Il Messaggero, 10 aprile 2022
Intervista a Michela Giraud
In piedi, da sola, microfono e palco, là dove tutto è cominciato: davanti al pubblico, con un monologo che parla soprattutto della sua vita. Il primo speciale di Michela Giraud, su Netflix da pochi giorni con La verità, lo giuro, è una lunga, brillante confessione sulla vita privata e pubblica dell’attrice romana, che a 34 anni è uno dei volti più popolari e divisivi della comicità italiana.
Netflix l’ha lasciata libera di esprimersi?
«Ho scritto lo spettacolo a quattro mani con loro. Hanno approvato il copione, sapevano quello che conteneva. Dall’America hanno chiesto un passaggio in più su due temi: il mondo LGBTQ e la disabilità. Ho accettato».
La sua battuta sull’attrice Demi Lovato (un tweet del 2021 in cui ironizzava sulla sua sessualità, ndr) preoccupava Netflix?
«Ho fatto una battuta su una cosa che non conoscevo bene, e dopo poco il mio telefono è impazzito per le notifiche. Ero su un treno da sola, senza ufficio stampa e senza agente, e ho fatto la cosa che in quel momento mi sembrava più giusta: cancellarlo. I giornali lo hanno fatto sembrare una bomba».
Conseguenze?
«Nessuna. Netflix, con cui stavo già lavorando, non ha ritirato il mio spettacolo. Però c’è gente che mi ha detto che dovevo vergognarmi».
Il suo collega Pietro Diomede, dopo un tweet sul femminicidio, è stato cacciato dallo Zelig di Milano. Che ne dice?
«Collega no: sono sette anni che mi faccio il culo e non posso essere paragonata a questa persona. Non facciamo lo stesso lavoro: io ci pago le bollette col mio lavoro, lui no».
Un altro collega, l’americano Louis C.K., reo confesso di molestie, lunedì scorso ha vinto il Grammy. Che ne pensa?
«Lui è una cintura nera di comicità. Ha vinto con uno spettacolo in cui racconta quello che gli è successo, ma non l’ho visto e non posso giudicare. Di base penso che sarebbe meglio che le persone si tenessero i loro organi genitali nelle mutande, mentre lavorano».
E Will Smith che picchia Chris Rock per una battuta?
«Capisco Will Smith, anche io sono una rosicona. Ma se uno ti offende, al massimo lo sfondi a parole. Sei ricco, sei famoso, quante cose potresti fare anziché pestare il comico per una battuta? Poi sinceramente non credo che la moglie gli abbia detto: vai sul palco e difendimi. Non penso proprio che ne avesse bisogno».
Oggi si dà troppo peso al lavoro dei comici?
«Almeno, per la prima volta nella nostra vita, facciamo un lavoro considerato un lavoro. La limitazione nel contenuto non deve essere imposta dagli altri, ma da te. Se sei bullo, non sei un comico: sei cattivo. Anzi sei un coglione».
È rosicona, dice. Teme le critiche per lo special?
«Alle critiche non si è mai pronti, ma già so che chi è intelligente dirà che lo spettacolo gli piace, o che magari non gli piace. I cretini diranno che mi piango addosso».
La cosa più difficile in questo spettacolo?
«Mettermi a nudo. È stato molto faticoso. Mi chiedevo: interesserà anche fuori da Roma, fuori dall’Italia? Lo scopriremo».
Nello special parla della sua famiglia: i suoi che hanno detto?
«Mia mamma non è stata contenta, papà sì. Ma ci sta. Lo capirà, e se non lo capirà ci vorremo bene lo stesso. Non è semplice. Papà mi ha detto: mo’ dovrai cambiare famiglia».
Il suo futuro è la tv?
«Ho già fatto quattro show miei e vorrei continuare con un altro spettacolo, magari più avanti. Mi piacerebbe anche cantare o magari ballare. Continuo con lo stalking: vorrei fare un film con Paolo Sorrentino e andare a Domenica In da Mara Venier».
Sanremo?
«Ci andrei ma con una canzone, perché da comica mi si aggrovigliano le budella solo a pensarci. È che in Italia sembra che aspettino tutti che sbagli: io lo so che c’è gente che ha già in bozza un articolo su di me come occasione sprecata e non vede l’ora di scriverlo. Ma se non ti metti in gioco non sbagli. E questo non ho mai avuto paura di farlo».
Ha visto LOL?
«L’ho iniziato ma ho smesso subito perché mi è presa l’ansia. Mi ha ricordato di quando ero là, al posto loro (nella prima edizione, ndr) e mi sentivo un pezzo di legno. A Fedez mi sono permessa di mandare un messaggino. Gli è capitata una cosa pesante (un tumore, ndr). Non mi aspettavo mi rispondesse, e invece l’ha fatto».
Il quotidiano britannico The Guardian raccomanda il suo special. Il consenso che effetto fa?
«Il contatto con la realtà non lo perdo, visto che è pieno di gente che mi insulta. Ho capito che ero diventata popolare quando sono diventata divisiva. C’è chi mi ritiene banale, volgare. Mi dispiace. So quanto valgo, ma la gente ha diritto anche di dire che faccio schifo. Non troppo, magari».