La Stampa, 9 aprile 2022
Il restyling di Venezia
L’apertura al pubblico delle Procuratie Vecchie di San Marco, dopo 500 anni, e la battaglia ai negozi di paccottiglia nelle aree di pregio del centro storico. Il futuro della città poggiata sull’acqua è stato disegnato ieri. La ripartenza, che muove dall’esibizione dello splendore della cartolina marciana e dal tentativo di eliminare da calli, piazze e campielli quelle realtà che, appunto, hanno reso Venezia sempre più cartolina e sempre meno città.
«Non è solo l’inaugurazione di un luogo, ma di un progetto di città che si rimette in gioco» ha detto ieri il sindaco Luigi Brugnaro, tenendo alle spalle l’edificio che è tra le immagini celebri di Venezia nel mondo: le Procuratie Vecchie. Sono stati necessari cinque anni di restauri: un intervento di recupero, sotto lo stretto controllo della Soprintendenza di Venezia, voluto dalle Assicurazioni Generali, proprietarie dell’immobile dal 1832, e curato dall’architetto David Chipperfield. Ieri, per la prima volta dopo 500 anni, è stato possibile spiare al di là delle 100 finestre dell’edificio che corre lungo l’intero lato nord di piazza San Marco, dalla torre dell’orologio al museo Correr: 12.400 metri quadrati, sviluppati su tre piani. Adesso le Procuratie diventeranno la casa della fondazione The human safety net, rete solidale internazionale. Vi troveranno posto gli uffici delle Generali, altri spazi saranno locati a istituzioni e associazioni, verranno organizzati eventi ed esposizioni. È stato ricavato anche un nuovo auditorium. Mentre, al terzo piano, nella sede della fondazione The human safety net sarà visitabile la mostra interattiva «A world of potential», con allestimenti multimediali e immersivi progettati e realizzati dall’industria creativa Ett. La cornice è la bellezza di uno dei luoghi iconici, e nascosti, di Venezia. Una bellezza che è stata mantenuta, nel rispetto di materiali e arredi originali. Riparte anche da qui, si diceva, la Venezia che verrà. Ieri l’hanno apprezzata anche i ministri Dario Franceschini, Renato Brunetta e Massimo Garavaglia. Assenti il secondo e il terzo azionista delle assicurazioni, Francesco Gaetano Caltagirone e Leonardo Del Vecchio, non invitati alla cerimonia. Da ieri a lunedì, le visite sono riservate ai veneziani, dal 13 aprile si aprirà a tutto il pubblico.
Venezia riparte dalla sua bellezza, cercando di mettere alla porta tutto quello che ha portato a svendere la città, consegnata a un turismo di massa. Ma non è solo l’esibizione del suo splendore più evidente, quasi sfacciato. Con il varo del nuovo regolamento comunale del commercio cittadino, è stato approvato un provvedimento che mette al bando i cosiddetti «negozi di paccottiglia»: distributori automatici di bibite e cibo, lavanderie a gettone senza personale e le classiche botteghe di souvenir veneziani, dalle maschere di Carnevale e dai modellini di gondole venduti a pochi euro, all’oggettistica in finto vetro di Murano. Restano salvi i negozi già esistenti, per i quali è fatto divieto di ampliamento o cambio di gestione, ma non potranno sorgerne di nuovi nei luoghi che si affacciano su aree con flussi pedonali intensi né all’interno di edifici a vincolo culturale. Le regole, già in vigore per l’area marciana e di Rialto, si estendono poi all’intero sestiere di San Marco. «È la delibera che tutti i veneziani attendevano. Siamo artefici della possibilità di regalare alle nuove generazioni la possibilità di vivere nella Venezia autentica. Anche con l’apertura delle Procuratie Vecchie, potrebbe aprirsi un futuro bellissimo per la città», commenta l’assessore comunale al commercio Sebastiano Costalonga. Per il momento, il provvedimento è stato approvato solamente all’interno della cornice di regolamento cittadino. Perché possa entrare in vigore, dovrà compiere un iter piuttosto lungo: il passaggio in commissione comunale, martedì prossimo, con il via libera definitivo in città atteso entro fine mese. Poi servirà l’approvazione della Soprintendenza e della Regione. Obiettivo: arrivare al traguardo entro l’estate, con un provvedimento di durata triennale, che potrebbe cambiare il tessuto e l’estetica cittadina. Il futuro di Venezia, a misura di residente e di un turismo sostenibile, è tracciato.