la Repubblica, 31 marzo 2022
Salah battuto di nuovo da Mané
Se si considera che il Liverpool è il netto favorito nel quarto di finale contro il Benfica (il passaggio del turno è quotato 1.05), e dunque il suo calendario probabilmente si arricchirà delle semifinali di Champions, si può dire che il mese di aprile in arrivo per i Reds sarà uno dei più impegnativi nella storia del calcio. Le nove fatiche di Jürgen Klopp come le dodici di Ercole? Beh, se per quantità non ci andiamo lontano, per qualità siamo addirittura oltre.
Sabato arriva ad Anfield il disperato Watford. Martedì a Lisbona l’andata col Benfica. Domenica 10 lo “spareggio” in casa del Manchester City, che conduce la Premier con un solo punto di vantaggio. Mercoledì 13 il ritorno col Benfica ad Anfield. Sabato 16, a Wembley, di nuovo il City per la semifinale in gara secca di FA Cup. Martedì 19 arriva il Manchester United per il match più classico della Premier, sabato o domenica il derby con l’Everton a seconda che l’eventuale semifinale d’andata di Champions venga piazzata martedì 26 o mercoledì 27. Aprile si chiuderà con la trasferta di Newcastle del 30 (e maggio si aprirà con l’eventuale semifinale di ritorno di Champions, giusto per gradire). Il Liverpool ha già vinto il 27 febbraio la coppa di Lega, ai rigori contro il Chelsea. Corre quindi per un poker di titoli che consegnerebbe il ciclo di Klopp alla leggenda del football. Qual è stato il giocatore-simbolo di questi anni? Con tutto il rispetto per il portentoso Virgil Van Dijk, la cui importanza è stata chiara quando ha giocato e chiarissima nella stagione che ha saltato per infortunio, la risposta obbligata è Mohamed Salah. Calcolando tutte le competizioni l’attaccante egiziano ha segnato 145 gol in cinque stagioni, verosimilmente oltre 30 all’anno se è vero che del 2021-22 manca ancora la parte più succosa. Salah ha letteralmente cambiato il destino del Liverpool, trascinandolo alla finale di Champions nella sua prima stagione, al trionfo europeo nella seconda e alla sospirata Premier nel terzo. Nell’ottobre del 2015, ingaggiato al posto di Brendan Rodgers, dei suoi attuali campioni Klopp aveva trovato soltanto Bobby Firmino più le riserve Henderson, Milner e Origi.
Un anno dopo era arrivato dal Southampton l’attaccante senegalese Sadio Mané (più Matip). L’acquisto nel 2017 di Salah dalla Roma e di Van Dijk ancora dal Southampton aveva chiuso il cerchio: il Liverpool era pronto a scalare il mondo.Jürgen, y ou have a problem. Peccato che in questo momento, alla vigilia di un mese durissimo, non esista un giocatore più depresso di Momo Salah. Martedì sera la gara di ritorno del playoff mondiale tra Egitto e Senegal si è conclusa a Dakar esattamente come la finale di coppa d’Africa tra le stesse squadre il 6 febbraio a Yaoundé, Camerun: vittoria ai rigori del Senegal, con penalty decisivo trasformato da Mané. Un paio di anni fa si diceva che i due grandi attaccanti del Liverpool fossero divisi da una feroce rivalità, e in effetti nelle stagioni in cui la mole dei loro gol fu pressoché identica (27-26 nell’anno della Champions, 23-22 in quello della Premier, sempre a favore di Salah) i gesti di insofferenza – specie da parte di Mané – per un passaggio mancato a favore di un tiro impossibile si sprecavano. La convivenza nel tempo si è rasserenata, anche perché i ruoli dei due si sono definiti meglio: l’egiziano è l’inesauribile goleador mentre il senegalese, a costo di segnare la metà del compagno (28-13 quest’anno, 31-16 quello passato), si è evoluto come uomo-squadra. L’abbiamo visto in coppa d’Africa, l’abbiamo rivisto in questi equilibratissimi playoff, con le due nazionali capaci di vincere soltanto 1-0 in casa con reti nei primissimi minuti (addirittura un autogol per l’Egitto, ma su giocata di Salah) e tanta, tanta prudenza nel resto del match. Martedì il Senegal qualcosa in più ha fatto, infrangendosi contro il portiere egiziano El-Shenawy, provvidenziale in un paio di occasioni.
Poi, sono entrati in scena i laser. Chi ha assistito alla sequenza dei rigori è rimasto allibito davanti alla quantità di raggi verdi “sparati” in faccia ai giocatori egiziani, che fossero i tiratori o il portiere: sinceramente non sapremmo dire quale grado di fastidio abbiano dato, né se il ricorso ventilato dalla Federcalcio egiziana abbia chance di accoglimento. Di certo l’evidenza era quella di un molesto tiro al bersaglio, e forse per caso o forse no ma anche un cecchino infallibile come Salah ha calciato alto il suo rigore. Momo è poi uscito dal campo protetto dallo staff egiziano perché dalla tribuna pioveva in campo di tutto, e non solo per entusiasmo. Insomma, una serata bruttissima che potrebbe aver lasciato il segno: Salah è anche protagonista di una complessa trattativa per il rinnovo del contratto, che scade nel 2023. Ancora una volta, esattamente come Mané (ed entrambi sono alla soglia dei 30 anni). Momo ha chiesto 400 mila sterline alla settimana – al cambio fanno 25 milioni di euro annui – il Liverpool sta studiando se svenarsi o assecondare la politic