La Stampa, 30 marzo 2022
Giovanni Veronesi parla dello schiaffo di Will Smith
Tutti ne parlano, e Giovanni Veronesi si fa una bella risata: «La differenza tra me e Will Smith - scherza - è questa. Lui ha fatto una cosa che io tante volte ho pensato di voler fare, cioè prendere a schiaffi i comici. Con quelli con cui ho lavorato, sa quante volte mi sarebbe venuto in mente di pigliarli a schiaffi perché non facevano ridere? Non l’ho fatto solo perché io sono più educato di Will Smith».
Che cosa pensa della reazione di Will Smith alla battuta di Chris Rock?
«È chiaro che non sia stata una reazione giusta, trovo che non sia tanto assurda, anzi, magari è anche abbastanza comprensibile, però se uno si mette a tirare schiaffi ogni volta che gli viene in mente che uno se lo meriterebbe… bé, buonanotte, la vita diventerebbe tutta uno schiaffo. Al parcheggio, sull’autobus, in fila alle Poste, sa quanti schiaffi partirebbero davanti a certi soprusi, a certe battute… Penso a tutte quelle che ho sentito in questi anni, sui migranti, sugli omosessuali, ho ascoltato delle robe che, se avessi dovuto seguire l’istinto, sarei stato a tirare schiaffi tutti i giorni. È chiaro che bisogna contenere la rabbia e trasformarla in qualcosa di più intelligente di uno schiaffo, magari in una battuta».
Quale poteva essere secondo lei un modo migliore per reagire alle parole di Chris Rock?
«Smith avrebbe potuto fare una battuta. Ha vinto l’Oscar, poteva usare quel discorso in modo meno banale, anzi direi che il discorso è stato quasi più banale dello schiaffo che aveva dato. Se si fosse contenuto e poi avesse replicato durante il ringraziamento, sarebbe diventato il vero vincitore della serata. Poteva ribattere in modo serio e avrebbe fatto precipitare Rock in un abisso di figura di m… certo, visto che è Will Smith, non gli sarebbero certo mancati gli argomenti, i modi, l’ironia».
Insomma, rovinato dall’impulsività.
«Il mondo si divide tra quelli che agiscono d’istinto e quelli che sulle cose ci ragionano, è così. In giro ho sentito anche un sacco di signore indignate che dicono "ma come? Tu non difenderesti la tua donna nello stesso modo?"».
E lei lo farebbe, le è capitato di dover proteggere la sua compagna Valeria Solarino?
«Non lo so, se per la strada ricevi un’aggressione verbale puoi anche rispondere, ma è sempre meglio mollare il colpo e andare via, perché sennò alla fine devi dare gli schiaffi. È successo tante volte di ascoltare apprezzamenti, ma lì bisogna capire che cosa si vuol fare della propria esistenza, se si vogliono fare risse tutti i giorni, la vita ti offre tutte le occasioni adatte… Io però, nella mia vita, ho deciso di fare altro, sennò da ragazzo avrei scelto pugilato invece che cinema. Non sono mai stato uno che faceva a pugni».
Le è capitato di riceverli?
«Una volta ho preso un pugno in faccia da un maestro di sci perché l’avevo criticato e lui, ubriaco, ha risposto dandomi un cazzotto. Però pare che si sia fatto male più lui alla mano che io alla faccia. In effetti sembra che Will Smith sia partito con l’intenzione di dare un pugno, poi ha capito che, se glielo dava, si sarebbe fatto malissimo e non sarebbe più riuscito a tenere in mano l’Oscar, una scena ridicola, allora, all’ultimo momento, ha aperto la mano e ha optato per lo schiaffo. Insomma, per vanità, per non correre il rischio di non poter stringere la statuetta, ha rinunciato al cazzotto, è stato vanesio anche in quello».
Le piace come attore?
«Sì mi piace, è sempre stato un personaggio stravagante, eclettico, un artista vero, lo seguivo quando faceva Willy, il Principe di Bel Air… e poi l’altra sera, proprio nella serata clou della sua vita, ha esagerato…».
Potrebbe succedere che gli revochino l’Oscar?
«Se glielo tolgono, ci sarà sicuramente un altro riconoscimento già pronto, un trofeo da parte di una congrega di persone decise a dargli un altro premio perché gliene hanno tolto uno. Sa perché io non ho mai dato schiaffi? Perché non volevo che mi togliessero l’unico David di Donatello che ho vinto finora»