ItaliaOggi, 2 aprile 2022
Periscopio
Chi va col lupo impara a ululare. Osip Mandel’tam, Il rumore del tempo.
A detta dei testimoni, Putin è implacabile sul tatami. Oggi è un maestro di ottavo dan, lo hanno scelto come protagonista del video didattico Imparare il judo con Vladimir Putin (…) In una foto del Calendario Vvp 2019 si vede il premier giapponese Shinzo Abe che lo ammira mentre lotta (in altre immagini gli stanno vicini Trump, Macron, la Merkel; ce n’è una in cui (…) scherza col principe ereditario saudita Mohammad bin Salman, il mandante dei killer che fecero a pezzi Khashoggi). Esiste anche un dvd del 2005 in cui è alle prese con il campione olimpico Yasuhiro Yamashita. In un altro video, del 2019, la judoka ventinovenne Natalja Kuzjutina, della nazionale russa di arti marziali, lo sbatte a terra. Nello stesso video il campione olimpico Beslan Mudranov prima si lascia un po’ strapazzare, poi gli rompe un dito. Silvio Di Francia ha detto: «Putin si muove bene sul tatami, ma l’ho visto esibirsi con i calzini, una bestemmia per ogni judoka che si rispetti». Giorgio Dell’Arti, Le guerre di Putin.
Quando pensiamo a Hitler, Mussolini o Lenin, li pensiamo mentre si pavoneggiano pomposamente lungo la scena della storia, magnificati molto più della loro reale statura per adattarli alle grandi dimensioni evocate dal loro grandioso effetto sulla storia della specie umana. Da tali grandi effetti si è tentati di dedurre una grande causa. Ma non è questo il caso. Iniziarono tutti allo stesso modo, in piccoli circoli frequentati da uomini insignificanti, un nucleo senza ispirazione di fanatici devoti alla stessa causa. Ciò che conferì loro forza – a parte il puro e semplice fato silenzioso – fu la loro dimostrazione palese di spietatezza. Non si fermarono davanti a nulla, e nulla li trattenne. Lee Harris, La civiltà e i suoi nemici.
Tipico tenente colonnello del KGB sovietico con la forma mentis – angusta – e l’aspetto – scialbo – di chi non è riuscito a diventare colonnello, con i modi di un ufficiale dei servizi segreti sovietici a cui la professione ha insegnato a tenere sempre d’occhio i colleghi, l’uomo vendicativo che alla cerimonia di insediamento non ha invitato nessun rappresentante dell’opposizione o di qualunque partito non in completa sintonia col suo, il piccoletto che ci ricorda così da vicino l’Akakij Akakievic gogoliano in cerca del suo cappotto, Putin [è tornato] a insediarsi sul trono di tutte le Russie. Anna Politovskaja, La Russia di Putin.
Rispondendo ad una domanda in conferenza stampa, Conte ha riferito: «Con Grillo ci siamo confrontati e ci siamo ritrovati a condividere varie riflessioni. Ma mi fermo qui perché non mi sembra delicato interpretare il pensiero di Grillo», che non s’è ancora espresso sul tema, «e che ha tutto il diritto di esprimersi come e quando vuole». asknews.it.
La differenza tra me e Will Smith? Lui ha fatto una cosa che anch’io tante volte ho pensato di fare: prendere a schiaffi i comici che non fanno ridere. Giovanni Veronesi (Fulvia Caprara, La Stampa).
Per Liberi e Uguali, o Leu, costola sinistra del centrosinistra che ha accolto molti profughi del Pd, la spesa militare attuale dell’Italia basta e avanza. Leu pensa al popolo, non alle armi. [Ma] prendete Massimo D’Alema, ex candidato (non eletto) di Leu, che in Colombia, s’è dato un gran daffare per piazzare un grosso ordinativo d’armi, roba da 80 milioni di euro. Le armi in Ucraina [e in Italia] non vanno bene, in Colombia invece sì. ilgiornale.it.
Intervenendo nel dibattito all’Assemblea costituente, Lodovico Benvenuti, sottosegretario agli Esteri di De Gasperi, usò parole che restano sorprendentemente attuali. «C’è un sistema assolutamente sicuro, matematico, di non far scoppiare la guerra: ed è quello di non resistere all’aggressore». Perciò concludeva: «Io mi auguro che il nostro Paese non debba mai trovarsi nella tragica condizione di dover scegliere tra la resa e la capitolazione; ma se mai questa scelta dovesse porsi, il governo deve assumersi la responsabilità di resistere: non potrà assumersi mai quella di trattare o tanto meno di capitolare... Occorre che una precisa norma costituzionale tolga al governo ogni dubbio sul suo unico dovere». Antonio Polito, Corsera.
Giuseppe Conte (…) pretende di aver vinto sul rialzo delle spese militari, che sarà graduale (com’è sempre stato, fa sapere Palazzo Chigi). Cerca un nuovo protagonismo e un riposizionamento per un M5S passato in 4 anni dal 33 al 13 per cento. (…) C’è qualcosa di surreale, nel vedere il partito di maggioranza battagliare per vincere il punto sulla gradualità delle spese militari, mentre poco distante – nel cuore dell’Europa – c’è una guerra in cui si continua a morire e (…) decine di migliaia di profughi varcano i nostri confini dopo aver visto cancellati i loro, e distrutte le città che abitavano. Annalisa Cuzzocrea, La Stampa.
Esiste in Italia un partito filorusso, diffusissimo sui mezzi di informazione, che tende a giustificare tutto ciò che la Russia di Putin va facendo nel nome della necessità. Al di là della consueta fascinazione italica per l’uomo forte – niente di più che l’ennesima declinazione dell’ammirazione che troppo spesso gli italiani provano per il potere, pari solo al disprezzo che nutrono per l’autorità – questo giustificazionismo tende a vestire i panni di un preteso realismo, quando è solo una manifestazione di cinismo esibita per di più sulla pelle altrui. Vittorio Emanuele Parsi, Titanic.
Ora è «trendy» il putinismo. In tutte le sue versioni. Quella della saggezza eterna: «Putin avrà le sue buone ragioni»; quella dei proverbi: «La ragione non sta mai tutta da una parte»; quella del competente: «La Nato gli ha allineato alla frontiera i missili americani, e che doveva fare, Putin? Che ha fatto, Kennedy, con la crisi di Cuba?». Se gli dite che non c’erano missili Nato, in Ucraina, lo farete ridere: «E allora Putin avrebbe fatto una guerra per niente?» E non gli parlate di petitio principii, perché non sanno che cos’è. Gianni Pardo, ItaliaOggi.
È incredibile quanto rapidamente abbiamo normalizzato il fatto che l’ultimo presidente americano ha cercato di restare al potere malgrado fosse sconfitto alle elezioni e che una folla inferocita, da lui aizzata, abbia fatto irruzione in Campidoglio. Molte persone hanno preso parte al tentativo di rovesciare il risultato elettorale. Tra questi, come abbiamo appreso da poco, anche la moglie di un giudice della Corte Suprema, ancora in carica, che non si è nemmeno astenuto nelle cause riguardanti il tentato colpo di Stato. Paul Krugman, la Repubblica.
Avrei molte frecce al mio arco, se avessi un arco. Roberto Gervaso.