Corriere della Sera, 5 aprile 2022
Clio, 8 anni, la reginetta degli scacchi
Vorrebbe poter suggerire a Putin e Zelensky di abbandonare missili e carrarmati «e di giocare a scacchi perché con pedoni e alfieri, re e regine si può ragionare meglio e pensare a nuove intelligenti strategie per risolvere i problemi del pianeta». Ha solo otto anni, ma spiazza la precisione linguistica e la saggezza di una bimba prodigio campionessa mondiale di scacco matto, Clio Alessi, quarta elementare, esile e biondissima, mascotte del «Palermo Scacchi», il circolo dove tutti la temono e la amano.
È arrivata in Sicilia da Milano due anni fa per il lock- down con i genitori che pensavano solo a un ritorno momentaneo nella loro terra. Ma hanno piantato radici Manuele Alessi e Eloisa Terzo, lui imprenditore con strutture ricettive soprattutto per stranieri, lei medico veterinario, ricercatrice in varie università europee, classico «cervello in fuga», rientrata dopo tanti anni fra Londra, Dublino, Svezia e Stati Uniti. Tutti felici a Palermo, come il loro piccolo Giove, 6 anni, aspirante campione, anch’egli felice quando batte a scacchi un avversario più grande. Gli occhi furbi del genio pronto a strabiliare parenti e amici calcolando le radici quadrate mentre fa giocare i quattro cagnolini di famiglia.
Pure lui parlando più inglese che italiano. Come fa la sorellina fresca di tornei internazionali. Ecco la foto con una bimba bielorussa superata da Clio, fiera del suo berrettino con visiera «Italia», riflesso di una passione coniugata con quella per il pianoforte. Le dita affusolate volano disinvolte come ballerine sulla scacchiera o sui tasti del piano.
Melodie a parte, Clio, già a 7 anni campionessa italiana Under 8, costruisce la partita di scacchi fra arrocco e forchetta, diagonale, gambetto e così via, fino a prevedere l’attacco finale anche dieci mosse prima della vittoria, dicono i suoi maestri. Sorpresi dalle massime che le escono naturali, come se avesse trent’anni, quando assicura che «importante è giocare, non vincere». E lo spiega: «Perdere è bello perché dagli errori si impara a non rifarli».
La piccola-grandissima Clio l’ha detto quando l’anno scorso s’è imposta prima in assoluto su una messicana, due bimbe russe e due iraniane. E l’ha ripetuto a Capodanno agli «europei» in Serbia battendo le russe anche nella specialità dei rapidi match di tre minuti. Incassa successi, brandisce coppe e consola avversari, sotto gli occhi ironici di papà Manuele: «Io accolgo gli stranieri e lei li combatte a scacchi».
Sarà un caso, ma tutto è iniziato appena lei ha imparato a sgambettare, innamorata a 3 anni di un cartone russo, Masha e Orso. La storia della monella che s’innamora degli scacchi battendo in continuazione il povero Orso. «Come Masha, volevo anch’io una scacchiera», ricorda adesso Clio con un sorriso complice rivolto a mamma Eloisa. E lei rievoca le incomprensioni: «Né io né mio marito riuscivamo a capire che cosa chiedesse. Poi, un giorno svuota un cassettone e improvvisamente odo un grido di vittoria: “Ecco Mamma. Questa”. E gira per casa con una scacchiera. Quella del nonno che non c’è più. Dimenticata sotto gli abiti. Qui nessuno di noi ha mai giocato nemmeno a dama. Invece Clio cominciò a schierare i pedoni come fosse già esperta in materia. Le sue compagnette con le bambole in mano. Lei tutto il giorno a far parlare quei suoi “soldatini” d’avorio, a costruire battaglie di fantasia...».
Il resto è una scoperta continua, fino al ritorno a Palermo, Natale 2019. Poi, tutti a casa per la pandemia. E Clio scopre il gioco online. Impegnata da mattina a sera in tornei con avversari di tutto il mondo e tutte le età. «Mammaaa, la coppa...». Ne vinceva in continuazione. Di qui il contatto con il «Palermo Scacchi» dove ormai la coccolano come una promessa da coltivare maestri e giocatori, da Riccardo Merendino a Francesco Miosi, Fabrizio Ganci, Simona Merendino e Andrea Amato, quest’ultimo maestro Fide tra i più forti in Sicilia. Tutti a chiedersi come faccia Clio a schizzare nelle classifiche conquistando punti «Elo» a migliaia. L’unità di misura degli scacchisti.