La Stampa, 8 aprile 2022
Biografia di Brown Jackson
Il Senato ha confermato con 53 voti a favore e 47 contrari Ketanji Brown Jackson, come giudice della Corte Suprema. È la prima donna afroamericana a ricoprire l’incarico. Sostituirà al termine della sessione estiva il giudice Stephen Breyer, 83 anni, che in febbraio ha annunciato che si sarebbe dimesso, consentendo così al presidente Biden di scegliere il suo successore.
In campagna elettorale, il presidente aveva promesso che se ne avesse avuto l’opportunità, avrebbe optato per una afroamericana. E così è stato. La sua nomina non altera gli equilibri dell’Alta Corte, dove i giudici di orientamento conservatore sono 6, mentre quelli più liberal sono tre, tutte donne (Elena Kagan, Sonya Sotomayor e la nuova arrivata).
Cinquantuno anni, due figlie Talia e Leila, laureata ad Harvard, nella sua lunga carriera Brown Jackson ha partecipato anche alla difesa di un detenuto di Guantanamo. Incarico per il quale è stata attaccata dai senatori repubblicani durante le audizioni per la conferma. La destra l’ha anche accusata di aver posizioni troppo morbide sulla criminalità. Il capo della minoranza repubblicana Mitch McConnell che fino all’ultimo ha provato a tenere il gruppo conservatore compatto, fallendo, prima del voto di ieri ha definito la nomina di Brown Jackson dettata dalla «sinistra radicale».
Biden ne ha invece spesso lodato le qualità «straordinarie» sottolineando il bisogno della Corte Suprema di «essere specchio del Paese» e riflettere le sue diversità.
Per essere confermata, alla Jackson bastava la maggioranza semplice, ma tre repubblicani (Murkowski, Romney e Collins) hanno votato insieme con i democratici.
Al momento della proclamazione da parte di una visibilmente commossa vicepresidente Kamala Harris, è scoppiato un fragoroso applauso dagli scranni occupati dai democratici. La maggior parte dei repubblicani aveva già lasciato l’aula.
Brown Jackson ha assistito alla procedura di ratifica dalla Casa Bianca insieme al presidente Biden che ha definito «storico per la nostra nazione questo momento». «Abbiamo fatto un altro passo nel rendere la nostra Corte un luogo che rifletta le diversità dell’America. Sarà un incredibile giudice e sono onorato di condividere con lei questo momento» ha detto il presidente. Oggi Biden e Brown Jackson terranno un discorso.
Prima di votare uno dei tre senatori neri, Raphael Warnock, ha detto: «Sono il padre di una giovane ragazza nera. So cosa vuol dire per la giudice Jackson aver dovuto districarsi fra i duplici rischi del sessismo e del razzismo e arrivare al successo di questo momento. Vedere la giudice Jackson approdare sino alla Corte suprema è il riflesso del progresso sulla quale poggia la nostra democrazia. Questo è un grandissimo giorno per l’America».
Delle 115 persone che hanno occupato un posto alla Corte suprema dal 1789, solo tre non sono bianchi: il primo giudice nero è stato Clarence Thomas nominato da Ronald Reagan nel 1981 e ancora in attività. L’altro invece è Thurgood Marshall che si è ritirato nel 1991. La prima giudice ispanica, invece, è Sonia Sotomayor che è stata scelta da Barack Obama.
Brown Jackson diventerà quindi da luglio quando dovrebbe avvenire l’insediamento la sesta giudice donna della storia americana e ben 4 sono in carica (oltre alle tre democratiche c’è la conservatrice Amy Coney Barrett).
La Corte suprema ha una profonda influenza nel plasmare la politica americana su alcune questioni sociali, come l’aborto, il controllo delle armi, il diritto di voto, le questioni di genere e la libertà religiosa. Temi sociali ed etici che stanno acuendo le divisioni negli Stati Uniti. Nella prossima sessione – in giugno e luglio – e prima del formale ingresso fra i nove togati di Brown Jackson, la Corte suprema dovrà esprimersi su una legge sull’aborto del Mississippi che potrebbe portare al ribaltamento della storica sentenza Wade contro Roe del 1973 che legalizzò l’interruzione di gravidanza negli Stati Uniti. —