A partire da Heroes e durante il tour prenderà vita il progetto Music for the Planet, realizzato da Music Innovation Hub ed AWorld a favore di Legambiente, per la messa a dimora di alberi in diverse aree.
Un progetto-monstre.
«La sostenibilità è un tema urgente, ignorarlo sarebbe stato insopportabile. Ho iniziato due anni fa, finito il tour di Diari aperti. Dall’idea del nuovo album mi sono mossa verso quella della sostenibilità, con la pandemia ho avuto il tempo di sviluppare e integrare tutto. Volevo “tornare al futuro” che ci restituiranno dopo la pandemia, con l’idea di accendere l’attenzione su questi temi».
Aiutare a cambiare il mondo?
«Non ho questo potere, non posso neanche fare un tour al cento per cento ecosostenibile, in Italia non ci sono le infrastrutture necessarie.
Ma si può stimolare la gente a compiere tutte le azioni possibili e fare io altrettanto. Grazie a Music Innovation Hub e all’Onu, tutto diventa più realizzabile. Devi fare comunque dei compromessi: sul piano artistico devi essere libero anche di parlare d’altro, sul piano pratico ci sono posti bellissimi in cui potremo suonare senza luci, con impianti a impatto ridotto. È giusto continuare a portare poesia, visioni in un concerto tradizionale, di sera, ma non avrò con me tutte le attrezzature, molte le prenderò nelle città stesse. Sono una parte del palco è residente, risparmiamo in termini di energia. Non uno show più povero, ma pensato in un altro modo».
Che impatto ha su di lei questa visione del mondo?
«Sono sempre stata così, il primo pezzo sull’aumento della temperatura globale era nel mio terzo disco. È un percorso naturale, con rabbia, perché le cose vanno in un modo che non mi piace».
“Ritorno al futuro/Back to the future” è un album che fotografa la sua libertà d’artista…
«Una libertà importante che mi serve e non prendo alla leggera sia quando faccio cose superpop che cose più complesse. Seguo la cultura che si muove, se resti fermo diventi anacronistico. Mi piace rifondare il mio percorso, smonto e rimonto in base al sentire nuovo. Non voglio vivere nel museo di me stessa».
I concerti che sta per proporre vedranno delle novità?
«Certo, questo disco è pieno di voci, avrò cinque coriste, una sezione fiati e ben 24 archi. E ospiti come Rkomi, Marracash, Elodie. E spazio per l’improvvisazione: questo porterà linfa nuova».