la Repubblica, 10 aprile 2022
Putin chiama “il macellaio della Siria”
LONDRA – Lo chiamavano “il macellaio della Siria”. Vedremo quale sarà il soprannome del generale Aleksandr Dvornikov dopo la guerra in Ucraina, di cui sarebbe stato nominato comandante in capo in vista della grande battaglia che potrebbe decidere le sorti del conflitto. Il Cremlino non ha fatto annunci ufficiali sulla scelta di questo veterano dell’Armata russa alla guida delle forze che hanno incontrato più difficoltà del previsto nel primo mese e mezzo di invasione, costringendo apparentemente Vladimir Putin a rivedere i suoi piani, con la rinuncia ad attaccare Kiev, il ritiro dall’area a nord della capitale e un nuovo raggruppamento di truppe nel sud-est per conquistare tutto il Donbass e creare un corridoio fino alla Crimea.
Per riuscirci, il generale Dvornikov potrebbe ricorrere al “modello siriano”, che è in realtà una ripetizione del “modello ceceno” ed è già stato impiegato da Mosca contro Mariupol e altre città ucraine: bombardamenti a tappeto, per fare a quel punto avanzare i propri soldati e commettere violenze feroci contro la popolazione civile. Nella fotografia che lo ritrae mentre Putin gli appunta sul petto la medaglia di Eroe della Federazione Russa “per la sua leadership in Siria”, l’alto ufficiale non rivela emozioni: in questa come nelle altre immagini che circolano di lui è sempre serio, a muso duro, l’aria del tipico generale tutto di un pezzo.
Di certo si sa come ha vinto la guerra civile siriana, dove è stato a capo delle forze russe dal 2014 al 2016: facendo terra bruciata dei centri abitati con una pioggia di razzi e bombe, quindi usando i gas per stanare le forze avversarie e i civili che si nascondevano fra le macerie. Per questo, riporta il Daily Mail di Londra, qualcuno negli ambienti militari occidentali lo chiama “the butcher of Syria”, il macellaio della Siria. Anche prima della campagna in cui si è più distinto, la sua è stata una carriera esemplare. Nato sessant’anni fa nella regione di Vladivostok, di fronte al Pacifico, al termine della Russia, Dvornikov ha frequentato una scuola militare fin dalle medie superiori per arruolarsi diciottenne nell’Armata Rossa sovietica. Quattro anni più tardi si è laureato all’Accademia Militare di Mosca, dopodiché ha servito come comandante di plotone e di una intera compagnia sul fronte orientale, quello dove il potenziale nemico è la Cina e il Giappone. Deve avere fatto sempre le cose giuste, perché nel 1991 (l’anno del fallito golpe contro Gorbaciov e del successivo crollo dell’Urss) è stato mandato a conseguire un master alla prestigiosa Accademia Militare di Frunze, intitolata a un famoso leader della Rivoluzione bolscevica, da cui è uscito con il grado di vicecomandante di battaglione sul fronte occidentale. Nel 1996 comandava una divisione corazzata e ha ricevuto le prime onorificenze, nel 2012 è stato promosso generale, poi si è coperto di gloria, o di infamia secondo i punti di vista, in Siria.
Dopo che sette generali hanno perso la vita nell’attacco all’Ucraina, Putin sembra avere deciso di riunificare il comando della guerra sotto di lui: con l’ordine, riportano le fonti occidentali, di conquistare tutto il Donbass entro il 9 maggio, festa nazionale in Russia e giorno della parata militare sulla Piazza Rossa di Mosca che commemora la vittoria nella Grande Guerra Patriottica, come i russi chiamano la Seconda guerra mondiale. Le indiscrezioni dicono che il Cremlino potrebbe anche chiudere in quella data la sua “operazione speciale” in Ucraina, ma vuole avere una vittoria sul campo da mostrare all’opinione pubblica nazionale. Secondo fonti del Pentagono, la Russia avrebbe iniziato a mobilitare i riservisti e sta cercando di reclutare 60mila soldati per l’ultima offensiva. La Nato avrebbe compilato un manuale sulle preferenze tattiche del generale Dvornikov per predire le sue mosse. Qualcuno sostiene che la sua prima mossa sia stata proprio il missile sulla stazione di Kramatorsk che venerdì ha fatto decine di morti. Se è vero, il “macellaio della Siria” ha dato un assaggio di cosa farà nei prossimi giorni: per dare a Putin qualche risultato soddisfacente e guadagnare un’altra medaglia sul petto.