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 2022  marzo 29 Martedì calendario

Biografia di Eric Patrick Clapton

Eric Patrick Clapton, nato a Ripley (Inghilterra) il 30 marzo 1945 (77 anni). Chitarrista e cantautore britannico.
Titoli di testa «Fin da bambino sapevo di essere diverso, ma non sapevo perché»
Vita A Ripley Eric Clapton cresce serenamente fino a quando, a nove anni, non scopre che quella che pensava fosse sua madre, Rose Clapton, in realtà è sua nonna, che l’uomo che chiama papà, Jack Clapp, è il secondo marito di Rose e che Patricia Molly, la sorella maggiore che non ha mai visto e di cui ogni tanto sente parlare di nascosto in famiglia, è sua madre: lo ha partorito a 16 anni [Rolling Stone] • Il padre è un soldato canadese, già spostato in patria, che se n’è tornato a casa appena fina la guerra. Eric non lo conoscerà mai • Un giorno Patricia Molly torna a Ripley con altri figli, Eric le chiede se ha intenzione di fargli da madre. Lei risponde: «No. Con tutto quello che hanno fatto per te, puoi continuare a chiamare Rose e Jack mamma e papà» [Primi, Rolling Stone] • Da piccolo è dipendente dallo zucchero • La sua prima chitarra arriva quando ha 13 anni. Si innamora del blues: «Se non lo conoscete vi consiglio di cercare e ascoltare l’album Live at the Regal di B. B. King. Contiene tutto quello che c’è da sapere sul motivo per cui ho iniziato a suonare la chitarra». Il suo strumento però è talmente scassato che lui si convince a smettere: «E però non poteva sottrarsi al richiamo dello strumento e a 15 anni già registrava su nastro le sue performance mentre accompagnava i dischi blues che metteva sul piatto» [ibid.] • Nome del suo primo gruppo: Roosters • «Nel tempo libero suonavo con due gruppi amatoriali prima degli Yardbirds. Non sono rimasto con nessuna di quelle band per più di due settimane. Era più simile a una jam. Poi mi venne offerto un lavoro professionale dagli Yardbirds» • A 18 anni entra negli Yardbirds, si guadagna il soprannome di Slowhand, e avvia una carriera leggendaria, con una serie di collaborazioni incredibili e una quantità inverosimile di dischi venduti» [Rolling Stone] • Il 13 marzo 1965, non ancora ventenne, lascia il gruppo: «Se n’è andato dopo il successo di For your love perché gli faceva schifo l’idea di suonare in un gruppo commerciale» [Roberto Barbolini, Pesca al cantautore in Emilia]. Aggiunge il batterista Jim McCarty: «Non gli piaceva il modo in cui stavamo virando verso il pop piuttosto che verso il blues. A quel tempo tutto ruotava attorno ai singoli di successo. Dovevi produrre un singolo di grande successo per stare al passo. E provammo altre cose. Abbiamo provato cose del nostro repertorio. Ma per qualche ragione non hanno mai suonato alla grande negli studi inglesi. Non hanno mai davvero avuto il suono che trovammo dopo, quando registrammo ai Chess a Chicago e ai Sun a Memphis» [Rockol] • Per un periodo torna nella vecchia casa di Ripley, sostenuto da Jack e Rose in un momento di grande sconforto [Vecchio, Ondarock] • Poco dopo suona con i Bluesbreakers di John Mayall • Nel documentario Life in 12 Bars «una delle scene più belle di è quella di Bob Dylan nella sua stanza d’hotel durante il tour in Inghilterra del 1965 che guarda i Bluesbreakers in televisione: “Hey, quello è il nuovo chitarrista che è appena arrivato?” chiede ai membri della sua band. Quando Eric fa il primo assolo, Bob rimane a fissare lo schermo in silenzio con gli occhiali neri e la sigaretta in mano e dice solo: “Wow”» [Primi, cit.] • Vegetariano, astemio, con lunghi capelli e barba: «Mayall sembra un santone del blues e propone al giovane Clapton di sistemarsi nella soffitta della sua casa a Lee Green dove vive con la moglie Pamela. Eric accetta di buon grado, affascinato dalla immensa collezione di dischi di Mayall, con cui si intrattiene ogni giorno ad ascoltare e suonare musica, in particolare il blues elettrico della scuola di Chicago. Clapton e Mayall iniziano così il viaggio personale alla ricerca delle radici del Delta, dal sound primordiale sulle rive del Mississippi alla Chess Records, la storica etichetta di Bo Diddley, Chuck Berry ed Etta James. Seguendo il fiume, Clapton