la Repubblica, 6 aprile 2022
Armi a Kiev e gas. Cosa pensano gli italiani
ROMA — Quasi nove italiani su dieci (86,6 per cento) si dicono disposti a ridurre i propri consumi in caso di una crisi energetica provocata dalla guerra in Ucraina. Quasi sei su dieci (58,5 per cento) sono pronti ad accettare l’utilizzo del carbone e il 51,3 per cento si dichiara disponibile a discutere l’ipotesi di un’Italia che torni a investire nel nucleare.Lo rivela un sondaggio Ispi-Ipsos per Repubblica. Ancora a gennaio, secondo una rilevazione Swg, gli italiani favorevoli al nucleare erano il 33 per cento. Gli stessi sondaggisti sono stupiti della quota di cittadini intenzionati a ridurre i propri consumi e lo spiegano anche col rincaro delle bollette di luce e gas – più che raddoppiate rispetto all’anno scorso – e che ha già indotto a rimodulare le abitudini.La paura più grande riguarda l’uso di armi nucleari. Il 70,8 per cento ritiene il loro utilizzo realistico nella guerra in corso.Di chi è la responsabilità principale della guerra in Ucraina? Il 60,8 per cento risponde: Putin. Il 17,3 per cento dà la colpa alla Nato. Il 17,4 è indeciso. Il 4,5 se la prende con Zelensky. Come finirà? La maggioranza relativa (44,2 per cento) è concorde: solo con un accordo di pace in cui ciascuna delle parti rinunci a qualcosa. Seguono, quasi appaiate, soluzioni minoritarie come la resa incondizionata dell’Ucraina (11,4%), un colpo di Stato in Russia (10,3%), l’intervento militare della Nato (9%).Il sondaggio – mille interviste a un campione di cittadini dai 18 ai 75 anni – è stato realizzato nelle giornate del 30 marzo e del 1 aprile.Un tema che ha diviso l’opinione pubblica, e il mondo politico, è l’invio delle armi. Il 28,6 per cento degli intervistati si dichiara d’accordo. Il 9,1 per cento afferma che bisogna inviarne di più potenti. Mentre il 38,6 per cento si dichiara contrario. I due fronti quindi si equivalgono di fatto. Poi c’è 23,7 per cento non ha un’opinione precisa, e risponde «non so».La Nato dovrebbe intervenire? In nessun caso, sostiene il 60,1 per cento. Dovrebbe schierarsi militarmente, afferma al contrario il 19,8 per cento. Il 20,1 è indeciso. Cosa pensare delle sanzioni alla Russia? Il 37 per cento è contrario: fanno male alla nostra economia e non aiutano a risolvere il conflitto. Per il 30,3 per cento fanno male alla nostra economia, ma almeno contribuiranno a risolvere il conflitto. Il 18,3 dice che le misure anti Putin vanno bene, danneggiano più i russi che noi e aiutano a risolvere il conflitto. Il 14,3 risponde «non so». L’85,5 per cento degli italiani è a favore dell’accoglienza degli ucraini. Solo il 7 per cento è contrario. Tuttavia a bene vedere di questo 85 per cento il 44,3 precisa che vanno accolti «in maniera incondizionata», il 41,2 solo «per un tempo limitato».Commento di Ispi-Ipsos: «Il rischio è quindi che, nel caso questa accoglienza dovesse durare più a lungo (per esempio a causa del protrarsi del conflitto), le persone che oggi sono ancora nel bacino dei favorevoli entrino a far parte dei contrari. In quel caso per i profughi accolti (il 52 per cento donne, il 38 per cento minori) le cose potrebbero cominciare a farsi complicate».