Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  aprile 10 Domenica calendario

Biografia di Victoria Cabello raccontata da lei stessa

È una vecchia ciabatta che non molla mai, così la definisce il suo amico Paride Vitale durante Pechino Express.
Vecchia e ciabatta rientrano nella goliardia affettuosa, mentre “il non mollare mai”, escluso il rimando politico, inquadra bene il carattere, la carriera e la vita di Victoria Cabello.
Quarantasette anni, una frangetta così longeva e persistente da diventare aggettivo (“alla Victoria”); ventisette anni di riflettori, di programmi televisivi dove ha portato una sua visione, un suo stile sfacciato, ironico, imprevedibile, ma non volgare. Come “iena” ha assaltato le star internazionali, ha baciato tutti, anzi “ha limonato”, mentre ai tempi di Victor Victoria, in una puntata, ha trasformato Marco Travaglio in Franco Battiato (“Una somiglianza incredibile. Non credevo accettasse”). Poi altra tv, fino a una lunga pausa a causa dalla malattia di Lyme (“Per favore basta parlarne, non ne posso più. Ora sto bene”). E non ha mollato, appunto. “Lo sa che ho pure presentato il lancio del Fatto?”. Bene. “Non so come ci sono riuscita; quel giorno ero preda di un’intossicazione alimentare: vomitavo ogni due minuti”.
Ora è a Pechino Express (produzione Sky Original realizzata da Banijay Italia, ogni giovedì su Sky Uno e in streaming su NOW): un programma dove dieci coppie di concorrenti si sfidano ad attraversare l’oriente senza soldi né mezzi. E lei partecipa con l’amico Paride.
Lì è molto grintosa.
Mi sono preparata fisicamente; poi alla partenza del programma ho visto Rita Rusic e ho capito di non aver quagliato quasi nulla: lei mena, starle dietro è assurdo.
Resta una grintosa.
A Pechino è venuta fuori la carogna: non credevo di essere così competitiva.
Cos’altro ha capito?
Di essere tornata un po’ me stessa; l’altro giorno mi ha chiamato un’amica: “Sto vedendo la Vicky degli esordi, quella che era più leggera, pazza e si tuffava nelle cose”.
Si tuffava sulle labbra delle star di Hollywood.
(Sorride) Ai tempi de Le Iene ne ho colpiti molti: arrivavo in conferenza stampa e magari mi lanciavo su George Clooney o su Leonardo DiCaprio; ormai credo sia proibito.
Sarebbero molestie.
Potrei venir denunciata.
Con quante star ha “limonato”?
Tom Hanks, Richard Gere, Orlando Bloom (e continua…).
Tutti bruttarelli.
Mi son tolta delle soddisfazioni, tanto le donne comuni non le caga nessuno.
Qualcuno aveva l’alito pesante?
(Ci pensa) Non me lo ricordo, avevo troppa adrenalina, ero come anestetizzata.
Ha visto e fatto cose che noi umani…
Ho avuto una grandissima fortuna e alla fortuna ho associato una grossa mole di lavoro; poi, con gli anni si alza sempre la posta, diventi più attenta, si controlla tutto…
Quindi?
È normale perdere un po’ di divertimento; (pausa) sono entrata nel mondo della tv proprio alla ricerca del divertimento, per dare sfogo al mio lato creativo, e Pechino me l’ha restituito.
Ha iniziato con Mtv.
In quel periodo ho conosciuto e intervistato i più grandi della musica e del cinema. Effettivamente ho avuto un gran culo.
A parte la figuraccia con Madonna.
(Ride) Lì ho rischiato il vaffanculo, ma ero emozionata, è stata il mio idolo, così quando l’ho vista sono caduta nella retorica: “Da ragazzina avevo il tuo poster in camera”. Insomma, le avevo dato dell’anziana.
E…
Ha capito l’emozione e mi ha rassicurato: “Non ti preoccupare”.
Delusa, mai.
I grandi come Woody Allen non deludono e difficilmente hanno l’urgenza di dimostrare: loro sono.
