Corriere della Sera, 30 marzo 2022
Contro Abramovich usato un agente nervino?
Li chiamano gas nervini, ma il termine è improprio perché in realtà si tratta di «agenti» con differenti caratteristiche fisico chimiche. Anche quella liquida. Quindi somministrabili, a seconda della sostanza avvelenante prescelta, non solo per aerosol ma anche con cibi contaminati utilizzando la formula liquida. Lo chiarisce Patrizia Hrelia, ex presidente della Società italiana di tossicologia, prima di ipotizzare cosa può aver respirato, ingerito o toccato l’oligarca russo Roman Abramovich.
Lei che ne pensa?
«I sintomi descritti non sono riconducibili in modo netto a un agente nervino specifico. I cosiddetti gas nervini colpiscono tutti il sistema nervoso centrale con un’ampia gamma di reazioni. Occhi che lacrimano, alterazione della vista, stato confusionale, cefalea, vertigini, fino a insufficienza respiratoria e morte. La rapidità degli effetti dipende dalle quantità somministrate».
Anche la pelle è un bersaglio?
«Certo. I recettori colpiti sono localizzati in vari organi e tessuti compresa la cute, quindi un’eruzione cutanea rientra nella rosa dei sintomi».
Si può trattare di Sarin, noto strumento di guerra chimica?
«Il Sarin è inodore, incolore, può essere liquido o aeriforme. Agisce per via ipercutanea, inalatoria, per ingestione o attraverso gli occhi. Per avere la prova dell’avvelenamento serve un’analisi biochimica. La persistenza nell’organismo dipende però dalla dose. Come vede è uno strumento molto duttile».