aderisce al sodalizio dei Bluesbreakers. Girano l’Inghilterra un concerto dopo l’altro, tra locali più o meno noti e un gradimento sempre più esteso nella scena blues. Eric arriva a un momento mai immaginato fino a poco tempo prima: suonare con il suo eroe Muddy Waters» [Vecchio, cit.] • È il 1966 quando compare il graffito realizzato con una bomboletta spray su un muro della stazione metro di Islington, a Londra: «Clapton is God» • «Meglio noto come Beano - dal titolo di una rivista antologica a fumetti pubblicata nel Regno Unito dalla fine degli anni Trenta - l’album John Mayall’s Bluesbreakers With Eric Clapton esce nell’estate del 1966 e passerà alla storia come uno dei lavori discografici più importanti dell’intera scena blues inglese. Un disco seminale, che (secondo la leggenda) convince subito un certo James Marshall Hendrix a procurarsi un amplificatore Marshall per sperimentare a suo modo i volumi di suono proposti da Clapton con la Gibson Les Paul Standard del 1959. Così Bluesbreakers With Eric Clapton diventa uno dei dischi più potenti mai sentiti prima di allora nel Regno Unito» [Vecchio, cit.] • Nella primavera del 1966 con Ginger Baker e Jack Bruce fonda i Cream: «La prima esibizione live è al Twisted Hill di Manchester nel luglio 1966, alla vigilia dell’attesissima finale di Coppa del Mondo poi vinta dall’Inghilterra contro la Germania Ovest con una storica tripletta di Geoffrey Hurst. Per i neonati, Cream è solo un riscaldamento, in vista del primo vero concerto al National Jazz and Blues Festival al Windsor Racecourse. Clapton, Baker e Bruce suonano davanti a 15.000 persone dopo l’incendiaria esibizione degli Who, raccogliendo subito un’incredibile ovazione. La stampa musicale è in subbuglio e qualcuno definisce i Cream “il primo supergruppo” del Regno Unito» [ibid.] • Dopo gli esordi revival, il trio è diventato famoso in tutto il mondo per le performance dal vivo, dove le canzoni venivano diluite in jam enormi e sconvolgenti, perfette per esaltare le qualità dei tre strumentisti [Rolling Stone] • Un punto di svolta nella carriera dei Cream arriva quando il boss della Atco, etichetta sussidiaria della Atlantic Records, Ahmet Ertegun, spiega a Stigwood che i Cream hanno un assoluto bisogno di sbarcare negli Stati Uniti per un primo tour dopo l’uscita di I Feel Free. È durante questo tour che Eric conosce B.B. King • Estate 1967: i Cream si imbarcano su un aereo per la California ed Eric conosce Mike Bloomfield e David Crosby. A New York, il produttore Ahmet Ertegun invita Clapton a conoscere una certa cantante chiamata Aretha Franklin per suonare la chitarra solista nel brano Be As Good To Me As I Am To You [ibid.] • Arrivati al culmine della fama planetaria, i Cream iniziano a vivere le prime tensioni interne. La situazione precipita nei primi mesi del 1968, quando Clapton viene iniziato a un nuovo gruppo chiamato The Band. Eric capisce perfettamente che i Cream non potranno mai e poi mai arrivare a un sound del genere. Alla fine di ogni concerto, Clapton fa la solita telefonata a Robert Stigwood: «Devo tornare a casa, non posso più farlo, mi devi tirare fuori da questa situazione». Con l’uscita di Wheels Of Fire, Il loro terzo album, Clapton sente che è arrivato il momento di dire basta. Il loro ultimo concerto si terrà il 26 novembre del 1968 alla Royal Albert Hall di Londra. Agli inizi del 1969 uscirà il loro ultimo disco: Goodbye [Vecchio, cit.] • In questo periodo frequenta Alice Ormsby-Gore, ex di John Lennon • Nel settembre 1968, Clapton viene invitato dall’amico George Harrison a lavorare a una serie di sovraincisioni in studio per il suo nuovo contributo a quello che verrà universalmente riconosciuto come The White Album: «Non posso farlo. Nessuno ha mai suonato in un disco dei Beatles». Harrison alla fine lo convince: Clapton suona la chitarra nella struggente ballata acida While My Guitar Gently Weeps, modificando il suo classico stile grazie all’uso di un oscillatore per un effetto tremolante che farà saltare i critici sulla sedia. Harrison in fondo ha avuto ragione: solo Clapton era in grado di poter suonare in un disco dei Beatles [Vecchio, cit.] • Nel 1969 acquista una villa in stile