Il Messaggero, 4 aprile 2022
Biografia di Bruno Conti jr
Nel nome del nonno. Che si chiama Bruno. Non un Bruno qualsiasi. Bruno Conti, lui, campione del mondo 1982, campione d’Italia con la Roma anno 1983, amico di Diego Maradona, quello battezzato da Pelè proprio dopo il Mundial spagnolo. Non un Bruno qualsiasi, insomma. Il nome pesa. Ha pesato su Daniele, il figlio, che non è stato profeta in patria (Roma) ma è stato re a Cagliari, dopo aver assaggiato di sfuggita la maglia giallorossa, con una manciata di presenze (cinque) e un gol che gli è rimasto nel cuore, di testa, sotto la Sud e contro il Perugia, con Zeman in panchina. Daniele ha cominciato l’avventura nell’isola nel 1999 e ha chiuso nel 2015 dopo 434 presenze e 47 gol, ora fa il dirigente. Oggi tocca a Bruno Conti jr, figlio di Daniele e nipote di Marazico, ricominciare proprio da Cagliari, dove è cresciuto, pur essendo nato ad Anzio. Gioca nella Primavera rossoblù, maglia numero 5, (51 presenze e 5 reti, la prima di queste all’esordio, settembre 2021, contro l’Empoli) ha firmato il primo contratto da professionista, fino al 2025, con la squadra di Mazzarri. Lì il papà Daniele è responsabile del settore giovanile, e lo segue da vicino, proteggendolo dagli sbalzi di temperatura che di solito dà il successo. A Cagliari, Daniele, è diventato una bandiera, finendo la carriera da leader, simbolo e capitano. La dinastia Conti continua, aspettando l’esordio in serie A del piccolo ragazzo adottato dalla Sardegna, classe 2002. Ha il fisico e il ruolo del padre, oltre che il numero di maglia, e il piede (sinistro) del nonno, meno raffinato ma potente. Brunetto gioca davanti alla difesa, pensa calcio, si farà, si dice nell’ambiente. Ma con calma, nessuna pressione addosso, il padre non vuole che si esponga troppo in questo momento: Cagliari non è Roma, avrà meno pressioni e qualche aspettativa in meno. Gestito dal tecnico Alessandro Agostini, amico di Daniele, lo zio Ago lo chiamano in famiglia Conti. Di Bruno, insomma, non ce n’è più uno, come cantavano i tifosi della Roma. Sono due, anche se la carriera del 7 giallorosso è al quasi ineguagliabile. «Sono contento per lui, ma ora facciamolo crescere con serenità. Di pagnotte, e l’ho detto anche a Daniele, ne dovrà mangiare. Lasciamolo in pace», sussurra nonno Bruno, tagliando corto, ma di certo orgoglioso che questa tradizione dei Conti possa andare avanti.
UN ALTRO ANCORA
I Conti si sono persi per strada Andrea, classe 77, altro figlio di Bruno, fratello di Daniele, due anni più piccolo. Andrea (due presenze in giallorosso ai tempi di Carlos Bianchi) è stato più sfortunato degli altri, ha dovuto combattere con infortuni a catena, che gli hanno condizionato la carriera. Sempre lontano da Roma. A Bellinzona ha dato il meglio di sé, l’apice vissuta con la Promozione in Super League e la finale di Coppa Svizzera nel 2008. Ma proprio a Cagliari, sempre lì, è scritto nel destino dei Conti, Andrea ha fatto il suo esordio da professionista con la maglia della Roma nella stagione 96-97 (l’altra presenza, a Perugia, due settimane dopo: a differenza del fratello, non ha assaggiato l’Olimpico se non nella serata d’addio del padre, qualche anno prima). Daniele ha avuto più fortuna, mentre Andrea ha girovagato per l’Italia nelle varie serie, tra Nocera, Carpi, Fano, Lecco fino a realizzarsi in Svizzera. La stessa fortuna che si augura di avere Bruno jr, che ha appena cominciato. Chissà se un giorno lo vedremo a Roma. Andrea Conti ha collaborato con la Racing Roma, come responsabile del settore giovanile. Stesso ambito del fratello, come del padre. I Conti tornano sempre. Ora tocca a Brunetto.