Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2022  aprile 10 Domenica calendario

Inventario delle armi inviate a Kiev


10 APRILE 2022Armi, armi, armi” aveva chiesto tre giorni fa, intervenendo al Consiglio Atlantico, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba. E altre armi sono state promesse ieri dal premier inglese Boris Johnson dopo il suo colloquio, a Kiev, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. La nuova ondata di armi in arrivo ha una una differenza sostanziale con le forniture alle quali abbiamo assistito nelle settimane precedenti. Una differenza che da un lato conferma lo scenario di una guerra ancora molto lunga e, dall’altro, di un mutamento delle necessità e delle strategie in corso. Per la prima volta, infatti, entrano in scena carri armati e sistemi di difesa contraerea. E non solo contraerea. Ieri la Gran Bretagna ha annunciato che, oltre l’invio alle forze ucraine di 120 veicoli blindati, ha disposto anche lo stanziamento di nuovi sistemi missilistici antinave. Una mossa tesa quindi a rafforzare la resistenza ucraina sulle coste del Mar Nero a partire da Odessa. Ma soprattutto, secondo l’agenzia Bloomberg, che cita fonti del G7 e della Nato, dopo un mese e mezzo di guerra le scorte di armi dell’era sovietica, con le quali i militari ucraini hanno dimestichezza, stanno per terminare. In altre parole si affaccia un ulteriore scenario: sarà presto necessario addestrare gli ucraini all’uso di armi più sofisticate.
Intanto gli Usa, già il 6 aprile, avevano messo sul tavolo lo stanziamento di 100 milioni di dollari per consegnare all’esercito ucraino “ulteriori sistemi anticorazza”. La settimana prima ne avevano investiti altri 300. E sempre ieri l’alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, ha spiegato che Kiev potrà contare su altri 500 milioni per l’acquisto di armi: “Le consegne di armi – ha aggiunto – saranno calibrate secondo le esigenze ucraine”.
E così, mentre gli stanziamenti Usa salgono a 1,7 miliardi di dollari dal 24 febbraio scorso a oggi, quelli dell’Ue ammontano adesso a 1,5 miliardi di euro. E quindi: quali armi stanno arrivando sul teatro di guerra? Gli Usa continuano a puntare sui mezzi che hanno consentito agli ucraini di resistere in questi primi 45 giorni di conflitto: i missili anticarro Javelin e quelli antiaereo Stinger. Ma questa volta aggiungono all’arsenale dei pezzi in più. Il portavoce del Pentagono John Kirby ha infatti annunciato l’invio di 100 droni “kamikaze” che non sparano munizioni ma si abbattono direttamente sugli obiettivi. Parliamo degli Switchblade – fabbricazione americana – che possono essere trasportati in uno zaino, costano circa 6mila dollari l’uno e hanno un’autonomia in volo di 40 chilometri (e di 40 minuti) prima di puntare il loro obiettivo. Alcuni montano delle testate testata anticorazza e, secondo fonti Usa, un’unità di militari ucraini è già stata addestrata da Washington al loro utilizzo prima del 24 febbraio scorso. A tutto questo – sempre dagli Usa – si aggiungono servizi per le immagini satellitari e forniture mediche, oltre che mitragliatrici, veicoli corazzati e forniture per le comunicazioni sicure.
Nella manovra interviene anche la Slovacchia che darà all’Ucraina il suo sistema di difesa aerea S-300. Ed è la prima volta, dal giorno dell’invasione, che si ha notizia di un sistema di contraerea inviato alle forze ucraine. Parliamo di un sistema di fabbricazione sovietica – ereditato dalla Slovacchia quando nel 1993 s’è separata dalla repubblica Ceca – inviato dopo aver ricevuto, nelle ultime settimane, quattro forniture di missili Patriot che, in questo modo, l’hanno rimpiazzato. Dalla Repubblica Ceca giungeranno invece una dozzina di carri armati. Anche questi di vecchia fabbricazione sovietica: parliamo dei T-72 progettati negli anni Settanta. Mezzi compatibili con le munizioni già in possesso degli ucraini. Ai T-72 si aggiungono poi altri mezzi corazzati da combattimento (anche anfibi) come i BVP-1, fabbricati dall’Unione sovietica a partire dagli anni Sessanta. Dal Regno Unito giungeranno infine dei veicoli blindati da pattugliamento. Per la precisione parliamo dei Mastiff o degli Jackal. Il Mastiff raggiunge i 90 chilometri all’ora, può trasportare dieci passeggeri e dispone di un lanciagranate e due mitragliatrici. Il Jackal è invece un mezzo da ricognizione per tre passeggeri che monta, alla pari del Mastiff, un lancia granate e due mitragliatrici.