Da www.lastampa.it, 6 aprile 2022
FIGLIE DI PUTIN, DI NOME E DI FATTO - NEL QUINTO PACCHETTO DI SANZIONI CONTRO LA RUSSIA PREVISTO DALL'UE NON SI SALVANO NEANCHE KATERINA TIKHONOVA, 35 ANNI, E MARIYA VORONTSOVA, 36 ANNI, CHE PAGANO COSÌ LE COLPE DI PAPÀ VLADIMIR - LE DUE DONNE DOVREBBERO ESSERE SOGGETTE A CONGELAMENTO DEI BENI E DIVIETI DI VIAGGIO IN TUTTO IL CONTINENTE: COSÌ DOPO IL MASSACRO DI BUCHA ANCHE I FAMILIARI PIÙ STRETTI DELLO ZAR FINISCONO NEL MIRINO… - VIDEO -
L’Unione europea pensa anche alle figlie di Vladimir Putin che potrebbero finire nella prossima lista di sanzionati, il quinto pacchetto di misure previsto dall’Ue. Motivo: una reazione ai crimini di guerra commessi a Bucha.
Katerina Tikhonova, 35 anni, e Mariya Vorontsova, 36 anni, sono infatti nell'ultima bozza dell'elenco di obiettivi dell'Ue, tra i quali ci sono oligarchi, politici e alcuni tra coloro che sono nell'entourage di Putin. A scriverlo e ad anticiparlo è il Wsj.
Si sa molto poco delle vite personali di Tikhonova e Vorontosva, frutto del matrimonio del capo del Cremlino con Lyudmila Shkrebneva. Secondo quanto riportato dal tabloid statunitense una volta arrivato il via libera degli ambasciatori Ue, «le due donne dovrebbero essere soggetti a congelamento dei beni e divieti di viaggio in tutto il continente». L'elenco, tuttavia, non è definitivo e potrebbe ancora cambiare prima di entrare in vigore.
Il Wall Street Journal cita come fonti diplomatici a conoscenza del dossier. Secondo i diplomatici – scrive il WJS - che avrebbero visionato il dossier questa si tratterebbe di «una mossa che aggiungerebbe i familiari più stretti del leader russo a un elenco crescente di persone sanzionate in risposta all'invasione russa dell'Ucraina».
Non solo. Sempre dalle colonne del quotidiano economico Usa emerge che «Putin non parla mai pubblicamente della sua famiglia. Ha due figlie con la sua ex moglie, Lyudmila Putina, secondo il Cremlino. Non è noto se il leader russo abbia altri figli e non è chiaro se le figlie prese di mira nelle sanzioni dell'UE siano quelle che ha pubblicamente riconosciuto» scrivono Laurence Norman e Ann M. Simmon.