La Stampa, 3 aprile 2022
Le due chiese ortodosse in guerra tra loro in Ucraina
I soldati in guerra si raccomandano a Dio per non essere uccisi e pregano per la vittoria. Il popolo ucraino si inginocchia per strada quando passano le bare dei caduti e si fa il segno della croce. Anche i preti sono in prima linea.
In Ucraina, il panorama religioso è molto complicato. Innanzitutto, ci sono diverse chiese cristiane (cattolici di rito romano e greco, armeni, ortodossi russi e ucraini, copti, protestanti) oltre a ebrei e mussulmani. Ma la questione più spinosa è quella della chiesa ortodossa. Per prima cosa, vale la pena ricordare che a differenza dei cattolici, gli ortodossi non hanno un Papa, ma rispondono a diverse autorità religiose. Se il Patriarca Bartolomeo di Costantinopoli è riconosciuto come primus inter pares tra i vescovi, invece la chiesa ortodossa dell’ex-impero russo ha sempre risposto al Patriarcato di Mosca, a cui anche la chiesa ucraina era soggetta. Secondariamente, la chiesa ortodossa è sempre stata in un rapporto di dipendenza dal potere statale, mentre la Chiesa cattolica viene da una storia di indipendenza. Se a Costantinopoli era soggetta all’imperatore bizantino, a Roma era spesso antagonista del potere imperiale.
Di conseguenza, la chiesa in Ucraina era sotto il patriarca di Mosca schierato apertamente con Putin. Tre anni fa il Metropolita di Kiev ha chiesto al Patriarca di Costantinopoli i cosiddetti “Tomos”, cioè l’autorizzazione a divenire una chiesa autocefala, indipendente da Mosca e con la possibilità di eleggere i propri vescovi. Si è compiuto uno scisma che verrà scritto sui libri di storia. Quindi, tutte le parrocchie ucraine hanno dovuto scegliere se continuare con la tradizione o riconoscere la nuova autorità. Prima della guerra solo 600 parrocchie ucraine su 13.000 avevano accettato il nuovo corso. Alcune delle chiese ancora fedeli a Mosca sono sospettate di essere una quinta colonna del nemico, in alcune di queste hanno trovato perfino del materiale propagandistico russo. Però, lo scenario è in rapida evoluzione e molte chiese stanno cambiando bandiera. Un problema spinoso che non permette a Papa Francesco di fare un appello alla pace insieme a tutte le chiese cristiane. —