno fallito nel ruolo del «nuovo Nadal». Il suo segreto?
«Conosco la storia di Boluda, non è riuscito a reggere la pressione. Io cerco di non pensare che sono il nuovo Nadal, o che devo a vincere quanto lui. Voglio essere Carlos Alcaraz, e basta. Altrimenti mi metterei troppa pressione. Se immagini di vincere 21 Slam, ti fai del male».
A Miami ha vinto Iga Swiatek, che ha 20 anni: siete la nuova coppia regina del tennis?
«Non la conosco bene, le ho inviato un messaggio dopo Miami. Ma non mi ha risposto…».
Peccato, come mai?
«Non fraintendetemi: riceve mille messaggi e non credo abbia il mio numero in memoria».
Che cosa è cambiato da settembre a gennaio?
«A fine anno per due settimane non ho giocato a tennis, ho curato solo la parte fisica. A fine 2021 non avrei retto due partite di fila al quinto set, oggi sento che più ne giocherò meglio mi sentirò. Sono migliorato anche mentalmente. Diciamo che sono più maturo».
L’ha chiamata persino il re di Spagna.
«Mi ha fatto le congratulazioni, spero di incontrarlo a Madrid».
A scuola in che cosa va bene un fuoriclasse del tennis?
«A me piacciono la matematica e la fisica».
Un libro che l’ha colpita?
«Non leggo libri».
Più dura vincere uno Slam o prendere la patente?
«È stata tosta. Ero molto, molto nervoso. L’esame è durato 15 minuti, e alla fine ero sudato».
Vanno di moda i film sui tennisti. Da quale attore vorrebbe essere impersonato?
«Domanda Difficile. Dico Leonardo Di Caprio».
Per chiudere: con il pallone come se la cava?
«Tifo per il Real Madrid, ma mi spiace deludervi: non sono un granché».
Chi è il suo calciatore preferito?
«Che domande: Cristiano».