Corriere della Sera, 2 aprile 2022
The geopolitica is the new virologia? Appunti su Dario Fabbri
Mi basterebbe avere un quarto dell’autostima che Dario Fabbri ostenta nelle risposte che ogni giorno fornisce a Enrico Mentana per avere un rapporto più sereno con il Dubbio. Che invidia! Dario Fabbri, classe 1980, ha da poco lasciato la rivista di geopolitica Limes, diretta da Lucio Caracciolo, per fondarne una tutta sua, Scenari. Leggo anche che è chief geopolitical analyst di Macrogeo, centro di ricerca geopolitico e macrofinanziario, nonché socio della Società italiana di storia militare. Insegna geopolitica mediorientale presso la Scuola di formazione del DIS (Dipartimento per le informazioni di Sicurezza, della Presidenza del Consiglio) e narrazione geopolitica presso la Scuola Holden di Torino. Ecco forse la chiave di tanta sicurezza: la «narrazione geopolitica»! Ogni tardo pomeriggio su La7, Mentana pone una serie di domande a Fabbri sull’invasione della Russia in Ucrania. Non fa tempo a finire la domanda, che Fabbri risponde con invidiabile sicurezza. The geopolitica is the new virologia? Fabbri è assertivo, padrone della materia, certo delle sue affermazioni: più che un’ora di tv è un’ora di training autogeno contro l’ansia da cattive notizie. Per questo cerco di non perdere un solo appuntamento. Per essere un buon chief geopolitical analyst bisogna conoscere la storia o, come dice Fabbri, è necessario «sapersi straniare dall’immediato per guardare al futuro, stabilire che ciò che viviamo può esistere anche al di là delle nostre suggestioni odierne». È utile anche un approccio filosofico e, ovviamente, geografico. Con qualche scheggia positivista e darwiniana (questo l’aggiungo io, per fare buon peso). Dalle sue prime apparizioni (nel tg di Sky di mezzanotte), Fabbri continua a vestire casual (di solito un golfino blu) ma la sua «narrazione» è ora più stringente, quasi priva di aggettivazione. È il watchdog della geopolitica, a volte minaccioso, ma mai noioso.