Corriere della Sera, 4 aprile 2022
Bollette, come capirci qualcosa
Tutti conosciamo il nome del fornitore a cui stiamo pagando l’elettricità e il gas, quasi mai invece che tipo di contratto abbiamo stipulato. Ed è proprio questo a fare la differenza. Ce ne siamo accorti con le prime bollette del 2022: per alcuni aumenti del 70-80%, per altri prezzi invariati. Ma cosa dobbiamo sapere per decidere quale contratto conviene di più? Prima di tutto bisogna avere le informazioni corrette: il 21,6% dei clienti domestici non sa che è possibile cambiare in qualsiasi momento il fornitore di energia elettrica e di gas naturale; il 20,8% pensa erroneamente che cambiando fornitore sia necessario sostituire anche il contatore, il 32,2% teme le interruzioni nella fornitura. Non è vero. Fatta questa premessa, le possibilità che offrono gli operatori sono due: contratto in regime di tutela o in libero mercato.Regime di tutelaIl nome dovrebbe essere una garanzia. Il consumatore paga il prezzo che definisce l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (Arera) ogni 3 mesi in base all’andamento dei mercati finanziari e all’ingrosso. Oggi i clienti domestici che hanno questo tipo di offerta sono 11,8 milioni per l’elettricità e 7,6 milioni per il gas. Chi compra è una società pubblica che si chiama Acquirente unico e che rivende agli operatori (uno per zona) che la distribuiranno con un margine di guadagno minimo. Vediamo i prezzi. Elettricità: per il secondo trimestre 2022, una famiglia con 2.700 kWh di consumo annuo e con 3 kW di potenza impegnata paga 41,34 centesimi a kWh, contro i 46,03 del primo trimestre. Nel secondo trimestre 2021 erano 20,83 centesimi. Vuol dire che il prezzo è raddoppiato. Gas: per il secondo trimestre 2022 il costo è fissato a 123,62 centesimi al m³, contro i 137,32 del primo trimestre. Esattamente un anno fa erano 73,42 centesimi. Anche qui le famiglie in regime di tutela devono fare i conti con un aumento della bolletta del 70%.
Opzione libero mercatoIn questo caso il prezzo è fissato dall’azienda che compra e rivende in base alle proprie strategie commerciali con un profitto più elevato rispetto a quello a tutela. Il costo della materia prima è ancorato al mercato reale e solo marginalmente a quello finanziario, poiché i rivenditori possono comprare dai grandi fornitori e fare acquisti con scadenze a medio e lungo termine. I rivenditori sono 723 e hanno oltre 18 milioni di clienti per l’elettricità, e 12 per il gas. Ogni rivenditore fa il suo prezzo, che può essere «variabile» o «fisso». Il prezzo del contratto «variabile» dipende da come è costruito: può prevedere la variazione del costo dell’energia a scadenze prefissate, in base ai prezzi del mercato all’ingrosso. Se il contratto invece è a prezzo «fisso», ovvero con scadenza ad un anno, due, o tre, paghi quello che è stato stabilito indipendentemente da come vanno i mercati. Infatti chi ha stipulato questo tipo di contratto prima dei rincari, non ha subito variazioni di prezzo. Funziona un po’ come il mutuo per la casa: il tasso variabile segue l’andamento dei mercati, con quello fisso se i tassi salgono sei blindato, se scendono ci perdi. Ma ora che il prezzo del gas e dell’elettricità è fuori controllo come può orientarsi chi deve fare un nuovo contratto, o è tentato di cambiare quello che ha già?
