la Repubblica, 10 aprile 2022
Con 55 milioni si può andare in vicanza sull’Iss
Al termine di ogni tratta, di andata e ritorno, la voce del centro di controllo saluta gli astronauti con questa frase: «Grazie per aver volato con SpaceX», come sugli aerei di linea dopo l’atterraggio. In quattro parole c’è la sintesi del cambiamento. L’ingresso dei quattro astronauti della missione Axiom-1, il primo equipaggio totalmente privato, nella Stazione spaziale internazionale (Iss), segna una data che resterà nella storia perché inaugura un servizio destinato a chi non è astronauta professionista.
Li chiamiamo “turisti spaziali”, anche se è ancora roba per ricconi. L’immobiliarista americano Larry Connor, l’uomo d’affari ed ex pilota di caccia israeliano Eytan Stibbe, e l’imprenditore canadese Mark Pathy, hanno staccato ognuno un assegno da 55 milioni di euro per sedersi nella capsula Crew Dragon Endeavour e farsi spedire in orbita. L’ex astronauta Nasa e comandante della missione, Michael Lopez-Alegria, è l’unico che non ha dovuto aprire il portafoglio, dato che lavora per Axiom space, il tour operator di questa avventura.
Con anni di addestramento alle spalle, è già stato lassù quattro volte.
Il Ceo di Axiom space, Michael Suffredini, ha protestato di fronte al mondo: «Non chiamateli turisti», anche se la tentazione è forte. Resteranno sulla Stazione spaziale per otto giorni, intensi, di lavoro, testando tecnologie robotiche ed esperimenti sul cancro. Però senza i piedi incollati a un suolo, fluttuando in assenza di peso. Fuori dalla cupola c’è la Terra, tutta quanta, da ammirare, ogni ora e mezzo un’alba e un tramonto.
Già l’anno scorso la missione Inspiration4 aveva portato per tre giorni in orbita dentro a una capsula SpaceX quattro civili, tre di loro dopo appena qualche mese di addestramento. Uno dei posti era stato assegnato con una lotteria. Ma nessuna missione tutta privata aveva mai attraccato, come accaduto ieri, alla Stazione spaziale internazionale. Sono le prove generali della nuova frontiera del viaggio che sarà varcata entro il decennio.
Il primo indizio è negli interni della navicella che li ha portati lassù, design pulito e schermi touch, un altro mondo rispetto alla plancia dello Shuttle, o della Sojuz, russa ma così sovietica, fitta di pulsanti da schiacciare. Il design, come sempre, racconta, se non anticipa, un nuovo modo di vivere. Dal 2024 al 2027 proprio Axiom space espanderà la Iss attaccandoci un nuovo quartiere abitabile destinato a ospitare astronauti privati, o turisti, dipende da quello che ci andranno a fare. E anche gli interni che Axiom sta pensando per i propri ambienti marcano la stessa differenza se paragonati alle stanze in cui lavorano ora gli astronauti nella Iss. Finestre con vista, pareti “pulite”, un ordine progettato per godersi l’esperienza. Un soggiorno luxury.
Poi, prima che la Iss divenga relitto da far precipitare nell’oceano, il quartiere Axiom si staccherà per diventare la prima stazione spaziale privata. Lì si avvicenderanno ingegneri e scienziati impegnati a fare ricerca tecnologica, plasmare nuovi medicinali e materiali da produrre dove la gravità non dà noia. Produttori e registi gireranno scene in assenza di peso (una mission per Tom Cruise, atteso presto). Si apriranno i portelli a scrittori, artisti, influencer. Turisti, tanto danarosi, come i tre di Axiom-1, forse anche meno, dato che l’offerta si espande e i costi scenderanno.
Nel frattempo ne nasceranno altre. La Nasa ha già distribuito 445 milioni di dollari per lo sviluppo di tre stazioni private (oltre ad Axiom), con l’intento di non lasciare sguarnito lo spazio attorno alla Terra e allo stesso tempo di fare da volano a un business che sta esplodendo. Blue Origin, del fondatore di Amazon Jeff Bezos, vuole costruire, assieme alla Boeing, Orbital Reef, un avamposto grande quasi come la Iss per accogliere fino a dieci astronauti, con tanto spazio per ricerca e svago. Nanoracks, con Lockheed Martin, ha già stretto accordi per ospitare nel suo Starlab eventi live. Il vulcanico imprenditore italo-canadese Andrea Iervolino ha fondato a questo scopo Space11, compagnia dedicata a portare l’entertainment a Zero G. Si comincerà con gli space combat di Mixed martial arts, per arrivare ai concerti. Anche Northrop Grumman ha ricevuto l’ok della Nasa. Non sono più progetti sulla carta, come le colonie sulla Luna o Marte di cui i giornali fantasticavano a metà del secolo scorso. I primi ambienti di Axiom stanno già prendendo forma a Torino, negli stabilimenti di Thales Alenia space Italia.
I colossi dello spazio dunque si stanno muovendo, è segno che il mercato è pronto per essere azzannato, una stima di Ubs dice che arriverà a toccare i tre miliardi di dollari nel 2030. Poca cosa, ancora, per tagliare almeno di due o tre zeri il prezzo di un biglietto. Però lo spazio adesso è più facile. E chiunque lo può sognare, magari comprando un biglietto della lotteria.