la Repubblica, 30 marzo 2022
Virginia Raggi in chat rilancia la propaganda russa
A riprova della saldatura tra il fronte no vax e i putiniani d’Italia, ecco Virginia Raggi, l’ex sindaca di Roma mai vaccinata e mai pentita, rilanciare nelle chat M5S post e video sull’Ucraina governata da politici «eterodiretti», dopo «l’ingerenza di Usa e Ue» che ha «rovesciato» il governo filo-Mosca. La grillina, appena confermata garante nazionale del Movimento di Conte, finora ha scritto un solo post sull’invasione russa: bandiera della pace e dubbi felpati sull’invio di armi italiane alla resistenza di Zelensky. «Non ho certezze ma siamo sicuri che sia l’unica soluzione?», scriveva il 2 marzo.
Come per le posizioni no vax, è nelle chat che le perplessità di Raggi accennate in post e dichiarazioni stampa sposano più nettamente contro-narrazioni e tesi alternative. Era stato così anche col vaccino: in pubblico, Raggi si è limitata a ripetere per un anno e mezzo di avere «gli anticorpi alti», dopo essersi ammalata a novembre 2020. Mentre in privato, nelle chat appunto, chiedeva la testa del vice-ministro Pierpaolo Sileri per avere promosso il Green pass. Per togliere il velo al pensiero di Raggi, quindi, tocca addentrarsi negli scambi interni. Nella chat di Whatsapp “Quelli che l’M5S”, l’ex sindaca domenica ha inoltrato ben 5 messaggi, tra video, post di Facebook e siti. Tutti con lo stesso mood: quello dell’Ucraina è un governo eterodiretto da potenze straniere, con il ministero degli Interni di Kiev che controlla «battaglioni nazisti». I concetti base della propaganda di Putin. Dalle tesi no-vax a quelle pro-Russia, è lo stesso filo che segue la commissione Dupre, cioè “Dubbio e precauzione”, guidata da Carlo Freccero e Massimo Cacciari, che dopo i convegni sulla «dittatura sanitaria» ha appena organizzato un incontro sul «pensiero unico» della guerra, ospite: Alessandro Orsini.
Raggi ripesca i discorsi del 2014 di un ex europarlamentare M5S, Dario Tamburrano, messo sotto contratto dal Campidoglio grillino nel 2020. Tamburrano, nelle dichiarazioni che Raggi rilancia, si scaglia contro chi in Europa e negli Usa ha «fomentato rivoluzioni colorate», favorendo «una nuova guerra fredda», con un «milione di rifugiati perseguitati (dal governo di Kiev, ndr) fuggiti in Russia». Nei post condivisi da Raggi, viene condannata la «bulimia espansiva» dell’Ue (mica di Putin), «che smania per allargare la sua influenza verso Est anche a costo di prendere sottobraccio un’impresentabile Ucraina, un’Ue decisa a fare la guerra commerciale alla Russia anche a costo di imporle sanzioni che danneggiano le economie degli Stati membri, Italia compresa». Vengono citati politici americani e francesi, e immancabile, «il finanziere Soros», che avrebbero «contribuito a rovesciare il presidente Janukovy?, determinato a rinsaldare i rapporti con la Russia. È così salito al potere in Ucraina un governo filo-Usa e filo- Ue. Un’ingerenza negli affari interni di uno Stato sovrano». Quindi, si sente nel video condiviso da Raggi, «non si tratta di essere pro o contro la Russia, ma di essere neutrali e fare gli interessi dei cittadini Ue». Considerazioni che avrebbero acceso un dibattito già all’epoca, figuriamoci oggi.
Chissà che ne pensa il Pd e il sindaco Roberto Gualtieri, che hanno chiuso un occhio sulla Raggi no vax, consentendole di diventare presidente della commissione Expo 2030, pur di tenere fede al patto pre-ballottaggio. Proprio da quella ribalta internazionale, ora Raggi dovrà fare campagna elettorale nel mondo per portare la kermesse nella Capitale. Sperando che all’estero non parli di guerra.