11 marzo 2022
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Biografia di Beppe Fiorello (Giuseppe F.)
Beppe Fiorello (Giuseppe F.), nato a Catania il 12 marzo 1969 (53 anni). Attore. Fratello di Rosario (n. 1960, intrattenitore, il «Fiorello» per antonomasia), Catena (n. 1966, scrittrice e autrice televisiva) e Anna (n. 1961, la meno famosa, fa la negoziante) • «L’ex timido di casa» (Silvia Fumarola, la Repubblica, 16/3/2013) • «Fiorellino» • Uno degli attori più richiesti. Fisico asciutto. Occhi che ridono. Grande espressività • Debuttò al cinema con L’ultimo capodanno (Marco Risi, 1998), ottenne un grande successo con C’era un cinese in coma (Carlo Verdone, 1998), dove interpretava la parte del comico spogliarellista Nicola Renda. Specializzatosi in fiction, ha impersonato, tra gli altri, Salvo D’Acquisto, Joe Petrosino, Giuseppe Moscati e Paolo Borsellino. Visto in tivù, tra le altre cose in: Volare – La grande storia di Domenico Modugno (Riccardo Milani, 2013), L’oro di Scampia (Marco Pontecorvo, 2014), L’angelo di Sarajevo (Enzo Monteleone, 2015), da ultimo Gli orologi del diavolo (Alessandro Angelini, 2020). Tra i suoi film: Il talento di Mr. Ripley (Anthony Mingella, 1999), Baarìa (Giuseppe Tornatore, 2009), Magnifica presenza (Ferzan Özpetek, 2012), Benvenuto presidente! (Riccardo Milani, 2013); Se chiudo gli occhi non sono più qui (Vittorio Moroni, 2014), Era d’estate (Fiorella Infascelli, 2015), da ultimo L’afide e la formica (Mario Vitale, 2021) • È stato anche produttore, sceneggiatore, regista, giurato del festival di Sanremo • Ha detto: «Se sono arrivato a fare i film d’autore è grazie alla fiction. Per questo mi arrabbio quando qualche collega spara a zero contro la tv».
Titoli di testa «“Fiore’, raccontaci bene”. Sul set di Scampia quella mattina Giuseppe Fiorello era pure in ritardo. Stava correndo per raggiungere il luogo delle riprese, quando un’anziana signora riuscì per un attimo a fermarlo. “Fiore’, mi raccomando, raccontaci bene”. L’attore si fermò, la guardò negli occhi. “A Scampia” racconta oggi Beppe Fiorello “c’è tanta gente che con la camorra e i morti ammazzati non c’entra nulla. Esiste anche molto altro. A quella signora risposi con gli occhi che sì, noi eravamo lì per raccontare proprio quello. Ci siamo abbracciati”» (Alberto Anile, Tv Sorrisi e Canzoni 4/2/2014).
Vita Nato a Catania, ma cresciuto ad Augusta. Da bambino guarda le ciminiere del petrolchimico della città e gli sembra di vedere lo skyline di New York. Il padre, Nicola, radiotelegrafista della Guardia di Finanza, «era un bell’uomo: alto, magro, capello impomatato, vestito di lino bianco col fazzoletto blu nel taschino, la sigaretta in bocca. Lo salutavano tutti con un sorriso, un’immagine antica e moderna insieme». Di temperamento «simpatico, vitale, fascinoso, con la battuta pronta. Ci perdonava tutto» «Raccontava grandi storie. Quando telefonavo a qualche amico, le madri rispondevano: è uscito con tuo padre, forse li trovi al bar...». La madre, Maria Rosaria, invece «è stata più severa, ci ha insegnato a vivere» • «Da piccolo con i miei amici stavamo in giro per strada, scavalcavamo le recinzioni e spesso, dopo una partitella di pallone, ci nutrivamo di carrube. Certe scorpacciate. Ma in Sicilia cresceva anche una pianta particolare, da noi in dialetto si chiama milicuccu (bagolaro in italiano), che produce un’oliva microscopica, con un nocciolo duro ma una polpa molto dolce: era la nostra passione. Oltre ai vari furtarelli di arance meravigliose». Per il piccolo Giuseppe, il momento clou della stagione è aprile, quando in Sicilia è già estate. «Andare a scuola in quelle giornate di sole era una sofferenza, i bambini del nord non possono conoscere questa sensazione: le finestre della mia aula davano su una baia, a due passi dall’acqua