Mentre…
Chi delude sono quelli che poi si rivelano delle meteore, protagonisti di un paio di stagioni, concentrati su se stessi, sui loro capricci.
A chi pensa?
Una come Madonna è super professionale, disponibile, puntuale, l’intervista non va quasi montata perché è perfetta; invece ricordo l’appuntamento con le All Saints (gruppo musicale britannico): le ho aspettate per ore, e tutti intorno a loro erano dei maleducati.
Si è mai montata la testa?
Ho sempre affrontato il lavoro proprio come un lavoro, una che sta dall’altra parte delle star per raccontarle al pubblico; non mi sono mai sentita un personaggio pubblico.
Eppure lo è.
A volte sono in imbarazzo per un selfie o un autografo…
Lei sul lavoro.
Sono esigente.
“Ho la mania del controllo”, parole sue.
A Pechino è stato difficile accettare di perdere il controllo.
Risultato?
Mi fa bene. Ma è stato un esercizio e ci sono arrivata grazie alla terapia.
Il bicchiere di vino aiuta?
Sul lavoro mai: lì amo essere lucida. Il vino è per il dopo con gli amici.
Droghe?
Sono già abbastanza fuori di testa, sarebbe una scena raccapricciante.
Rivedendosi a Pechino Express, cosa ha pensato?
Chissà quante figure di merda verranno fuori.
A un certo punto si è data della cornuta…
(Ripete la domanda come per prendere tempo e capire se c’è una via d’uscita) È vero; però è interpretabile in due sensi.
Cioè?
A volte sono stata io a combinare dei casini. Però sono un’esperta di mollaggio.
Le hanno mai detto “sei troppo intelligente per me?”.
Tipo Vittorio Gassman in C’eravamo tanto amati? Spesso quel film l’ho vissuto in prima persona.
Della tv cosa ha imparato a Pechino?
Molto, un po’ come mi è capitato quando sono andata a Sanremo; (pausa) il Festival quasi tutti lo vivono come un punto di arrivo, io all’epoca lavoravo per Mtv e non credevo fosse per me.
Perché?
Mi sono sempre sentita una da seconda serata, un outsider; (pausa) Pechino è stato interessante soprattutto per vedere come lavorano dietro le quinte, scoprire quanto sono bravi e folli gli autori. Che macchina da guerra portano avanti.
Più macchina da guerra del Festival?
Quei giorni di Sanremo sono stata come un bambino portato a Disneyland: tutto ai massimi livelli, con livelli di stress rari: ho visto artisti piangere e tremare.
Ha pianto?
Solo un secondo prima del debutto; proprio in quel momento ricevo la chiamata del mio agente del tempo: “Faccia le cose con garbo e giudizio. Sia elegante. Non cerchi di strafare”. Peccato che avevo studiato solo gag-stronzata, e mi è salita l’ansia: “Non poteva dirmelo prima?”.
Magari tra cinque anni torna come conduttrice.
Se da lì sei uscita in piedi è sempre difficile ripercorrere quella strada.
Chissà…
Avrei 55 anni, sarei ancora considerata la giovane promessa per gli stardard della tv italiana.
Tra cinque anni ne avrà 52.
Ah, è vero. Ma adoro alzare l’età così la reazione è “lo sai che li porti benissimo?” E vado a casa contenta.
Ha mai la sindrome dell’impostore?
Di base sono insicura, quindi probabilmente la vivo tutti i giorni e mi stupisco di avere un pubblico affezionato.
Esagerata.
No, quando rivedo alcune delle mie performance quasi mi stupisco.
La prima che le viene in mente?
Alle Iene mi sono finta la figlia di Vasco Rossi e mi sono presentata sul set mentre giravano un suo video: ho rotto le palle a tutti, li ho rimproverati per ogni scelta, anche con i parrucchieri per come sistemavano Vasco. Sono arrivata a urlare “stop” durante le riprese.
E Vasco?
Rideva; si è prestato a qualsiasi cosa, compresa la scena di me che gli cantavo la ninna nanna sulle note di Vita spericolata (la intona con risultati non proprio idilliaci); lui è una persona straordinaria, ha sempre un punto di vista interessante, mai banale né forzato.