Il bombardamento dei call centerI fornitori di energia e gas, ovvero Enel, A2a, Hera, Acea, Iren, Eni, ecc. vendono sia in regime di tutela che in libero mercato, e la spinta è quella di convincere i propri clienti ad andare verso il libero mercato. Ormai oltre il 50% è passato al libero mercato. Il 20,5% ha sottoscritto il contratto da solo tramite il sito internet del fornitore, il 17,9% ha chiamato il call center del venditore, il 16,1% dichiara di aver sottoscritto il contratto dopo aver ricevuto la chiamata di un call center e il 12,1% da chi bussa alla porta. Significa che quasi un cliente su 3 è stato convinto da una telefonata o dalla visita di un venditore. Negli ultimi mesi questa pratica è diventata vessatoria. I 723 rivenditori hanno scatenato i call center, che telefonano a casa a qualunque ora, spesso spacciandosi magari per Enel Energia, e tentano di convincere l’utente a cambiare contratto. Prima di accettare occorre ricordare due cose: 1) la proposta di un’offerta da chiunque provenga, è prima di tutto nell’interesse del venditore e non del cliente, 2) per non essere imbrogliati, non dare mai i codici che identificano i contatori (Pod e Pdr).
Dove trovare l’offerta giustaPer individuare l’offerta più vantaggiosa dobbiamo conoscere che tipo di contratto abbiamo (è scritto sulla bolletta), e quanto paghiamo a kWh (prendere la voce spesa per l’energia e dividerla per il consumo fatturato). Le altre voci che riguardano i costi di trasporto, oneri di sistema, Iva ecc., non vanno considerati perché sono uguali per tutti, sia in regime di tutela che a libero mercato. Tra l’altro oggi, a causa dell’aumento della componente energia, il governo ha temporaneamente eliminato gli oneri di sistema e diminuito la quota Iva, e quindi il costo della materia prima incide sull’80% della bolletta elettrica, e per il 70% di quella del gas. A questo punto si va su ilportaleofferte.it/portaleOfferte/ dove si vedono tutte le tariffe a confronto, ed è possibile valutare quella più conveniente per le proprie esigenze. Nel 2021 per una famiglia con un consumo di 2.700 kWh di elettricità e una potenza di 3 Kw, su 1.355 offerte mensili solo 122 erano più convenienti sul mercato libero rispetto al regime di tutela. Risparmio massimo 88,93 euro l’anno con il prezzo variabile e 188,50 euro a prezzo fisso con contratto a 12 o 24 mesi. Per una famiglia con un consumo annuale di gas di 1.400 m³, sul libero mercato solo 113 offerte erano più convenienti del regime di tutela. Risparmio massimo: a prezzo variabile 109,68 euro l’anno, a prezzo fisso 412,22 euro. «Dall’analisi emerge come una quota prevalente delle offerte del libero mercato risulti non conveniente – scrive l’Autorità per l’energia nel suo report – con un livello di spesa annua media costantemente superiore alla spesa dei servizi di tutela».
Le offerte ingannevoliA febbraio 2022 su 1.224 offerte per l’elettricità, 628 invece appaiono più convenienti dei servizi di tutela, mentre per il gas sono 102 su 613 offerte. Ma attenzione: bisogna leggere molto bene che cosa dicono le condizioni perché l’offerta il più delle volte è ingannevole. Per esempio possono essere previste tariffe vantaggiose solo in cambio dell’acquisto di un impianto fotovoltaico da cinquemila euro. Altre sorprese si celano nelle sottoclausole: a) dopo un anno può esserci il cambio della tariffa anche se il contratto a prima vista sembra a tariffa fissa per 24 mesi; b) se si supera il consumo previsto dal pacchetto «tutto compreso» la penalizzazione rischia di essere severa; c) lo sconto può apparire significativo per un periodo limitato di tempo, ma rispetto a un prezzo molto più alto di quello del regime di tutela. In sostanza le offerte vantaggiose sul libero mercato ci sono, ma trovarle presuppone una competenza nel saper leggere i dettagli e un livello di conoscenza delle voci che compongono la bolletta che non tutti hanno. Nessun Paese ha una giungla di 723 venditori, ed è pertanto urgente creare un albo di operatori qualificati. Per noi utenti, invece, sarà meglio capire in fretta come funziona il sistema, perché da gennaio 2023 per il gas e da gennaio 2024 per l’elettricità, sarà tutto libero mercato e verrà decretata la fine del regime di tutela. A meno che Arera non cambi i parametri di riferimento dei prezzi ancorandoli a quelli del mercato reale, anziché a quello fatto dalla grande finanza speculativa. La questione è complessa, ma alla fine la decisione di non buttare a mare il bambino con l’acqua sporca è come sempre una scelta politica.