Corriere della Sera, 10 aprile 2022
La burocrazia costa 57 miliardi all’anno alle imprese
L’eccessivo numero di adempimenti, di permessi e le pratiche richieste dalla nostra burocrazia costano alle imprese italiane circa 57 miliardi all’anno: lo calcola l’Ufficio studi della Cgia che ha «ricostruito» la dimensione economica di questo fenomeno, alle luce delle analisi elaborate dall’Istituto Ambrosetti e da Deloitte. I tempi, i costi e la farraginosità della cattiva burocrazia italiana costituiscono un problema che caratterizza negativamente il nostro Paese, all’interno del quale sono presenti forti differenziazioni tra Nord e Sud, nonché tra Regioni a statuto ordinario e Regioni a statuto speciale. Nel Mezzogiorno, dove la nostra Pubblica Amministrazione è meno efficiente, la situazione è maggiormente critica, si legge nello studio. Il risultato che emerge dal confronto con gli altri Paesi europei, sostiene la Cgia, è impietoso. Nel decennio 2008-2018, gli ultimi dati disponibili del World Economic Forum mostrano che la complessità amministrativa per le imprese è nettamente superiore rispetto ai principali Paesi competitor dell’Italia. Nel ranking mondiale l’Italia occupa il 136° posto: rispetto a 10 anni prima ha perso 6 posizioni. Secondo la Cgia, tre sono le direttrici per migliorare l’efficienza della macchina pubblica: digitalizzazione estesa del rapporto tra PA e imprese; standardizzazione dei procedimenti e della modulistica; riorganizza-zione delle competenze e riduzione del numero di enti pubblici coinvolti nel medesimo procedimento.