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 2022  marzo 30 Mercoledì calendario

Quando Putin atterrò in Sardegna


Scese dalla scaletta dell’aereo russo Ilyushin e corse a braccia aperte verso Silvio Berlusconi. Gli agenti della sicurezza dovettero bloccarlo. E solo dopo un breve consulto via ricetrasmittente diedero il permesso a Vladimir Putin di salutare l’amico Silvio. Aeroporto di Olbia. Agosto 2003. Quello fu il primo summit del capo del Cremlino in Sardegna.
In quegli anni, con Berlusconi a Palazzo Chigi, villa Certosa era la sede dei meeting internazionali del premier: Tony Blair, José María Aznar, Jean-Pierre Raffarin. E Putin. Il presidente russo arrivò in Sardegna in dolce compagnia. A fargli strada, in maniera non troppo discreta, fu l’incrociatore lanciamissili Moskva, una nave ammiraglia della flotta del Mar Nero che venne ormeggiata nelle limpide acque della Costa Smeralda. Piccola parentesi contemporanea: la Moskva è l’imbarcazione da cui è partito l’assalto all’isola dei Serpenti in cui l’esercito russo ha fatto prigionieri 19 soldati ucraini poi liberati.
Torniamo all’agosto del 2003. L’allora ministro dell’Interno, Giuseppe Pisanu, dispose un apparato di protezione senza precedenti: circa un migliaio di uomini sparsi tra Olbia, Porto Rotondo e La Maddalena per garantire la sicurezza del presidente russo.
Putin, all’aeroporto, fu accolto dalla fanfara della Brigata Sassari, che intonò gli inni nazionali e il motto dei sassaresi, Sa vida pro sa patria, in omaggio al leader del Cremlino. A fare gli onori di casa fu il sindaco forzista di Olbia, Settimo Nizzi, che ancora oggi è alla guida del Comune sardo. «Ricordo Putin come un uomo gentile, per nulla burbero», ha detto Nizzi alla Nuova Sardegna. «Non incuteva alcun timore. Anzi. Direi che era alla mano». Ora, alla luce dell’invasione della Russia in Ucraina, il giudizio del primo cittadino è diverso. «Ha creato un problema serio, che pochi di noi possono accettare o giustificare».
Berlusconi e Putin, dallo scalo di Olbia, raggiunsero Porto Rotondo in elicottero. La prima conferenza stampa si tenne all’hotel Abi d’Oru. Poi fu la volta della cena a Villa Certosa, allietata dalla chitarra di Mariano Apicella. Il giorno dopo i due incontrarono nuovamente i giornalisti al Circolo ufficiali della Maddalena, dove parlarono delle principali questioni internazionali dell’epoca: Iraq, Balcani, Medio Oriente. Chiusura con festa a Villa Certosa e piccolo concerto di Andrea Bocelli.
Putin tornò in Sardegna cinque anni dopo, nel 2008, con Berlusconi di nuovo a capo del governo italiano. Il programma fu più o meno lo stesso: arrivo all’aeroporto di Olbia, soggiorno a Villa Certosa con pranzi e cene e dossier economici da discutere, dall’energia alle infrastrutture per la logistica.
La Sardegna, nel frattempo, era diventata il buen retiro degli oligarchi russi, dal magnate di Gazprom, Alisher Usmanov, al re della vodka, Roustam Tariko, sino al presidente del Chelsea, Roman Abramovich. Un fiume di petrodollari che attraversava l’isola. E che oggi è stato bloccato dalle sanzioni imposte a Mosca.