Corriere della Sera, 7 aprile 2022
Intervista a Ai Weiwei
«Il 24 febbraio, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, era il giorno in cui mio figlio ha compiuto 13 anni. L’attacco ha distrutto l’illusione che la guerra appartenesse ad altre terre, ad altri contesti politici e religiosi: Siria, Afghanistan, Iraq, Yemen...». Invece è Europa: l’Europa dove Ai Weiwei vive e lavora dopo che ha lasciato la Cina, il suo Paese. Nel 2011, artista già affermato nel mondo, rimase per 81 giorni detenuto in una località sconosciuta: pagava la sua irridente opposizione al regime. «Nessuno si sarebbe aspettato una guerra alle porte dell’Unione Europea un anno fa, anche se le avvisaglie s’intravedevano già», spiega.
Suo padre, il poeta Ai Qing, visse a Parigi e quand’eravate reclusi in Xinjiang negli anni Sessanta le parlava dell’Europa. Che cos’era per lei?
«Vivevo in una società chiusissima. Le informazioni che ricevevo erano filtrate e distorte. Mio padre mi parlava di Roma e io la immaginavo come un luogo singolare e ricco, una società culturalmente forte. Sui suoi libri trovavo il Medioevo e il Rinascimento…: l’Europa luogo di convivenza armonica tra forme di pensiero e idee politiche diverse».
Ora la guerra.
«L’invasione russa è avvenuta in Europa. Non che mi abbia sorpreso molto, perché Mosca parlava con forza della secessione del Donbass e contro l’Ucraina nella Nato. Per quel che so del suo leader, quando la Russia dice che farà una “guerra parziale”, la farà davvero, non sono minacce vuote. L’Europa non ha reagito agli avvertimenti precedenti e si è ritrovata sotto choc».
Poi sono venuti i bombardamenti sulle città, le immagini dei massacri di civili.
«Non guardo molti filmati di questo genere, sono rimasto sorpreso nel vedere come la copertura mediatica occidentale non sia completa. I resoconti dal terreno sono scarsi rispetto a quello che viene riportato sui sentimenti degli europei, sulle dichiarazioni pubbliche, sulle proteste contro l’invasione. Fino a oggi (ieri, ndr) non conoscevo la vera situazione circa le vittime. Fonti diverse danno resoconti diversi e questo divario non ti permette davvero di capire come vadano le cose. L’informazione di guerra resta caotica, c’è uno scarto fra la realtà e quello che viene mostrato. E comunque se anche ciò che vediamo fosse parziale, nulla cambia il fatto che le guerre sono atroci e inumane».
Che cosa sa l’opinione pubblica cinese dell’Ucraina?
Nessuna libertà
In Cina è impossibile una vera opinione pubblica: chi esprime idee divergenti è in pericolo
«Non so granché della pubblica opinione cinese. Immagino che, date la posizione del governo e la sua propaganda, la popolazione tenda a sostenere la parte russa. In Cina è impossibile una vera opinione pubblica. Ogni idea divergente online viene cancellata e chi la esprime è in pericolo».
Perché la leadership cinese continua a non definire quanto accade con le parole «guerra» o «invasione»?
«Non riesco a spiegare la logica della leadership di Pechino ma so che una logica c’è ed è legata alla questione di Hong Kong e alla sovranità di Taiwan, che per Pechino resta una questione irrisolta. Una visione che la Cina proietta sulle rivendicazioni della Russia su pezzi di Ucraina, proprio come Pechino rivendica sia Taiwan sia il diritto di usare la forza quando necessario. Taiwan, da settant’anni di fatto un Paese indipendente, rischia una guerra mossa dalla Cina che Pechino non considererebbe un’invasione».
La Cina lavora dietro le quinte per trovare soluzioni?
«Cina e Russia hanno dichiarato un’amicizia strategica “senza limiti”, mostrando così il desiderio di stabilire un nuovo ordine mondiale attraverso la sovversione e la distruzione del vecchio mondo stabilito da Stati Uniti ed Europa. Cina e Russia sono davvero partner contro l’ordine politico costituito. Europa e America devono capire che Pechino non farà mai nulla per danneggiare la Russia e viceversa. Non si può comunque negare che in certi momenti la Cina possa fare da negoziatrice o intermediaria per proteggere gli interessi suoi e di Mosca».
Per la Cina l’Ucraina è davvero uno scenario utile alla «soluzione» del caso Taiwan?
«L’invasione ucraina è un preludio e un’esercitazione di quanto la Cina farà a Taiwan. Pechino può valutare la consistenza militare delle due parti, le possibilità in campo, come funziona il quadro politico internazionale, come reagiscono Europa e Usa. Tutto questo aiuta parecchio a capire che cos’aspettarsi una volta scoppiata una guerra con Taiwan».
Sovversione
Pechino e Mosca vogliono stabilire un nuovo ordine mondiale attraverso la sovversione e distruzione del vecchio
Come usciranno dalla guerra l’Ucraina, la Russia, l’Occidente, la Cina?
«L’Ucraina ne uscirà distrutta nonostante l’ostinata resistenza. La guerra lascerà molti traumi. Vedremo un’Europa più unita e armonizzata solo in superficie, in realtà divisa e frammentata. Senza vera unità europea, ogni Paese si preoccupa del proprio esclusivo interesse. L’Unione Europea esiste a parole e basta. E la Nato sembra avere un problema ancora più grande. È un’alleanza militare creata per la Guerra fredda. Di fronte all’invasione della Russia, sembra impotente. Non può fermare la guerra, ne è piuttosto un catalizzatore. Quanto alla Russia, vuole l’Ucraina orientale e ci sta riuscendo».
Le sanzioni occidentali?
«Inutili. Cina, India e altri hanno dichiarato apertamente che non sono nel loro interesse e non boicotterebbero la Russia. Questo mondo è ancora una volta diviso in due. La parte guidata da Usa, Unione Europea e Nato è indebolita. E Pechino sta beneficiando della guerra in Ucraina».
La Cina ha una tradizione di potere autoritario. La Russia è nella stessa condizione.
«Il mondo è spaccato fra democrazie e società autoritarie, per dirla molto semplicemente. Quanto alla Cina, è sempre stata una società autoritaria. Non importa quanto sia diventata ricca: chi detiene il potere non cambierebbe nulla e chi è governato non ha la capacità di cambiare nulla. Andrà così a lungo. I leader cinesi rimarranno lì mentre in Occidente si cambia a ogni mandato. La leadership cinese è più efficace».
La reazione europea all’emergenza dei profughi dall’Ucraina è stata rapida. Lei da anni critica l’atteggiamento europeo verso i migranti dall’Asia e dall’Africa che cercano di entrare in Europa.
L’esercitazione
La guerra è una prova di quanto la Cina farà
a Taiwan: forza militare delle parti, possibilità e reazioni internazionali
«Sono molto felice di vedere l’Europa accogliere gli ucraini: ogni profugo lascia la patria perché rischia la vita. Ma c’è un’estrema ipocrisia dietro la generosità europea. Se confrontiamo i rifugiati dall’Ucraina e quelli da Medio Oriente e Africa, questi ultimi sono stati dimenticati. Quando le guerre sono lontane anche l’Occidente sa essere brutale: eticamente insostenibile. Lo spirito umanitario non dovrebbe avere un doppio standard, altrimenti è razzismo».
Ha progetti sull’Ucraina?
«Ogni mio progetto artistico è centrato su chi soffre: ucraini, yemeniti, afghani, tutti. Non ci sono confini né nazioni. Solo l’umanità».