italiano nella quiete del Surrey. Passa le sue giornate in compagnia di George Harrison e di sua moglie Pattie Boyd, modella e fotografa. Si innamora di lei: «Credo che inizialmente fossi motivato da un miscuglio di lussuria e invidia ma tutto è cambiato quando l’ho conosciuta davvero. Ho messo gli occhi su Pattie per la prima volta nel backstage del Saville Theatre di Londra dopo un concerto dei Cream, e pensai fosse bella in maniera inusuale. Questa prima impressione si è poi rafforzata trascorrendo del tempo con lei. Ricordo che pensai che la sua bellezza fosse anche interiore. Non era soltanto il modo in cui appariva, sebbene mi sembrasse la donna più bella che avessi mai visto. C’era qualcosa di più profondo, veniva dal suo interno. Era semplicemente sé stessa, e questo mi catturava. Non avevo mai conosciuto una donna così completa, e questo mi creò un senso di sopraffazione. Pensai a quel punto di avere davanti due strade: smettere di frequentare lei e George, oppure concedermi alle mie stesse emozioni e dirle tutto quello che provavo». Ma tace • Nella primavera del 1969 viene formato il nuovo supergruppo Blind Faith, composto ovviamente da Clapton alla chitarra, Steve Winwood alla voce e tastiere, Ginger Baker alla batteria e l’ex-membro dei Family Ric Grech al basso • Dopo l’esperienza Blind Faith registra con Delaney e Bonnie Bramlett il disco dal vivo Delaney & Bonnie & Friends On Tour With Eric Clapton, che verrà pubblicato nel marzo 1970 per l’etichetta Atco • Un sabato mattina dell’inverno del 1969 John Lennon chiama Clapton per suonare con la Plastic Ono Band a Toronto. Il chitarrista accetta. Il suo cachet sono i disegni che John butta giù in aereo nel volo da Londra a New York • Nel 1970, aiutato dall’ormai amico Delaney Bramlett, Clapton pubblica in America il suo primo album da solista, con la sua chitarra soprannominata Blackie: Eric Clapton • Blackie, l’amata chitarra di Eric Clapton, è una Fender Stratocaster degli anni Cinquanta in realtà assemblata con i pezzi di tre Strato. Dopo che Clapton ha smesso di usarla a metà anni Ottanta, è andata all’asta per la cifra record – per l’epoca – di 959.500 dollari, devoluti per supportare Crossroads, il centro rehab aperto dal chitarrista [CdS]Tornato nel Surrey rompe con la sua fidanzata Alice per mettersi a far la corte a Paula Boyd, la sorella di Pattie • Con il bassista Carl Radle, il tastierista Bobby Whitlock e il batterista Jim Gordon formano una nuova band. I tre nuovi compagni si trasferiscono a casa sua in Inghilterra e iniziano a provare con lui notte e giorno, fumando erba, sniffando coca, imbottendosi di Quaalude: «Fu l’inizio di uno dei periodi più incredibili della mia vita il cui ricordo è dominato da una sola cosa: la musica incredibile che suonammo» [Vecchio, cit.] • È in questo periodo incredibile che Clapton decide di confessare il suo amore a Pattie davanti a una bottiglia di vino rosso. Si baciano e tutto sembra perfetto [Vecchio, cit.] • Alla lunga lista di droghe di cui fa uso, Clapton aggiunge l’eroina • Al concerto d’esordio la nuova band si rende conto di non avere un nome e opta per Del and The Dominos – Del è un soprannome di Eric – ma lo speaker li presenta come Derek and The Dominos • Il primo tour inglese dei Derek and The Dominos è decisamente inusuale: i biglietti di ingresso costano appena una sterlina e il nome Eric Clapton non compare in nessuna locandina. «Nessuno sapeva chi fossimo, adoravo questa cosa. Mi piaceva il fatto che eravamo questo piccolo quartetto che suonava in posti oscuri, a volte davanti a una platea di non più di cinquanta o sessanta persone» • Pattie Boyd continua a voler salvare il suo matrimonio con Harrison. Clapton che non riesce a superare il dolore si rifugia a Miami nella droga e pubblica con Derek and The Dominos Layla And Other Assorted Love Songs, un album che racconta la sua ossessione per Pattie. «A chiudere un disco perfetto è l’inno struggente Layla, aperto da quello che sarà forse il riff più famoso di Clapton e chiuso dalle eteree note del piano di Jim Gordon come a voler spingere l’intera opera dei Derek & The Dominos verso la vetta del pop-rock mondiale. Il disco resterà ignorato da