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 2022  marzo 17 Giovedì calendario

Biografia di Luc Paul Maurice Besson

Luc Paul Maurice Besson, nato a Parigi il 18 marzo 1959 (63 anni). Produttore cinematografico, sceneggiatore e regista francese «tanto amato dal pubblico quanto stroncato dalla critica d’oltralpe».
Titoli di testa «Il segreto di tanta energia è nella mia condizione di eterno innamorato. Del cinema, che non perderà mai la capacità di farci sognare. E delle donne, più interessanti e più vicine al segreto dell’esistenza di noi uomini».
Vita Nato nel XV arrondissement di Parigi, per i suoi otto mesi i genitori – due istruttori subacquei d’estate, di sci d’inverno – gli regalano come animale da compagnia un leone. Un felino di 80 chili che spesso lo culla tra le sue zampe [Balle, Le Parisien] • Sin da quando compie quattro anni segue i suoi in Croazia nei mesi estivi, sulle Alpi in quelli invernali: «Luc non parla quasi mai, ora ha per amico solo un cane, che si chiama Socrate. A cinque anni, stufo di sentire i suoi litigare, tenta la fuga rinchiudendosi nel cofano di una macchina. Quando i suoi lo vengono a sapere scoppiano a ridere» [Balle, Le Parisien] • A otto anni i genitori lo portano in Grecia, sull’isola di Ios: «Il più bel periodo della mia infanzia». Sub provetto, appena può va a nuotare con i delfini: «Con una pietra e un pezzo di legno creavo diligenze, navi spaziali, barche: l’immaginazione compensa, crea dei mondi. Ed è stato allora che ho iniziato a svilupparla» [Finos, Rep] • Quando torna a Parigi, vede la madre finire in ospedale dopo un violento litigio con il padre: «Costole rotte, volto sfigurato, pancia tumefatta» [Balle, Le Parisien] • L’inizio della sua adolescenza la passa tra Valloire, in Savoia – dove il papà ha aperto una discoteca e la mamma una crêperie – e Parigi, dove divide con la madre una stanza di 8 metri quadri • Poco dopo i suoi si separano e si rifanno una vita nella quale Luc non è realmente previsto [Balle, Le Parisien] • Pessimo alunno, finisce in un collegio, si annoia, fa a botte con i compagni, passa il tempo a leggere fumetti. Il suo preferito? Le avventure di Valérian et Laureline. Al cinema s’incanta davanti a Il libro della giungla e Lilli e il vagabondo. Ha una sola certezza: «da grande farò il delfinologo!» • A 13 anni si mette a scrivere, prima 300 pagine sui delfini: «piene di errori di ortografia», poi la storia di un uomo tanto grosso quanto stupido che vince un viaggio ad anni luce dalla Terra. A 14 monta spettacoli comici, e si appassiona alla fotografia: immortala una sua amica «nuda in una vasca, come David Hamilton» [Balle, Le Parisien] • A 17 anni un incidente gli impedisce di fare immersioni prolungate ma capisce che può riunire tutte le sue passioni realizzando film. Il patrigno gli fa conoscere il regista Patrick Grandperret che lo porta sui set. Lascia gli studi per fare la gavetta [Balle, Le Parisien] • Il giovane Luc non esita a raccontare bugie o a minacciare colleghi pur di farsi strada [Balle, Le Parisien] • A 19 anni va per la prima volta a Cannes, dorme sulla spiaggia. Conosce Jean Reno e gli offre un ruolo in un film di Raphaël Delpard a cui fa da assistente • Vola a Hollywood per imparare le tecniche del cinema americano. Quest’esperienza lo forma profondamente • A suo ritorno incontra poi Pierre Jolivet con il quale scrive e gira il suo primo cortometraggio, L’avant-dernier. Il duo decide di adattare la storia per farne un film e nel 1983 esce Le dernier combat. La pellicola vince il Premio Speciale della Giuria al Festival di Avoriaz e permette a Besson di farsi conoscere • È stato grazie a Chantal Goya, una Cristina D’Avena francese, che la casa di produzione Rca ha potuto mettere i soldi nel suo film: «Dall’alto dei miei 20 anni, quando seppi che il capo di Rca, appassionato di free jazz com’era, s’era abbassato a produrre una cantante come Chantal Goya mi scandalizzai. Quando però capii che senza il successo di lei, io non avrei potuto godere del mio mi resi conto di essere un vero cretino, un idiota che non guardava oltre il proprio orticello. Alla fine il successo di una persona è una promessa per tutte le altre. Da allora ho una grande stima per Chantal Goya, per le sue canzoni, e la ringrazio per avermi permesso di fare il mio primo film» [Luc Besson, Enfant terrible, Xo Editions] • Nel 1985 dirige Isabelle Adjani e Christophe Lambert nel secondo film, Subway, «una storia d’amore ambientata nei cunicoli della metropolitana che il regista trasforma in uno spazio fantascientifico» [ComingSoon] • Nel 1988 arriva la consacrazione con Le Grand Bleu, film girato in parte nell’isola di Ios: «Il film, però, viene stroncato dai critici a Cannes, anche se ottiene un grande successo presso il pubblico, ma