Lei canta “bene”…
(Ride) Sì, mi voglio iscrivere a X Factor.
Sarebbe un ritorno: per una stagione è stata giudice.
Anche lì ho imparato tanto, ma non sono capace.
Tradotto?
Non so stare seduta dietro un tavolo e giudicare, non mi piace criticare dei ragazzi agli inizi, quando non sono strutturati. Mi sentivo male. E non amo la televisione urlata.
Perfetto.
Uno non può saper fare tutto.
È una riflessione post o se ne è resa conto durante la trasmissione?
Durante. E poi X Factor ha coinciso con l’inizio della mia malattia: non stavo benissimo e mi affidavo all’adrenalina per sfangare la puntata.
È stata criticata.
(Sorride) Prima di iniziare il programma gli autori si erano raccomandati: “Contiamo sui social, è importante, quindi aprite i vostri profili sulle varie piattaforme e interagite”. In questo Fedez già allora era bravissimo.
Mentre lei.
Zero! Fino a quando, dopo la prima diretta, gli stessi autori sono tornati: “Per ora rimandiamo il tuo lancio social”. Lì ho capito che mi stavano proteggendo dagli insulti del web.
La sua analista come l’ha giudicata rispetto a Pechino Express?
Lei e il mio agente mi hanno messa sull’aereo a calci nel sedere.
Quindi…
È contenta; forse aveva visto un potenziale anche a me sconosciuto. E poi si era liberata.
Di cosa?
Di me! Ma tanto sono tornata in analisi; (pausa) è andata bene, non potevo continuare a dire di no ai progetti televisivi.
Quale no?
Nessun “no” che preveda un rimpianto; (pausa) per un periodo mi sono pure occupata di altro, avevo proprio cambiato direzione.
Qual è stato il piano B?
Ho lavorato con il mio ex anche se ci eravamo lasciati malissimo.
E come ci è riuscita?
Sono per il perdono, non serbo rancore.
Insomma…
Ho lavorato per Marco Balich (regista e direttore artistico): uno dei talenti italiani migliori al mondo.
Lei lo ha definito “ciao come sto”.
È un uomo di grande talento con un ego importante. Ma ci ha riso; con lui ho lavorato a livello creativo ed è stato bello: creare mi piace più che andare in televisione; potrei tranquillamente stare dietro le quinte.
E rinunciare all’adrenalina del riflettore?
Non sono affetta da “videite”, non devo stare in video a tutti i costi. Questa secondo me è una patologia.
Si sente un’artista?
No, una cosa del genere mi imbarazzerebbe. In fondo non so fare bene niente, però mi arrangio in tutto.
È anche attrice.
Che?
È nel film di Jerry Calà i Ragazzi della notte.
È stato divertente e importante: avevo da poco perso il mio compagno.
Secondo Dario Cassini quel set è stato stupendo per quanto riguarda le relazioni…
Non per me, ero in lutto; (pausa) Dario lo amo follemente, un uomo divertente e intelligente, folle, e forse mi ero pure invaghita di lui.
Si sente sexy?
Non ho mai posseduto gli attributi un tempo richiesti dalla televisione italiana.
Ha un suo carattere erotico.
Sono una di quelle donne comuni, una di quelle non cagata da nessuno, ma che poi svela grandi sorprese; (ci pensa) potrei diventare la capofila di una nuova categoria su Pornhub.
Quale?
Cesso senza tette con frangia.
È pronta per il GF Vip?
Lo so, il mio profilo è prefetto.
Lo farebbe?
Non lo so; ora vorrei riuscire a trovare qualcosa di più adatto a me, qualcosa di creativo.
In questi ultimi anni si è mai sentita vecchia?
Secondo me non c’è un’età per la televisione: quando vedevo Pippo Baudo sul palco di Sanremo mentre scherzava con Benigni, pensavo “cacchio voglio essere come lui”.
Chi è lei?
Sono Victoria Cabello è sono tornata. Purtroppo per voi.