turchese, stare attenti a quello che diceva la maestra era difficile. Così certe mattine non entravamo e andavamo al mare a raccogliere i ricci con una maschera scassata. Non era semplice tornare a casa senza lasciare traccia di salsedine: le nostre madri usavano un sistema tecnologico per scoprire se eravamo andati in spiaggia, la leccata del braccio». Ride mimando la scena, «e lì partivano gli schiaffoni» (Fumarola) • A casa Fiorello, è Rosario a tenere banco: «Capirai, ero timidissimo. Con un fratello come il mio, pure se parlavi normalmente, era come se non avessi detto niente. Scomparivi». «Pare lo avessero detto al primo vagito: “Rosario sostituirà Baudo”. Era un trascinatore. Rosario e Catena sono gli estroversi. Io e Anna quelli riservati. Mamma, che è una roccia, è come noi; papà era solare». «Da ragazzino temevo il suo improvviso coinvolgimento, per un timido Rosario è un pericolo...». «Sono stato un ragazzo complicato, timidissimo. Da adolescente ero tutto ricci e brufoli, non ero simpatico nè ammaliante, al massimo suscitavo tenerezza». «Ero anche molto silenzioso, a casa pensavano che avessi qualcosa che non andava. Ma avevo come contraltare Rosario: anche una persona normale sarebbe sembrata taciturna». «Tra me e lui ci sono nove anni di differenza. Ho sempre avuto rispetto nei suoi confronti, ma da giovane mi intimidiva. È così travolgente che non trovavo lo spazio per esserci. Non è un uomo egocentrico, anzi, ma è un vortice, un vulcano che trascina tutto quello che c’è intorno, sempre in eruzione. Io invece sono un vulcano dormiente, che prima o poi scoppia. Sono più indecifrabile, chiuso. Forse per questo tra di noi ci sono poche parole dette, ma un grande amore» • Nicola Fiorello muore a 58 anni, stroncato da un infarto. Al funerale c’è tutto il paese. «Quando papà se ne è andato avevo 21 anni, non ci siamo potuti parlare da uomini. Rosario per me è stato un padre». «Noi fratelli gli dobbiamo la vita, non è un "fratello paterno", è un Peter Pan, ma bastava la sua presenza a darci sicurezza». «Ha iniziato seguendo le orme di Fiorello nei villaggi vacanze, prima come addetto alle luci, poi in scena, anche lui; in tv come Fiorellino, e già in quel diminutivo c’era l’ombra del fratello, che pure gli aveva sconsigliato di rifare il karaoke. “Troppi paragoni, il successo di Rosario era stato pazzesco. Un errore. Ma volevo provare, sapendo che non era la mia strada: essere ‘il fratello di’ all’inizio ti aiuta, ma poi devi dimostrare che vali. Io non sono uno showman, non sono esuberante, ho paura del pubblico. Ma sognavo di recitare”» (Fumarola).
Amori Due figli, Anita (2003) e Nicola (2005), avuti con la moglie Eleonora Pratelli, sposata il 16 ottobre 2010. «Nei colpi di fulmine, di solito, ci si spoglia. Lei, invece, mi ha vestito. Mia moglie cura il look degli attori, gestisce l’immagine degli eventi cinematografici. Stavo promuovendo il film C’era un cinese in coma di Carlo Verdone. Sono entrato nel suo ufficio, mi ha squadrato e mi ha scelto gli abiti. Poi, qualche settimana dopo, per caso ci siamo incontrati sullo stesso aereo, vicini di posto. Era Roma-Los Angeles, non proprio un volo comune. In America ci siamo frequentati e una sera con altri amici abbiamo affittato una limousine. E quando tutti sono andati a dormire, noi siamo rimasti lì: due italiani in limousine a girare per la città. E a innamorarsi» (a Marina Speich, Grazia 10/9/2015). L’ha conquistata «con la simpatia. Ma dopo qualche anno sono diventato un disastro, un uomo pesantissimo. È lei la colonna, l’energia, la positività che circola in famiglia. Io sono tendenzialmente un malinconico, un catastrofista. Anche con i nostri figli: Eleonora è gioiosa, li fa sempre sognare. Io sono rigido, metodico, anche se adesso sono più rilassato, grazie a lei. Le devo molto».