ha un difficile percorso perché in Italia l’uscita viene bloccata per la causa intentata da Enzo Maiorca, che si ritiene leso dalla rappresentazione negativa del suo personaggio» [ibid.] • All’inizio degli anni Novanta fonda la sua prima casa di produzione Les Films du Dauphin • Nel 1992 fonda una seconda casa di produzione, Leeloo Productions, ribattezzata EuropaCorp nel 2000. Abile produttore, finanzia numerosi blockbuster (di cui scrive anche la sceneggiatura): Taxxi, Yamakasi - I nuovi samurai, Wasabi, The Transporter, Taken • Da allora sforna un successo dopo l’altro: Nikita con la moglie Anne Parillaud (1990), Léon con una Nathalie Portman appena tredicenne (1994) • Nel 1994, boicotta la 20esima cerimonia dei César che ha premiato Quattro matrimoni e un funerale di Mike Newell e non Schindlerlist di Steven Spielberg • Il César come miglior regista lo vincerà con Il quinto elemento, film del 1997 con Bruce Willis e Milla Jovovich (vedi sotto “Amori”). Nel 1999 dirige di nuovo la Jovovich in Giovanna d’Arco, altro successo al botteghino • Negli anni gira diversi spot pubblicitari e video clip musicali. Tra questi: Isabelle Adjani per Pull Marine (1984), Serge Gainsbourg per Mon légionnaire (1988), Madonna per Love Profusion (2003) • Negli anni 2000 dedica diversi anni alla realizzazione del suo racconto ecologico per bambini, Arthur e il popolo dei Minimei, uscito nel 2006, diventato negli anni successivi una trilogia. Nel 2010 è la volta di Adèle e l’enigma del faraone, film basato sul fumetto Les Aventures extraordinaires d’Adèle Blanc-Sec • Besson continua le sue prestigiose collaborazioni con Robert De Niro e Tommy Lee Jones (Cose nostre - Malavita), o con Scarlett Johansson (Lucy) • Nel 2012 ha inaugurato il più grande complesso di studi cinematografici d’Europa, La Cité du Cinéma, a Saint-Denis, periferia di Parigi. All’interno dei locali c’è anche una scuola di cinema: «Era assurdo che il mio Paese, leader europeo con 251 film prodotti ogni anno, non avesse i suoi studios, come i vostri di Roma, o gli inglesi Pinewood, o i tedeschi Bavaria. Così ho avuto l’idea di metterli su io nella periferia parigina dura, pericolosa. Ma che per me è meglio di tante altre: ci vive gente meravigliosa» • Nel luglio 2017, esce Valérian e la città dei mille pianeti, adattato dal fumetto Valérian et Laureline, che da piccolo divorava: «Durante le riprese del Quinto Elemento Mézieres, il disegnatore del fumetto mi disse; “Perché fai questo stupido Quinto elemento e non Valérian?. Rileggo la mia collezione e replico che è troppo complicato: migliaia di alieni e mondi. Così, ho aspettato la tecnologia giusta, la preparazione e il coraggio» • Il film è dedicato a suo padre: «È stato lui a regalarmi il primo fumetto di Valérian, è scomparso durante le riprese. Gli ho dedicato il film, sperando che lassù ci siano bellissime sale in 3D dove potrà vederlo» [a Finos, Rep]. Il film è costato 180 milioni di euro • «Spesso la gente mi dice che io nel cuore sono rimasto un bambino. Ed è così: sento ancora molto le emozioni e i desideri della mia infanzia, ne ho una memoria precisissima. Di allora mi è rimasta la voglia di esplorare, di cercare, di non fermarmi» • Nel 2019 Anna: «Luc Besson fa fronte alla crisi finanziaria della sua casa di produzione realizzando un film d’azione esagerato che funziona a meraviglia, evocando la vecchia ambizione di fare cinema popolare e fracassone (anche) in Francia e ritornando ai fondamenti del suo cinema, al suo archetipo femminile e a un’epoca per lui più spensierata. Ambientato tra il 1985 e il 1990, Anna ricicla la formula immortale del divertissement, a girl and a gun, che trova in Besson un servitore devoto e appassionato» [Gandolfi, MyMovies]. Il film è stroncato dalla critica americana • Nel 2020 il fondo americano Vine Alternative Investments ha comprato la sua casa di produzione EuropaCorp e nel 2021 la Eagle Pictures France s’è presa gli Studios de Paris, à Saint Denis per 33 milioni di euro: «Costati 30 milioni di euro nel 2012, gli studios non hanno mai fatto soldi. I nove set sono le vittime collaterali dei problemi finanziari di EuropaCorp, la società di Luc Besson che, schiacciata dai debiti, non ha più girato un film da Anna». Proprietari erano Luc Besson per 9,9%, la sua ex EuropaCorp per il 40%, Euromedia per 25,01%. Il restante 25 % apparteneva al produttore franco-tunisino Tarak ben Ammar che con la sua Eagle Pictures France se li è ricomprati [Capital.fr] • Secondo Variety, Besson tornerà alla regia nel maggio di quest’anno con Dogman, un film in cui l’attore Caleb Landry Jones ritroverà il gusto di vivere grazie ai cani • Non sa ancora quando, ma Besson si dice certo che presto abbandonerà la regia: «Non voglio rischiare di fare un film di troppo».
