Corriere della Sera, 30 marzo 2022
Toninelli sfiora i voti del capo Conte
Un exploit o forse un paradosso, quello del gregario che sfiora il leader. Tra le pieghe delle votazioni sulla leadership del Movimento spunta un protagonista inatteso: è Danilo Toninelli. L’ex ministro – volto storico di un M5S che ora punta su altre voci – è stato eletto nel collegio dei probiviri Cinque Stelle. Ma a stupire è il consenso che ha ricevuto. Toninelli ha ottenuto 44.427 preferenze, 11mila in meno di Giuseppe Conte. In sostanza 4 elettori su 5 che hanno confermato Conte hanno votato anche per Toninelli. L’ex ministro, però, a differenza del voto sul presidente, aveva altri cinque sfidanti. La ministra Fabiana Dadone, arrivata seconda, è stata quasi «doppiata»: ha preso 24.187 voti. La terza, Barbara Floridia, «solo» 14.227, praticamente meno di un terzo rispetto al senatore lombardo, di recente tornato alla ribalta per il suo Tg di controinformazione.
«Grazie di cuore a tutti coloro che hanno partecipato – ha scritto Toninelli sui social —. Il voto degli iscritti è il tratto che più di ogni altro ci caratterizza e anche stavolta ha dimostrato di che pasta è fatto il Movimento 5 Stelle. Grazie in particolare ai 44.427 che mi hanno dato fiducia come membro del collegio dei probiviri. È un incarico che porterò avanti con grande responsabilità, come ho sempre fatto». Il senatore lombardo è molto amato tra la base degli stellati. Non a caso, pochi minuti dopo aver pubblicato il post erano già centinaia i commenti di apprezzamento.
«L’ordine? Conta poco, io sono arrivato primo, mi è andata bene, seconda Dadone e terza la sottosegretaria Floridia», commenta poi intervenendo a Rai Radio1, ospite di Un Giorno da Pecora. Cosa fare se Petrocelli vota contro il governo? Sarà espulso? Sono le prime domande al neo-probiviro. «Renderemo trasparente qualsiasi procedimento. Nulla è automatico, coi colleghi probiviri vanno valutati tutti gli aspetti e poi si prenderà una decisione», replica.E ne ha da dire anche per Lorenzo Borrè, il legale che ha seguito il ricorso presentato dagli attivisti napoletani, ricorso che ha «congelato» i vertici Cinque Stelle. «Decine di migliaia di iscritti che hanno partecipato valgono più di pratiche burocratiche, questo signore odia il nostro progetto e sta facendo del male al M5S, gli staremo sulle scatole. Va bene, ma cercare di fermare una forza politica con gli atti legali è una cosa che lascia il tempo che trova», spiega Toninelli. A stretto giro arriva la replica di Borrè: «Prendo atto che per il neo probiviro il chiedere il rispetto del principio di uguaglianza degli associati e l’osservanza delle regole che il Movimento stesso si è dato equivalga a odiare il loro progetto – dice all’Adnkronos il legale –. Ma “loro” di chi? Le parole del signor Danilo non costituiscono un buon esordio per le funzioni che è chiamato provvisoriamente ad esercitare».
Intanto la votazione sul presidente continua a far discutere. Per Roberto Fico «è una bella notizia». «Con la nuova elezione di Giuseppe Conte come presidente M5S, il Movimento fa un altro passo deciso in avanti», commenta Luigi Di Maio. Di parere opposto l’ex ideologo stellato Paolo Becchi, che twitta: «La nuova votazione non rilancia la leadership di Conte che anzi perde consensi».
«C’è molta soddisfazione per questa votazione», commenta Conte, che conferma i suoi cinque vice alla guida con lui del partito. «Una lista Conte? Non lavoro per una lista con il mio nome, lavoro per il M5S», chiarisce il leader in merito alle voci di un «test» alle Comunali, a Palermo e Genova, per una formazione che corra con il nome dell’ex premier. Le tensioni, però nel gruppo sono ancora alte e c’è chi si domanda: «Ma che succederà da qui alle Amministrative?».