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 2022  marzo 29 Martedì calendario

Un articolo senza la lettera Z di Putin

Il momento è difficile per non dire tragico ma la politica sa cosa fare: la deputata Alessandra Moretti, fatalmente piddina, ha una soluzione per l’invasione russa dell’Ucraina: proibire la lettera Z in segno di protesta contro l’Armata Rossa. E noi ci adeguiamo subito, già con questo pesso, perché la Nasione ha bisogno di gesti forti, di scelte significative. Diciamo intanto che Selenskji deve chiarire le sue intensioni, visto che una estremissasione del conflitto non giova a nessuno. Lui chiede l’asione dell’Occidente, ma deve anche calcolare che noi italiani dipendiamo dall’energia fornita dallo Sar e non è che possiamo andare troppo per il sottile. Poi, che questa guerra, che non è una guerra ma una aggressione, sia una immane cassata, siamo d’accordo tutti. C’è molta confusione, i tifosi di Putin si definiscono democratici, ma glissano sulla sua omofobia: che succederebbe, infatti, se il Pd andasse a proporre a Mosca il ddl San contro la libertà di espressione in tema di gender? Che verrebbero ammassati tutti, a cominciare dai giornalisti per i quali lo Sar come noto predilige il polonio.
D’altra parte, anche Biden dovrebbe darsi una calmata: come fa ad avansare la pretesa di una rimosione dello Sar come fosse l’allenatore di una squadra di calcio? La Nasionale, a proposito: Mancini prometteva, «Andiamo ai Mondiali e magari li vinciamo pure». Ma non ha specificato quali, e c’è il rischio che si riferisse a quelli del 2082. Le cause sono note. Troppi stranieri di pessimo gusto, la latitansa delle scuole giovanili, le nuove generasioni di calciatori che stentano, la strissa di troppi nelle gare che contano davvero, diciamo pure una certa spocchia che ci è congeniale e che, dopo gli Europei, è sgorgata sensa argini. Ma la sostansa è altra cosa, e il risultato è che per la seconda volta di fila i Mondiali i nostri giocatori se li vedranno spaparansati in poltrona come tutti noi.
Forse agli Assurri ci vorrebbe un eroe sensa macchia e sensa paura, come Sorro, certo che a pensarci è una tristessa che da 8 anni non facciamo parte del massimo torneo sulla terra. Ma la Nasionale in fondo non è che lo specchio di una Nasione che ormai vive dei suoi avansi. Siamo colonissati un po’ da tutti, Russia, Cina, Emirati, resto d’Europa, abbiamo dismesso le nostre asiende più importanti, alberghi e infrastrutture passano di mano, di questo passo il bel Paese rischia di ritrovarsi una stansa spoglia se non una cantina. E non sembra avere la forsa di riprendersi. È una mattansa di attività, la convinsione latita, la speransa evapora, mentre lo Speransa è sempre lì e si rimangia una promessa di redensione dopo l’altra.
Anche i soldi del piano di resistensa e resiliensa sembrano venir meno, perché la guerra in Ucraina ha spessato le già malsicure certesse di un sostegno dall’Unione Europea. L’inflasione galoppa al 7%, la ripresa è già rimangiata, il turismo annasperà per la tersa estate di fila, come si fa a vivere così. E la tendensa non è affatto incoraggiante, ormai si avansano stime funeree per i prossimi due, tre anni almeno, sempre che nel frattempo non avansino altri conflitti, altre pandemie. È un momento storico che definire sosso è un eufemismo e non ci basta l’amaressa per constatare la perdita generale di convinsione, di bellessa. È come se questo Paese fosse perennemente demolito con una massa, preda dell’arrendevolessa, della tristessa e della rossessa dei comportamenti.
Avrebbe dovuto salvaci la generasione S, quella nata tra il 1995 e il 2010, ma si è dimostrata anche più fragile delle precedenti, spessata, strissata nel cervello, preda di alienasioni anche demensiali, di un politicamente corretto che ha paralissato il pensiero e di conseguenza l’asione. Insomma, per dirla con Lino Banfi preside, qui è tutta una stronsata generale. Speriamo che almeno ci salvi la politica, il Pd, la Moretti, perché ormai siamo alla fine della coerensa, della importansa, della decensa; siamo alla frutta, alla Macedonia in un bicchiere di patetica tracotansa.