Passioni Le donne: «Adoro le signore spiazzanti forti, toste, politicamente scorrette, lontane dal cliché della fragilità. Mi piacciono quelle che urlano, che fumano, che menano le mani. Che sanno difendersi da sole: anche senza un’arma in pugno» • La scrittura: «È la mia droga - rivela - non posso stare nemmeno un giorno senza scrivere. Per questo la sceneggiatura è la parte del mio lavoro che amo di più, rispetto alla regia o alla produzione. Primo, perché quando scrivi sei solo. Secondo, perché sei libero: come scrittore posso immaginare una scena con ventiduemila cammelli che avanzano, come produttore al solo pensiero mi viene un attacco di cuore! Terzo motivo, il più importante: nello scrivere siamo tutti uguali. Nel mondo ci sono sei miliardi di persone che hanno la possibilità di prendere carta e penna e scrivere qualcosa. Come regista, invece, non sono uguale agli altri, sono un privilegiato: ho un bagaglio di esperienza, e un budget, che tanti colleghi più giovani non possono permettersi» • Il cinema: «Non solo le persone della mia età, anche un ragazzino di dieci anni avrà sempre voglia di sognare davanti al grande schermo. Altro che morte del cinema: la fiaba, il “c’era una volta” l’uomo li coltiva da milioni di anni, da quando i primitivi cominciarono a fare disegni nelle caverne - la prima forma mai esistita di drive-in» • Il suo privato: «Moglie o non moglie, quando esco dal set e torno a casa, stacco il telefonino, e il lavoro me lo lascio completamente alle spalle. Negli ultimi dieci anni, non ho mai invitato a cena da me qualcuno che fa parte del business. Tengo molto a preservare da ogni contaminazione la mia vita personale: so essere anche molto aggressivo, nel difendere i miei spazi».
Amori Luc Besson ha sposato l’attrice Anne Parillaud nel 1986, dalla quale ha avuto una figlia, Juliette, nata nel 1987 • Nel 1991, a 32 anni, conosce alla cerimonia di premiazione dei César Maïwenn Le Besco, una giovane attrice di 15 anni. I due si innamorano, si sposano l’anno successivo e, un anno dopo, danno alla luce Shanna • Nel 1996, ancora sposato con Maïwenn, perde la testa per Milla Jovovich sul set del Quinto Elemento. In meno di un anno ottiene il divorzio e si risposa con l’attrice russa, naturalizzata statunitense. I due vanno a vivere a Cap Bénat, in Francia, in un castello di seicento metri quadri sul mare. L’idillio però durerà tre anni appena, fino al maggio 2000. Nel 2004, Luc Besson porta all’altare la produttrice Virginie Silla con la quale ha avuto tre figli: Thalia (nata nel 2001), Sateen (nata nel 2003) e Mao (nato nel 2005): «Sono un padre attento: lascio andare i miei figli avanti da soli, ma se hanno bisogno sono dietro di loro» • Virginie ha anche prodotto il suo Adèle e l’enigma del faraone: «Per me non è difficile avere un rapporto professionale con le donne che amo: avere accanto la mia partner, durante le riprese, non ha mai influenzato il mio modo di lavorare. Nel caso di Virginie tutto è andato particolarmente liscio: ci univa l’amore per il progetto. E poi il boss era lei, è lei che mi ha assunto. L’unica differenza, in questi casi, è che puoi permetterti di baciare davanti a tutti la produttrice o la protagonista del film…» • Il 9 dicembre 2021 un giudice di Parigi ha archiviato per «non luogo a procedere» il caso che lo vedeva accusato di stupro e violenze ai danni dell’attrice Sand Van Roy, sua amante tra il 2016 e 2018. In pieno #MeToo, altre 8 donne lo hanno accusato di molestie: «Non ho mai stuprato una donna, non ho mai messo le mani addosso a donna, non ho mai drogato una donna, non ho mai minacciato una donna, non ho mai costretto una donna a fare qualcosa, ma, lo ammetto, ho tradito mia moglie e ho mentito ai miei figli. L’ho fatto per due anni con Sand Van Roy e non era la prima volta. È successo diverse volte in questi ultimi 20 anni di vita insieme» (a BFMTV nel 2019).
Titoli di coda Ha fatto pace con la sua Francia? «Io con la Francia non ho mai litigato. Con i critici sì. Mi hanno ignorato prima perché commerciale, ora perché pretenzioso. In Francia non amano i vincenti. Non giudicano mai i miei film, ma solo me».