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 2022  aprile 01 Venerdì calendario

Caterina De Angelis intervistata da Carlo Verdone

Benedetto il giorno che t’ho incontrata. Può iniziare così, parafrasando il titolo di uno dei suoi film più celebri, l’intervista per d di Carlo Verdone a Caterina De Angelis, giovane e talentuosa attrice che ha debuttato nella serie Vita da Carlo, su Prime Video, dove interpreta Maddalena, la figlia del regista e attore romano. Caterina è figlia d’arte: sua madre è Margherita Buy, che con Verdone ha girato proprio Maledetto il giorno che t’ho incontrato del 1992, cinque David di Donatello e due Globi d’oro. Caterina è stata una rivelazione e ha avuto un grande successo anche negli Stati Uniti e in Inghilterra. Intanto Verdone sta lavorando con gli sceneggiatori sul soggetto della seconda stagione di Vita da Carlo.Carlo: Sono contento di farti questa intervista perché ho molto apprezzato la tua interpretazione nella mia serie. Conoscevo una fanciulla molto timida che non pensavo potesse fare l’attrice, e poi improvvisamente nel provino per “Vita da Carlo” ti ho ritrovata trasformata. Come hai capito che la recitazione poteva essere la tua strada?Caterina: «Da bambina non era certamente tra i miei pensieri. La mia fissazione era di occuparmi degli animali, volevo fare la veterinaria. Poi, quando ho compreso di non essere così timida, c’è stato un cambiamento. Ho iniziato a fare teatro a scuola, gli ultimi due anni delle superiori a Roma. E al primo spettacolo tutti i miei compagni erano nervosissimi, io invece non vedevo l’ora di recitare, ero serena. Da lì è partito tutto, ho pensato che mi sarebbe piaciuto farlo nella vita, è una cosa che sento di avere dentro».Attualmente studi cinema all’università in Inghilterra. Questa passione quanto ha influenzato la tua vita?«Sicuramente molto. Ogni persona che ama il cinema secondo me possiede uno sguardo da esteta, cioè sa osservare il mondo per la sua estetica. Cerco spesso di spiegarlo ma non trovo mai le parole».Le hai trovate.«Penso che chi vede cose belle e si approccia alla realtà con quello spirito di osservazione del cinema, impara a fare da cinepresa per il mondo e quindi a vederlo sotto vari punti di vista, a 360 gradi, sotto luci diverse, e impara anche a vedere le persone da angolazioni differenti, nella loro complessità. Amare il cinema ti insegna a non soffermarti sulla superficie delle cose, ma a guardarle in profondità».Dimmi tre film che ti hanno formata.« Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael, geniale, fichissimo. È quello che mi ha fatto dire: io voglio fare cinema. Grazie a Tornatore ho scoperto da piccola Roma città aperta, e ho capito come il cinema ti può immergere in altre epoche. E poi Il segreto dei suoi occhi con Julia Roberts che mi è piaciuto damorire».Raccontami con sincerità delle tue paure. Che cosa ti spaventa di più?«Il fallimento. Non riuscire a fare quello che desidero davvero. Alla mia età è normale essere spaventati, non sono più piccola ma non sono ancora grande. Sto capendo chi sono. Per ora la cosa che più temo è la prospettiva di non farcela a realizzare i miei sogni».E le ansie?«Diciamo che riguardano il breve periodo. Provo ansia quando penso di non riuscire a fare qualcosa, di non essere all’altezza in una determinata situazione: un provino, un’intervista».Sei più istinto o razionalità?«Mi fido molto del mio istinto. E sono razionale nel seguirlo».Del futuro che cosa ti impaurisce?«Nella mia generazione vedo una maggioranza di persone estremamente passive. E quindi sono terrorizzata da quello che succederà al mondo perché nonostante i fatti drammatici che già stanno avvenendo, non trovo persone che agiscono, che protestano.Ai miei amici lo dico sempre. Abbiamo passato tutta la serata a parlare del mondo che sta andando a rotoli, della guerra, dei cambiamenti climatici, ma domani? Domani nessuno di noi farà nulla.Credo dipenda anche da tutta la tecnologia che ci circonda, che ci ha anestetizzati rispetto alla realtà».Devo confidarti che mi fa strano parlare con te che sei a Londra, dove ha vissuto anche mia figlia che tu interpreti nella serie. Il primo film che ho fatto con tua madre, Margherita Buy, è stato girato a Londra e in Cornovaglia, quindi questa Inghilterra che ritorna è un fatto curioso. In “Vita da Carlo” tu impersoni Maddalena. In che cosa le assomigli?«In tutto. Maddalena è spaventosamente simile a me. A parte il fatto di vivere a Londra e di essere molto determinate in ciò che vogliamo fare, banalmente anche il suo fidanzato, Chicco, assomiglia parecchio a come era il mio fidanzato un po’ di tempo fa. Adesso è super centrato, sta facendo un master alla Bocconi, però all’inizio del nostro rapporto era un po’ più perso, diciamo. È una cosa buffa.Quando ho letto il copione sembrava tagliato su misura per noi, come coppia intendo».Nel provino non sapevo che fossi la figlia di Margherita e di Renato De Angelis, grande chirurgo e mio amico. Ti avevo vista l’ultima volta che avevi 13 anni, sei diventata un’altra persona, matura, solare, bella, molto intelligente. Ho notato come ti preparavi per le scene, come ti approcciavi con il tuo partner sul set, Antonio Bannò, ed è stato un grande privilegio lavorare con te. Ho fatto uno dei miei migliori film con tua mamma e adesso ho avuto la possibilità di lanciarti con una commedia che avrà un seguito con la seconda stagione. Sei anche tu soddisfatta? E che effetto ti ha fatto rivederti sullo schermo?«Sono molto contenta, ma non sono riuscita a rivedermi. È un mio incubo. Ho guardato tutte le parti della serie in cui compaio io coprendomi gli occhi con le mani o con un cuscino».Quando tornerai in Italia?«L’anno prossimo, voglio fare l’accademia di recitazione».