critica e pubblico per decenni, rivalutato solo dopo trent’anni quando la rivista Rolling Stone lo inserirà alla posizione 117 nella sua lista dei 500 migliori album di tutti i tempi» [Vecchio, cit.] • Tra il 1970 e il 1971 muoiono il suo amico Jimmy Hendrix («Mi sono arrabbiato soprattutto perché non mi ha portato via con lui») e il gemello d’arte Duane Allman, suo nonno Robert – già colpito da un’ischemia finito da un cancro – come se non bastasse il gruppo si scioglie. Sempre più depresso Eric si abbandona completamente all’eroina e torna nel Surrey. Chiama Pattie ma lei lo rifiuta ancora, allora richiama la sua ex Alice e torna a vivere con lei. George Harrison, preoccupato per le sue condizioni, va spesso a trovarlo • Alla fine del 1972, Clapton è un fantasma. Vive rinchiuso nella sua casa nel Surrey e non vuole vedere nessuno ma continua a suonare. «L’unico che riesce ad avere un minimo di contatto con lui è il chitarrista degli Who, Pete Townshend, che sta pensando di mettere su una band per un concerto celebrativo al Rainbow Theatre di Londra. Organizzato ufficialmente per festeggiare l’ingresso del Regno Unito nel mercato comunitario europeo, lo show al Rainbow: “Dopo il concerto al Rainbow, tornai a nascondermi capivo il tentativo di Pete che mi voleva bene e voleva rimettermi sulle scene musicali, ma non ero semplicemente pronto”» [Vecchio, cit.] • Dopo mesi di reclusione, Eric inizia un percorso di disintossicazione insieme ad Alice. La cura con l’agopuntura è lenta e dolorosa, ma porta ai frutti sperati: nel 1974 Eric Clapton è pulito dalla droga: «Per vent’anni sono stato un caso disperato, il mio drink tipico era una birra speciale con vodka. La bevevo perché mi sembrava di bere una lager e invece era tutt’altro» • Per riacquisire una manualità necessaria per suonare al meglio la sua Fender, decide di andare in campagna a casa del fratello di Alice a mungere vacche e tagliare alberi [Vecchio, cit.] • Nella primavera del 1974 torna a suonare, lo fa a Miami nella sala di registrazione di una lussuosa casa vista mare, al 461 di Ocean Boulevard, indirizzo che poi darà il nome all’album. Non si droga più, ma beve, tanto, troppo • Durante il tour dell’album Pattie Boyd vola in America da Clapton – il buon George la lascia libera di andare senza litigare né con lei né con lui. Quando però finalmente riesce ad avere Pattie, che lui chiama Nell, Eric è troppo ubriaco per accorgersene. Durante i tour, annebbiato dall’alcol, si concede spesso alle sue fan. Pubblica There’s One In Every Crowd • Nell’estate del 1975 esce il suo primo disco live da solista, registrato in diverse sessioni dal vivo alla Long Beach Arena durante il tour di 461 e nel giugno 1975 al Providence Civic Center. E.C. Was Here • Del 1977 Slowhand con Cocaine è l’inno rock contro la droga, anche se il suo testo piuttosto ambiguo porterà a una forte censura in alcuni paesi del mondo, in primis l’Argentina • Titolo della stampa tedesca alla fine del 1977: «Eric Clapton - troppo ubriaco per suonare» • Pattie lascia Eric quando lo scopre assieme a un’altra, ma lui appena si rende conto di averla persa la riconquista chiedendole di sposarla: convoleranno a nozze il 27 marzo del 1979 a Tucson, in Arizona • Clapton, sempre più dipendente dall’alcol, è costretto a cambiare band. Nel 1981 a Madison, Wisconsin, Eric si accascia al suolo e viene trasportato d’urgenza in ospedale, dove gli vengono diagnosticate ben cinque ulcere. Accetta di andare in clinica per disintossicarsi: «Ho pensato anche al suicidio, ma poi l’idea che non avrei più bevuto mi ha fermato» • Di nuovo ripulito incide Money And Cigarettes, «le uniche cose che mi erano rimaste» [Vecchio, cit.] • A metà degli anni Ottanta conosce Phil Collins, collabora con Roger Waters e ricomincia a bere. Pattie lo lascia: «Clapton è completamente a pezzi, devastato dal bicchiere che gli ha portato via moglie e vena creativa» • Al Live aid del 1985 suona White Room, Layla, She’s Waiting con Phil Collins e Donald Duck Dunn poi fa un tour in Italia • A Milano conosce e s’innamora di Lory Del Santo, con lei vuole avere un figlio. Si trasferiscono a Londra, lei rimane incinta ma le cose non vanno bene • Conor