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 2022  aprile 09 Sabato calendario

Venezia vuole mettere al bando i negozi di souvenir


VENEZIA — Le piccole gondole carillon, le mascherine di Carnevale di plastica buone tutto l’anno, le stanze di distributori automatici: due euro per uno snack. Da Strada Nuova ai piedi del Ponte di Rialto, è anche questa l’immagine di Venezia che le vetrine dei negozi offrono ai turisti. «In una zona come le Mercerie, che una volta era la via Montenapoleone di Venezia, ormai sono poche le botteghe di qualità a resistere. Ben venga questa stretta se sarà efficace» dice, facendo prevalere la speranza sullo scetticismo, l’oste dell’Harry’s Bar, Arrigo Cipriani, che il 23 aprile festeggerà i 90 anni e dal suo locale continua a osservare come cambia Venezia. Nella partita che le città d’arte giocano contro i negozi di paccottiglia, Venezia ora prova a mettere sul tavolo una nuova carta. Un regolamento che impedisce l’apertura alle attività low cost nei locali che si affacciano sulle calli e i campielli più frequentati dai turisti, negli edifici sottoposti a vincolo culturale e in tutta l’area di San Marco.«Dopo le estati senza turisti per il Covid, che hanno portato alla chiusura di molti negozi di questo tipo», è convinto l’assessore al Commercio Sebastiano Costalonga, «questo regolamento può essere una svolta». I negozi per turisti hanno stravolto parti importanti dei sestieri, alzando i prezzi degli affitti, facendo chiudere le botteghe, contribuendo ad allontanare i residenti, ormai poco più di 50 mila nella città storica. Il contatore alla farmacia Morelli di campo San Bartolomeo ne conta 50.204. A installarlo, nel 2008, erano stati quelli dell’associazione Venessia. com, quando la città era sopra i 60 mila. La stagione del Covid ha messo a nudo la fragilità di Venezia orfana dei turisti, con i negozi di souvenir sbarrati. «All’inizio, un decennio fa, c’erano le maschere di plastica, poi il vetro di Murano made in china, infine è arrivato tutto il resto. Questa città – è l’augurio di Cipriani ha bisogno di ritrovare lo spirito di un tempo. A partire proprio dal commercio, che può servire da leva anche per attirare nuovi residenti».Forse non torneranno figure storiche come il drapièr (specializzato nei panni di seta) o il caleghèr (il calzolaio) ma in molti oggi sperano che si possa trovare un nuovo equilibrio per accogliere i turisti senza venirne soffocati. Dopo il blocco già in vigore per le aperture dei take away, il regolamento sul commercio potrebbe essere applicato entro l’estate. Blocca per tre anni l’apertura di attività come i negozi con distributori automatici di snack, i caravanserragli di pochi metri quadrati da “Tutto a un euro”, i negozi di paccottiglia turistica e le lavanderie a gettone, facendo leva sul vincolo culturale degli edifici e sul vincolo del decoro nelle aree più frequentate dai turisti, che da piazzale Roma o dalla stazione di Santa Lucia seguono sempre gli stessi percorsi. San Marco e Rialto certo, ma anche la frequentatissima Strada Nuova, e poi Fondamenta degli Ormesini o San Polo, campo Santa Margherita per lo spritz, l’Accademia. Per i negozi già aperti è prevista una serie di accorgimenti per rendere più decorosi le vetrine e gli allestimenti.È una battaglia impervia come sanno bene gli amministratori delle città d’arte come Firenze e Roma. Nella capitale fino al 31 maggio 2023 in centro e in tutta l’area Unesco è vietata l’apertura di nuovi minimarket e di attività artigianali come pizzerie, gelaterie, friggitorie e negozi di souvenir. In laguna i rappresentanti delle botteghe storiche stavolta vogliono essere fiduciosi. Gianni De Checchi, la voce degli artigiani: «Non è automatico che, al posto di un negozio di souvenir che non può più aprire, arrivi un bravo artigiano orafo. C’è un problema di costi. Il regolamento potrebbe avere come effetto anche quello di calmierare gli affitti obbligando i proprietari, tra i quali molti fondi immobiliari, a rivederli. L’importante è che da oggi all’entrata in vigore non venga annacquato». Saranno i numeri del conta-residenti di Campo San Bartolomeo a dire se la nuova carta giocata avrà contribuito a vincere la partita.