Corriere della Sera, 31 marzo 2022
Ue-Cina: quando gli Usa non vedono
Cosa succede quando gli Stati Uniti non vedono? Domani, i capi di Stato e di governo della Ue terranno un summit (in video) con Xi Jinping e Li Keqiang, il presidente e il primo ministro della Cina. Discuteranno di questioni globali: clima, commercio, sanità, cooperazione. Ma sul vertice sono calate ombre scure. Una è la vicinanza di Pechino a Mosca sull’invasione in Ucraina. In più, nel 2021 ci sono state tensioni dirette: sanzioni cinesi contro parlamentari Ue rei di avere parlato della persecuzione degli uiguri; il blocco dell’accordo sugli investimenti tra Europa e Cina; le sanzioni di Pechino contro la Lituania considerata troppo amica di Taiwan. La geopolitica, insomma, entra anche in questo incontro, il quale dirà come la Ue legge la situazione globale e come si pone rispetto alla rivalità Washington-Pechino. Dal punto di vista economico, l’Europa pesa molto nel mondo. Nel Sudest Asiatico (Paesi Asean), negli 11 anni tra il 2010 e il 2020 la Ue è stata il primo investitore cinque volte, così come gli Stati Uniti, il Giappone una. La Cina non è mai prima, è una volta il secondo investitore e due volte il terzo. Nello stesso periodo, i Paesi Ue hanno investito nella regione più di 210 miliardi di dollari, gli Stati Uniti 187, il Giappone 176, la Cina 96 nonostante il progetto di Nuova Via della Seta (dati Asean e del think tank tedesco Merics). Nel 2020, l’import dei Paesi del Sudest Asiatico è arrivato per 23,5% dalla Cina ma Usa, Ue, Giappone, Corea del Sud, Taiwan e Australia hanno sfiorato il 40%. Nella regione più vicina, Pechino è economicamente influente ma non è dominante. In America Latina, quindi in area vicino agli Usa, i cinesi sono stati attivi in passato, soprattutto a Panama e in Ecuador, ma ora i loro investimenti tendono a zero: lì, il confronto con Washington è forte ma anche l’Europa ha legami culturali e commerciali robusti. Più debole sembra la posizione della Ue in Africa, dove gli Usa stanno reagendo alla penetrazione cinese, soprattutto su infrastrutture, tecnologia, sanità e difesa. L’Europa avrebbe il vantaggio della vicinanza geografica. L’obbligo di Bruxelles sembra ora essere quello di accompagnare la sua forza economica con quella della sicurezza e assumere davvero anche una mentalità geopolitica. Il vertice Ue-Cina di domani, assente Washington, dirà se quella è la strada intrapresa.