Loren Clapton nasce il 21 agosto 1986 a Londra, ospedale St. Mary nella zona di Paddington. Eric, come tutti i padri, è terrorizzato, ma quando prende in braccio il piccolo Conor si rende immediatamente conto di avere a che fare «per la prima volta con una cosa reale», e di dover dare un taglio netto «con tutte le cazzate» [Vecchio, cit.] • Il 21 novembre 1987 torna in terapia nel centro di Hazelden • Nel 1988, Clapton si esibisce insieme ai Dire Straits e a Elton John al Nelson Mandela 70th Birthday Tribute allo stadio di Wembley • Nello stesso anno esce Crossroads. È un’opera monumentale, oltre 290 minuti di musica per una retrospettiva completa sulla carriera di Clapton: il box set vende oltre tre milioni di copie in tutto il mondo e permette a Clapton di entrare nella ristretta cerchia degli autori che sono riusciti a entrare nella Top 100 con un cofanetto, al secondo posto dopo Elvis Presley • Il 19 marzo 1991, a New York, il piccolo Conor precipita nel vuoto dal 53esimo piano di un grattacielo. Clapton stava andando a prenderlo per portarlo a Long Island quando Lory Del Santo lo ha chiamato per annunciare la tragedia. «Quando sente le ambulanze e vede la folla attorno al corpo non ha il coraggio di fermarsi. Più tardi ammetterà che quello è il momento che non riesce a perdonarsi. Scrive per lui Tears in Heaven, una richiesta di perdono proprio per non essersi fermato» [Vecchio, cit.] • Del 1992 l’Umplugged di Mtv: 26 milioni di copie vendute in tutto il mondo, sei Grammy Awards nel 1993, disco di diamante negli Usa con oltre 10 milioni di copie vendute, attualmente uno degli album live più venduti della storia della musica popolare • Alla metà del 1997, Clapton confida all’amico batterista Steve Gadd di voler realizzare «l’album più triste di tutti i tempi» e ci riesce con Pilgrim, il punto più basso mai raggiunto nella sua carriera • Nello stesso anno organizza al Madison Square Garden di New York, la prima edizione del Crossroads Guitar Festival: un evento di beneficienza raccogliere fondi per il suo omonimo centro ad Antigua, una clinica per curare le dipendenze • Alla fine degli anni Novanta conosce Melia McEnery. Lei gli chiede un autografo, lui di vivere insieme • Escono Blues, Clapton Chronicles e Riding With The King, il tanto desiderato album con l’idolo B.B. King: «Ma Clapton e B.B. King non riescono a creare nulla di magico insieme» [Ondarock] • Il 15 giugno 2001 nasce Julie Rose Clapton, seguita nel gennaio 2003 da Ella Mae • «Dopo la tragedia vissuta con Conor - e con le droghe - Eric ha solo voglia di gestire una famiglia insieme alla moglie. L’unica brutta notizia viene portata dalla morte, a fine novembre 2001, dell’amico fraterno George Harrison. Slowhand eseguirà dal vivo While My Guitar Gently Weeps al concerto in sua memoria alla Royal Albert Hall esattamente un anno dopo la morte dell’ex-Beatle» [Vecchio, cit.] • Pubblica diversi album e torna a suonare, quarant’anni dopo, con Steve Winwood. Nel 2010 esce Clapton • Si esibisce con Wynton Marsalis, Taj Mahal, la Joe Turner’s Blues e Pino Daniele • Nel 2014 ha una grave neuropatia causata dall’abuso di alcol e droghe che provoca dolori talmente forti da costringerlo ad abbandonare la chitarra per qualche tempo • Nel maggio 2016, I Still Do e nel 2018 Happy Xmas • È convinto che il vaccino contro il Covid possa rendere sterili: «Spiego alle mie figlie che potrebbero non essere più in grado di fare figli, ma probabilmente non gliene frega granché a questo punto della loro vita» • Ha collaborato con Van Morrison al singolo anti-lockdown Stand and Deliver. «Tutte queste cose l’hanno allontanato dalla famiglia e dagli amici. “Pensano che sia uno svitato. Nell’ultimo anno è scomparsa un sacco di gente, così ho potuto rivedere le mie amicizie. Sono rimasti quelli a cui voglio molto bene e di cui ho davvero bisogno”» [Rep.] • Negli ultimi anni ha annunciato diverse volte il suo ritiro. Invece tornerà a esibirsi in Italia: il 18 maggio a Milano e il 20 e 21 a Bologna. Domani sera su SkyArte Life in 12 bars, il documentario su di lui diretto da Lili Fini Zanuck
Titoli di coda «Quante volte avrò detto addio alle scene? La prima, se ricordo bene, a 17 anni».