il Fatto Quotidiano, 31 marzo 2022
Tre italiani su 4 non vogliono le armi
La strategia sulle armi provoca una spaccatura profonda tra le decisioni del governo Draghi e l’opinione pubblica. Quasi tre italiani su quattro sono contrari a procedere, come ha deciso l’esecutivo, al riarmo, aumentando la spesa militare fino al 2% del Pil ogni anno. Sette italiani su dieci, inoltre, non sono d’accordo con la decisione del governo di fornire armi all’Ucraina e preferiscono aiuti economici, con sanzioni alla Russia, e diplomatici. A rilevarlo è il sondaggio dalla società Izi, pubblicato in esclusiva dal Fatto, in cui viene analizzato il rapporto tra gli italiani e il conflitto in Ucraina a un mese dal suo inizio. La maggioranza degli intervistati – un campione di 1.029 persone che hanno risposto tra il 28 e il 29 marzo – condanna la Russia come Paese invasore, ma non crede che l’Italia e la Nato debbano aiutare il popolo ucraino a ogni costo. L’opinione pubblica è anche spaccata a metà sulla fiducia nei media che stanno raccontando la guerra.
Riarmo “No” a più fondi
Il giudizio più netto riguarda il “no” al riarmo. Il 72,9% degli intervistati è poco o per nulla d’accordo con la decisione del governo e di buona parte della maggioranza: il 30,7% è scettico sul fatto “che questa sia la risposta giusta agli ultimi avvenimenti mondiali”, mentre per il 42,2% questa è “la strada verso la terza guerra mondiale o nuovi conflitti”. Solo il 20,3% si dice molto o abbastanza d’accordo con la decisione di alzare le spese militari, mentre il restante 6,8% non sa. Anche sull’invio di armamenti all’esercito di Kiev, l’opinione pubblica è schierata in larga parte per il “no”. Alla domanda “In che modo l’Italia dovrebbe aiutare l’Ucraina?” solo il 20,2% degli intervistati risponde menzionando “un aiuto economico e la fornitura di armi”. Il 21,8% sostiene invece che Kiev vada aiutata “solo economicamente e con le sanzioni”, il 46,3% “solo diplomaticamente per arrivare a un cessate il fuoco” mentre per il 2,5% l’Italia non dovrebbe proprio fornire aiuti. Sette italiani su dieci, quindi, non contemplano l’invio di armi come sostegno all’Ucraina aggredita.
Timori La guerra fa paura
Secondo la rilevazione della società guidata da Giacomo Spaini, due italiani su tre (il 66,5%) condannano la Russia: secondo il 44,4% di questi è il Paese invasore e non ha alcuna giustificazione, per il 22,1% Mosca “sta difendendo i propri interessi” ma non per questo va “giustificata la guerra”. Per il 18,4% invece le responsabilità sono da attribuire ai due Paesi in guerra mentre l’8,4% degli intervistati sostiene che la Russia sia stata provocata “dall’Ucraina e/o dalla Nato e si sta legittimamente difendendo”. Il prolungarsi della guerra provoca paura nei cittadini, colpiti dall’aumento dei prezzi alimentari: il 70,4% è “molto preoccupato”. Il 60,4% poi non crede che l’Italia e la Nato debbano difendere l’Ucraina a ogni costo, mentre per il restante 30,6% questo deve avvenire.
Media C’è poca fiducia
L’opinione pubblica è consapevole che la propaganda di guerra stia influenzando il racconto di giornali e tv. I cittadini si spaccano a metà sulla fiducia nei media: il 46,3% degli intervistati ne ha poca o nulla, la stessa percentuale di chi pensa che i media stiano facendo “un ottimo lavoro”.