la Repubblica, 9 aprile 2022
Gli Usa e i 1500 libri vietati a scuola
ell’America che vuole mandare turisti sulla stazione orbitante, mettono al rogo un libro che racconta la storia di un bambino rimasto senza denti a cinque anni per colpa dei bulli e diventato poi queer, né gay né etero. O il romanzo d’amore tra una adolescente messicana e un ragazzo afroamericano nel Texas segregazionista degli anni ’30. O il racconto di Toni Morrison sulla difficile vita di una giovane di nome Pecola, cresciuta negli anni ’40 con il dettaglio imperdonabile di avere la pelle “troppo scura”. E le “scandalose” biografie di Rosa Parks, Martin Luther King, Nelson Mandela e del Duca del jazz, Duke Ellington. Sono più di 1500 i libri cancellati dai distretti scolastici americani in nove mesi. Il dato emerge dall’indagine svolta da una no-profit, Pen America, che lavora da anni per difendere la libertà d’espressione. Quel Primo Emendamento citato anche nelle commedie americane sta registrando un attacco a vasto raggio nelle scuole.
Pen America ha scoperto che 1.145 dei 1.586 libri messi al rogo erano finiti nel mirino di politici di destra: romanzi e saggi che parlano del mondo Lgbtq, soprattutto scritti da autori non bianchi o arcobaleno. Il censimento riguarda 86 distretti scolastici di 26 Stati, per un totale di 2899 scuole e più di due milioni di studenti. L’indagine si è conclusa il 31 marzo. L’ultraconservatore Texas è lo Stato con più libri messi al rogo: 713. Seguito da Pennsylvania, Florida, Oklahoma, Kansas e Tennessee. «Questo tipo di dati non era mai stato ricercato – ha spiegato il direttore di Pen America, Jonathan Friedman – i risultati sono francamente sconvolgenti». «Quello che sta succedendo nelle scuole – ha aggiunto – non ha precedenti». Friedman parla di «attacco orchestrato». Il 41 per cento dei libri cancellati ha un tratto in comune: il personaggio principale o secondario è afroamericano. Il 22 per cento affronta il razzismo, il 33 temi Lgbtq o vede personaggi con sessualità non etero. Le storie omosessuali sono viste come lo stagno del diavolo.
Tra i romanzi vietati c’è Gender Queer: A Memoir, di Maia Kobabe, viaggio nella mortificazione e confusione adolescenziale davanti alle prime cotte che mettono in crisi la propria identità sessuale. Il romanzo è stato vietato in trenta distretti scolastici. Tra i più colpiti anche All Boys Aren’t Blue di George M. Johnson e Lawn Boy di Jonathan Evison. Dopo la sua pubblicazione, nel 2018, Lawn Boy aveva ricevuto una serie di premi per la capacità di unire humor e onestà nel raccontare una storia di razzismo, ma il 9 settembre dell’anno scorso è cambiato tutto: in un distretto del Texas la madre di uno studente sollevò il caso della presenza di «oscenità e contenuti sessuali». Tre persone denunciarono lo scrittore alla polizia. Poche settimane dopo, il libro venne messo all’indice in Virginia. Quelli che si erano schierati a favore del romanzo ricevettero minacce. A turbare la serenità era stata una scena in cui un adulto ricorda un contatto sessuale avuto da bambino con un compagno. L’episodio è stato catalogato come “pedofilia”. L’autore, Evison, ha ricevuto minacce di morte.
Il colore della pelle e il sesso sono diventati materiale incandescente. Scandalo hanno suscitato le traversie di una giovane afroamericana ne L’occhio più azzurro del Nobel per la letteratura Morrison, cancellata in dodici distretti e Out of Darkness di Ashley Hope Pérez, vietata in sedici per aver osato descrivere la storia d’amore tra due adolescenti, lei di origine messicana, lui afro in un ambiente razzista. Se in Florida hanno approvato la controversa legge chiamata “don’t say gay”, per vietare di parlare di orientamento sessuale nelle scuole pubbliche, in America è forte la tentazione di aggiungere il “don’t say black” o “don’t say queer” o “don’t say racism”.
Un’ondata di caccia alle streghe che a gennaio ha visto la messa al bando dal board scolastico del Tennessee della pluripremiata graphic novel sull’Olocausto Maus, di Art Spiegelman (su Robinson in edicola da oggi troverete un’intervista esclusiva all’autore). Non affrontare i temi, per molti genitori, equivale a eliminarli. Ma poi c’è la vita vera, che scorre anche nelle camere dei propri figli.