Corriere della Sera, 8 aprile 2022
Il bosone W
Lasciate per un attimo perdere il più famoso bosone di Higgs, scoperto presso il Cern di Ginevra. Questo è il bosone W, teorizzato negli anni Sessanta e scoperto da Carlo Rubbia che grazie ad esso ha condiviso il Premio Nobel per la Fisica nel 1984 con Simon van der Meer: con il bosone Z è una delle due particelle mediatrici della forza debole ed è responsabile, tra l’altro, dei processi di decadimento nucleare che alimentano il nostro Sole. A legarlo, o meglio ad accoppiarlo con il bosone di Higgs, è la «forza nucleare debole», originariamente scoperta da Enrico Fermi e poi resa più completa dall’introduzione dell’elettromagnetismo nella teoria. Questo per spiegare l’importanza della fisica italiana fino a qui. Ora il problema sono le misure. Che non tornano. E, non tornando, mettono in discussione il cosiddetto «Modello Standard», la teoria di riferimento della fisica che descrive il mondo delle particelle elementari e delle forze fondamentali (la materia). Proprio per questo Science ha dedicato alla nuova misurazione della massa della particella del bosone W da parte del FermiLab di Chicago la copertina in edicola. Siamo di fronte a «una nuova fisica» come anticipava, con un eccesso di entusiasmo, una precedente nota del FermiLab? Quello che oggi si può dire, con prudenza, è che siamo di fronte alla misura «più accurata che sia mai stata realizzata». E che se dovesse essere confermata la maggiore massa ci sarebbe «una prima crepa nel modello standard della materia», come la chiama Giorgio Chiarelli, ricercatore della Sezione di Pisa dell’Infn e co-responsabile della collaborazione scientifica con il Collider Detector con cui è stata fatta la misurazione. «Come ricordava il sociologo Robert Merton – sottolinea Chiarelli – uno dei pilastri della scienza è lo scetticismo organizzato. Mi aspetto una certa eccitazione, ma anche lo scetticismo organizzato. Non esiste la verità assoluta della scienza. La verità è solo della natura». Ora la palla, anzi la particella, passa al Cern per ritentare la misurazione. Ma ci vorranno anni e pazienza.