ItaliaOggi, 29 marzo 2022
Periscopio
La popolarità di Putin ha raggiunto una media del 79% nei suoi primi 20 anni di mandato. Alcuni scienziati politici attribuiscono questa tendenza al «carisma personale e all’immagine pubblica di Putin» e alla preferenza dei russi per un «governante forte». AgcNews.Il punto è che misurare il consenso a una dittatura, quando manca un’alternativa, quando non si vota se non per farsa, è molto difficile. Aldo Cazzullo, Corsera.
Molto confortante la solidarietà multipartisan ricevuta dalla Stampa dopo la querela temeraria intentata dal regime russo. [Naturalmente] quando un ambasciatore russo va in procura l’ipotesi più sensata sarebbe che si costituisse. Luca Bottura, La Stampa.
Vostro figlio azzarderà una battuta in una chat dei video giochi, e sarà arrestato. Vostra figlia esprimerà la sua indignazione su Internet, e sarà arrestata. Un vostro caro amico farà uno sbaglio e morirà in una squallida cella sotto i bastoni della polizia. È quanto sta accadendo, e continuerà ad accadere, sempre più spesso, su scala sempre più vasta. Se non vi muovete, sapete come andrà a finire. È il momento della vostra piazza Maidan. Siate audaci e scaltri, pianificate la vostra strategia, e trovate un modo per farcela. Jonathan Littell, Corsera.
Nel 2014, facilitando un putsch anti-russo e pro-Usa a Kiev, abbiamo fantasticato una rivoluzione solo per metà democratica. Riarmando il fronte Est dell’Ue foraggiamo le industrie degli armamenti ed evitiamo alla Nato la morte celebrale che alcuni hanno giustamente diagnosticato. Barbara Spinelli, il Fatto quotidiano.
(…) il termine «Russlandversteher» è nato nel recente dibattito politico tedesco. Viene reso normalmente con «simpatizzante della Russia», ma più letteralmente è «uno che comprende la Russia». Nel senso che non solo comprende le ragioni della Russia, ma le ritiene legittime, e ne spiega appunto questa legittimità. [E] non si tratta solo di spiegare la legittimità degli interessi russi, ma anche di convincere gli italiani che questi interessi sono complementari a quelli del nostro Paese. Maurizio Stefanini, linkiesta.it.
La filosofa Donatella Di Cesare è in malafede o analfabeta di storia, quando, per legittimare il suo pacifismo che assolve il criminale di guerra Putin, sostiene che la parola «resistenza» esisterebbe solo in Italia. Fulvio Abbate, HuffPost.
Dissi a Pasolini che confondeva lo sviluppo con l’espansione caotica. Aggiunsi che parlava contro il consumismo, ma dopo aver consumato. Eh, troppo facile! Gli rimproverai d’usare parole, tipo omologazione – che era la parola d’ordine dei fascisti (nel senso che o ti omologavi o venivi accoppato) – senza conoscerne il significato. Utilizzava idee che non capiva. Era svelto, rapido, scippatore di idee che maneggiava con eccessiva disinvoltura. È un errore scambiare le sue denunce per preveggenze. Non è stato un profeta. Franco Ferrarotti, Huffington Post.
Se qualcuno mi corre dietro chiamandomi «intellettuale» non mi volto nemmeno. Leonardo Sciascia, A futura memoria.
Nei movimenti di destra contemporanei un ruolo importante è stato svolto da quegli ex comunisti che si sono spostati dalla sinistra paranoide alla destra paranoide rimanendo aggrappati alla psicologia fondamentalmente manichea che sottostà a entrambe. Simili autorità sul comunismo fanno pensare a quegli antichi convertiti dal paganesimo al cristianesimo di cui si racconta che dopo la conversione non smettevano di credere del tutto ai vecchi dèi ma li trasformavano in demoni. Richard Hofstadter, Lo stile paranoide nella politica americana.
Se Mosca arriverà a controllare tutta l’Ucraina, anche nel territorio che il presidente Zelensky e il suo popolo stanno difendendo a rischio della vita, non ci saranno più giornalisti, cameramen e fotografi. Quindi non avremo più parole, voci, immagini. Parlerà solo la propaganda di Putin. E così sarà definitivamente smascherata la finzione scenica della democrazia russa. Perché oggi a Mosca, come l’altro ieri a Roma e a Berlino, come ieri all’Avana, a Bagdad e a Tripoli, comanda un uomo solo. Un dittatore. Massimo Donelli, QN.
La propaganda manipola gli uomini. Gridando libertà, contraddice se stessa. La falsità è inseparabile da essa. (…) Anche la verità diventa, per la propaganda, solo un mezzo d’acquistare seguaci; essa altera la verità già nell’atto di formularla. Perciò la vera resistenza non conosce propaganda. La propaganda è antiumana. Th.W. Adorno e Max Horkheimer, Dialettica dell’illumismo.
Legga il saggio [di Putin] del 2021 su Russia e Ucraina che sono «un solo popolo». Non parla della NATO né delle legittime preoccupazioni di sicurezza della Russia. Quel saggio è il progetto di restaurare la Russia storica. Non ha niente a che fare con l’espansionismo della NATO ma tutto a che fare con la disintegrazione dell’Unione Sovietica e il desiderio di Putin di riscrivere il passato. Ivan Krastev (Federico Fubini, Corsera).
Residui del regime sovietico erano ancora presenti e si nutrivano della linfa del sistema, prosciugando enormemente le forze della nuova economia. A ciò si aggiungevano i giudici, la polizia e i servizi segreti corrotti. Era come se Il padrino, il selvaggio West e l’America dei gangster anni venti fossero tutti riuniti sotto un’unica bandiera. Flynn Vince, L’assassino americano.
«Holodomor», un neologismo coniato per descrivere la grande carestia del 1932-1933, è un termine composto dall’ucraino «holod» (fame) e dal russo «mor» (flagello, moria). Tradotto alla lettera significa qualcosa come «sterminio per fame»: la campagna sistematica promossa da Stalin contro la popolazione rurale dell’Ucraina culmina nel 1933, quando ormai tutte le riserve di cibo, tutte le piante selvatiche, tutti gli animali, tutta la frutta e tutta la verdura sono finiti da mesi. Philipp Blom, La grande frattura.
È interessante leggere la lezione La questione della tecnica di Heidegger, in cui parla di ciò che è «mostruoso» e «terribile» nell’uomo, della profanazione della Terra e dello sfruttamento delle sue risorse, alla luce del fatto che essa venne pubblicata nello stesso anno in cui uscì Godzilla. Sarah Bakewell, Al caffè degli esistenzialisti.
La questione, prima che militare o politica è morale e umana. Essa ci permette, almeno in Italia, di mettere a fuoco quella società immorale che s’è nutrita via via di giustizialismo, di radicalismo populista, di pacifismo a senso unico e, perché no, di lotta contro le vaccinazioni, contro la Tav, la Tap e tutte le opere di civiltà che a mano a mano il Paese si trovava ad affrontare. Domenico Cacopardo, ItaliaOggi.
Anche la cattiveria ha i suoi limiti, come la bontà. Roberto Gervaso.