La Stampa, 10 aprile 2022
Berlusconi fa da mediatore tra Draghi e Salvini
Per quanto provi a mettere pace, Berlusconi, il sentiero è molto stretto. Il Cav è riapparso a Roma in buona forma, e ha tentato una mediazione a favore del governo impaludato sul catasto e sulla casa. Un passaggio difficile, dato che Berlusconi resta il premier che abolì l’Imu sulla prima abitazione ed è consapevole che in Italia chi tocca la casa muore, politicamente parlando. È una verità storica esistente da quasi sessant’anni, da quando l’allora leader liberale Malagodi, facendo la campagna elettorale contro la legge edilizia del governo Dc che lui traduceva in tasse, portò il piccolo Pli al 7 per cento. Adesso non si tratta, come Draghi cerca di fare da giorni, di garantire che con la riforma del catasto non arriveranno nuove imposte sulle case (che restano tuttavia il bene più facilmente individuabile e tassabile, Monti docet), né di metterlo per iscritto trovando una formulazione che resti credibile anche per la Commissione europea; ma, secondo Salvini, di non scrivere e non portare in Parlamento nulla, rinviando tutto all’anno prossimo quando, spera il centrodestra, dalle urne delle elezioni politiche dovrebbe uscire di nuovo un governo scelto dagli elettori. Se poi Draghi dovesse insistere, mettendo la fiducia sulla riforma (ma il Cav sconsiglia), la Lega non la voterà, collocandosi fuori dal governo e aprendo una crisi dalle conseguenze imprevedibili, non escluse elezioni anticipate a giugno. La ragione di quest’atteggiamento chiuso, che il Capitano ha esteso alla riforma della giustizia in attesa di essere ricevuto martedì a Palazzo Chigi, è sempre la stessa e si può condensare in una sola parola: Meloni. Salvini in sostanza sa, diversamente da Draghi, più scettico, che qualsiasi fosse la formulazione del testo, Meloni ci farebbe su, prima la campagna elettorale per le amministrative e poi quella per le politiche, dicendo che dietro le parole e le promesse di Draghi si nasconde una grande fregatura, in termini di nuove tasse, per gli italiani (l’85%) proprietari di casa. E questo Salvini non può consentirselo. —