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 2022  aprile 09 Sabato calendario

La mappa del tesoro di Putin

«L’Occidente proverà a scommettere sulla quinta colonna dei traditori, su coloro che guadagnano qui ma vivono laggiù; no, non in senso geografico, ma il cui pensiero servile è rivolto all’Occidente», disse Vladimir Putin. Un uomo circondato da persone care che sono state munificate con una serie di meravigliosi asset dove? In Occidente. Nei posti più belli della dolce vita occidentale.
A Biarritz, per esempio. Le bandiere ucraine tinteggiate sul cancello, sui sanpietrini davanti al cancello, sui muri a destra e sinistra della grande villa situata al 9 di Avenue du General Mac-Croskey, sono state cancellate. Gli attivisti francesi, che dopo il blitz di metà marzo a occupare la villa erano stati fermati, sono stati rilasciati. Ma la villa è sempre lì, sontuosa, affacciata sulla costa atlantica. «Non so neanche dove sia, l’Atlantico», disse Putin nel 1996, in un processo in cui un consigliere di Pietroburgo, Alexander Belyaev, lo aveva accusato – ricorda la rivista The Insider – «di aver investito denaro in immobili sulla costa atlantica, con fondi investiti che sarebbero stati rubati dall’ufficio del sindaco di San Pietroburgo e poi trasferiti su conti bancari in Austria». Putin ha sempre negato, allora come oggi, di avere beni in Europa. Ma non parlava di ex moglie, amanti, ex amanti, figlie.
Non c’è solo la villa a Biarritz, che secondo il registro immobiliare francese è stata intestata dal 2007 al 2012 a Gennady Timchenko (uno degli amici di giovinezza di Putin, al quale l’Italia di Mario Draghi ha appena sequestrato un enorme yacht in Liguria), e poi è stata trasferita a Kirill Shamalov, allora marito (oggi ex) di Katerina Tikhonova, figlia di Putin. C’è un’altra villa vicinissima a Biarritz, ad Anglet, 450 metri quadrati, quattro camere da letto, grande terrazzo, un parco privato di cinquemila metri quadrati con piscina all’aperto e padiglione per ascoltare musica con gli amici, valore almeno 7 milioni: secondo i registri comunali visionati dal consorzio OCCRP appartiene ad Artur Ocheretny, un uomo la cui fortuna non giustifica il possesso di questo bene, e chi è Ocheretny? È ritenuto molto vicino a Lyudmila, la prima moglie di Putin. Compra la casa nel dicembre del 2013, sei mesi dopo che la donna aveva annunciato il divorzio da Putin.
Sergey Savelyev e Pierre Haffner, gli attivisti che hanno fatto irruzione nella villa ritenuta di Katherina Tikonova, hanno dichiarato: «Siamo stati invitati a fare una visita alla villa della famiglia Putin-Shamalov. Vogliamo dedicare questo gesto all’Ucraina. Questo luogo deve essere e sarà un rifugio per le persone che non hanno più un posto nel proprio Paese». Nell’irruzione hanno trovato anche una copia del passaporto dell’ex genero di Putin, e una procura del 2009 firmata da «Gennady Timchenko, cittadino finlandese» a una francese, Francoise Duchosal, incaricata forse di lavori nella villa. Carter-Ruck, lo studio legale che rappresenta l’oligarca, ha spiegato che «Timchenko ha sempre agito in modo del tutto legale durante tutta la sua carriera».
Europe 1 radio rivelò nel febbraio scorso che persone riconducibili a Putin acquistarono nel 1996 anche una celebre villa in passato abitata da Igor Stravinsky, in rue de la Fregate 9, a Biarritz: «Informazioni che ci sono state confermate dai servizi di intelligence francesi», scrissero i francesi. Putin ha sempre negato.
Nei Pandora Papers emersero documenti (pubblicati dal Washington Post) secondo cui Svetlana Krivonogikh, 46 anni, una ex donna delle pulizie a San Pietroburgo, sarebbe diventata proprietaria di un appartamento da 4,1 milioni di dollari a strapiombo sul Mediterraneo, attraverso una società offshore creata alle Virgin Islands, poche settimane dopo aver partorito una bambina. Media russi scrissero di un suo legame con il presidente russo. L’appartamento è usato dalla figlia di lei, Elizaveta.
Sempre Timchenko ha ceduto un appartamento milionario a San Pietroburgo ad Alina Kabaeva, la ginnasta russa, presunta amante di Putin, dal quale avrebbe avuto due gemelle sette anni fa (nel 2008 Putin negò). Kabaeva ha vissuto in Svizzera questi mesi prima dell’invasione dell’Ucraina. Finché l’aria per lei è diventata pesante (una petizione con 50mila firme ha chiesto che venisse mandata via dal Paese). Dal 2014 è nel board del National Media Group, il principale gruppo di media del Cremlino, con uno stipendio di 10,5 milioni di dollari all’anno.
C’è una villa «speciale» a Collina D’Oro, racconta una fonte, a Lugano, a un passo da Italia e Francia, con statue di bronzo che raffigurano una ginnasta, sei camere da letto, otto bagni, vista frontale sul lago, circondata da fitta vegetazione sugli altri lati. Si chiama La Perla della Collina, valore 15 milioni. L’agenzia che l’ha quotata non rilascia commenti sulla sua proprietà. Kabaeva, a differenza delle figlie di Putin e di Lavrov, non è stata ancora sanzionata, come ha chiesto Alexey Navalny mercoledì: «Il National Media Group, che fa la parte del leone nell’apparato di menzogne del regime, appartiene senza dubbio a Putin personalmente, in particolare è anche formalmente guidato dall’amante di Putin, Alina Kabaeva. Occorre prendere le misure più decisive per rendere difficile il lavoro di questi successori di Goebbels. Dal divieto assoluto alla fornitura di attrezzature, alla ricerca dei loro beni e i loro visti in Occidente». L’ultima volta che il team Navalny l’ha chiesto, per Polina Kovaleva - la figlia dell’amante di Serghey Lavrov proprietaria di un milionario appartamento a Kensington - la donna, dopo poco, è stata ufficialmente sanzionata.