Politica Ha interpretato il sindaco di Riace Mimmo Lucano nella fiction Tutto il mondo è paese, la cui messa in onda, inizialmente prevista per la stagione 2018/2019, fu cancellata dopo che Lucano finì indagato per truffa aggravata ai danni dello Stato e dell’Unione europea, concussione, abuso d’ufficio, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti urbani a due cooperative locali che impiegavano migranti. Nel settembre 2021, quando il Tribunale di Locri lo condannò in primo grado a 13 anni e 2 mesi per truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio, Fiorello lo difese: «Mimmo ha detto al mondo che la Calabria può essere libera, e questa cosa non ha fatto comodo. Io continuerò a stargli accanto per sempre».
Tifo Sua squadra ideale: Buffon in porta; Sagnol, Campbell, Ayala, Oddo in difesa; Luis Garcia, Lampard, Gattuso e Totti a centrocampo con Ronaldinho e Del Piero in attacco.
Vizi Ha un vizio, «fare il casalingo. Non spenderei tanti soldi per un’auto di lusso, ma per un forno, un elettrodomestico, un frigo sì. Ho disegnato la mia ultima cucina e l’ho fatta fare a un bravissimo ebanista pugliese» (Speich).
Curiosità Gli piace andare in bici per le campagne dell’Umbria • Torna volentieri a nuotare in Sicilia • Per fare il pugile Marcello nella fiction Il bambino della domenica mise su otto chili e, per sei mesi, si sottopose a due sedute giornaliere di ginnastica di 45 minuti l’una (500 flessioni e 500 addominali) • Ha una sua teoria: «Il frigo non deve mai essere pieno, perché è un delitto buttare il cibo. Bisognerebbe studiarlo a scuola, inserirlo nella Costituzione italiana: “Mangiate bene e sarete buone persone”. Che siamo quello che mangiamo è una verità assoluta. Guarda caso la società di oggi è molto più stressata, aggressiva, violenta perché secondo me c’è anche una componente alimentare sbagliata» • «Che tipo di uomo è lei? Uno che vuole tenere tutto sotto controllo? “Non mi piace essere colto di sorpresa. Il futuro non mi fa paura, ma mi insospettisce”. Che cosa succede se uno le fa una festa a sorpresa? “Quando è capitato ho fatto scenate terribili a chi me l’aveva organizzata. Da questo punto di vista sono insopportabile. Ma ho altri grandi pregi”» (Speich) • Se dovesse scegliere tra i personaggi dei Promessi Sposi, vorrebbe essere Lucia: «In fondo è il motore di tutto il romanzo» • «Gli amici la trovano cambiata? “Vado periodicamente in Sicilia anche per sfruttare il loro sguardo su di me e capire se ho ancora i piedi per terra. Coi primi successi erano cambiati loro, e li smontavo subito: Sugno sempri chiddu di prima”» (Fumarola) • Dopo aver ritrovato per caso, dopo tanti anni, una lettera di suo padre, ha deciso di tenere un diario che i suoi figli potranno leggere quando sarà morto. «Da quando lui è scomparso ho la sensazione di non essere mai in equilibrio. Mi mancano il suo sguardo, il suo applauso. È stato il primo a vere oltre la mia timidezza un’anima da poeta e un attore» (Tiziana Mantovani, Chi, n. 36, 08/09/2010).
Titoli di coda «Sa di cosa sono fiero? I due personaggi che papà ricordava sempre erano Joe Petrosino e Salvo D’Acquisto. Li ho interpretati tutti e due».